Omissioni, versioni contraddittorie e silenzi. Anastasiya Kylemnyk, dopo la rottura con la famiglia Sacchi, resta da sola. Ma per gli inquirenti non ha ancora detto la verità su quella tragica notte.
Una nuova informativa del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Roma getta altre ombre su Anastasiya Kylemnyk, la fidanzata di Luca Sacchi, ucciso lo scorso ottobre ai Colli Albani. E che forse spiegherebbe il motivo dell’assenza della giovane ucraina ai funerali di Sacchi. La famiglia del giovane e Kylemnyk sono ormai ai ferri corti e ciò è dovuto principalmente alle nuove notizie portate a galla dagli inquirenti. Ma cerchiamo di andare con ordine. La prima versione dei fatti di Kylemnyk, dopo l’omicidio del giovane 24enne nei pressi del pub “John Cabot” di Via Bortoloni, è stata immediatamente smontata nelle ore successive dagli inquirenti. La versione dei fatti della giovane ucraina, ovvero del tentativo di scippo da parte di due uomini che avrebbero poi sparato a Sacchi che aveva tentato di difenderla, era stata messa in discussione dai Carabinieri sia per i metodi che per i tempi in cui l’omicidio era maturato. Poi era arrivata la svolta: lo zainetto che quella sera Kylemnyk aveva con sè, trovato a diversi km dal luogo dell’omicidio, secondo gli inquirenti conteneva ben 70mila euro. Altra svolta nel caso: i due giovani arrestati per l’omicidio di Sacchi, Valerio Del Grosso e Luca Pirino iniziano a collaborare. E raccontano una storia diversa, trascinando Sacchi e la fidanzata nei bassifondi dello spaccio della Capitale. Quei soldi che Kylemnyk aveva con sè servivano per la compravendita di una partita di droga. E i due fidanzati conoscevano bene gli arrestati Del Grosso e Pirino, come testimoniano i tabulati telefonici. Il Pm Nadia Plastina della Procura di Roma concentra le attenzioni degli inquirenti sulla giovane ucraina, che sin dall’inizio di questa tragica storia ha omesso particolari importanti. Dopo un mese di indagini, come racconterà poi Fanpage, si arriverà a delineare il contesto in cui è avvenuto l’omicidio di Sacchi, grazie anche alla testimonianza di Domenico Costanzo Marino Munoz, amico della coppia, che sarà ascoltato come persona informata sui fatti soltanto il 6 dicembre scorso. Racconterà il giovane: “La sera dell’aggressione ho percepito che Luca, Anastasia, Giovanni Princi e le persone notate in via Latina stavano facendo qualcosa di poco lecito e, come da mia abitudine, ho preferito farmi i fatti miei. Da quello che ho appreso durante questo periodo dai giornali ritengo molto verosimile che la sera dell’aggressione Luca, Anastasia, Princi, i due soggetti conosciuti da quest’ultimo e probabilmente i due aggressori, avessero concordato una cessione o l’acquisto di sostanze stupefacenti. Non penso proprio che nella nostra passione della moto qualcuno abbia fatto traffico di moto o parti di esse, rubate. Anzi lo escludo. Giovanni Princi ci ha salutato sul marciapiede di Via Bartoloni mentre eravamo presenti io, Luca ed Anastasia. Dopodiché, Anastasiya si sarebbe allontanata. Non ho visto cosa facesse perché si trovava alle nostre spalle e avrà detto qualcosa a Luca che io non ho percepito. Anastasiya aveva lo zaino in spalla e credo che sia tornata indietro verso Via Latina, ma non l’ho vista perché io e Luca avevamo già svoltato l’angolo su Via Mommsen. La fidanzata di Luca dopo circa due minuti ci ha raggiunti e ha detto a lui: ‘tutto a posto!'”.
Munoz, nelle sue dichiarazioni ai Carabinieri, smonta la versione dei fatti di Anastasia sul perchè quella sera avesse tutti quei soldi con sè nello zainetto. Come spiega Repubblica in questo articolo, la giovane ucraina, al Gip Costantino Del Robbio, racconta infatti che quei soldi servivano per l’acquisto di una motocicletta, e che le furono dati da Giovanni Princi, altro uomo implicato nella vicenda che quella sera era al pub e avrebbe fatto da tramite tra la coppia e i due spacciatori per l’acquisto della droga. Riporta la giovane nella trascrizione del Gip: ” Sono giunta davanti al pub insieme al fidanzato perché quest’ultimo aveva appuntamento con Giovanni Princi .Una volta giunta sul posto, Princi mi ha consegnato un sacchetto di carta marrone dicendomi che c’erano i soldi destinati ad essere consegnati ad un amico con cui aveva appuntamento per un ‘impiccio’ con le moto, con ciò intendendo che Princi avrebbe dovuto acquistare una motocicletta di provenienza illecita e mi ha chiesto di mettere il denaro che mi aveva appena dato nello zaino”. Una versione giudicata immediatamente non plausibile dagli inquirenti. In precedenza, Anastasia, aveva dichiarato di non sapere nulla di quei 70mila euro: “Non sapevo di avere quei soldi con me, non sapevo stessero nel mio zaino”.
Versioni contraddittorie e bugie che non hanno fatto altro che incrinare il rapporto con la famiglia Sacchi. E dire che, all’inizio della vicenda, il papà di Luca, Alfonso Sacchi, aveva difeso strenuamente la giovane. Ma oggi la invita a dire la verità, a smetterla di intralciare le indagini degli inquirenti che cercano di fare luce sull’omicidio del figlio. La sensazione è che Anastasia non stia cercando di coprire Luca, bensì i suoi legami criminali, di cui il giovane non era del tutto a conoscenza. Oggi, la nuova informativa dei Carabinieri, ci dà un quadro diverso del mese che precedente l’omicidio di Sacchi nei rapporti tra la famiglia del giovane e la ragazza ucraina. Come riporta sempre Repubblica, il papà e la mamma di Luca erano a conoscenza dei problemi che erano nati nella coppia a causa del consumo di marijuana da parte di Kylemnyk. Si legge nel documento dei Carabinieri una conversazione avuta dalla giovane ucraina con una amica, la quale chiede: “Stai dalla famiglia di lui” e Anastasia risponde: “No, no io ho scritto al fratello tutti questi giorni, non mi ha mai risposto. Anastasia parla della mamma di Luca: “Poi quella c’ha una famiglia piena di calabresi ignoranti, non si sa da dove vengono. La madre di Luca non ha mai lavorato, non ha mai fatto nulla”. E riferendosi al ristorante della famiglia Sacchi, aggiunge: “Sò tutte carucce comunque tutti carini, pure il padre de Luca è carino lei è ‘na cozza, ‘na botte dò cazzo va”. Gli inquirenti specificano che tali conversazione non sono oggetto di indagine, ma servono meglio a capire i rapporti con la famiglia ed a ricostruire il privato di Anastasia, dal momento che si concentrano in quella direzione gli sforzi degli inquirenti per ricostruire i rapporti tra la stessa e personaggi coinvolti nella malavita capitolina. Dall’informativa emerge anche che Luca litigava con la fidanzata perchè: “Anastasia fumava le canne”, e si riporta un episodio che confermerebbe questa circostanza: “In vacanza Concetta Galati (madre di Sacchi) e il marito Alfonso Sacchi erano andati a prendere il figlio Federico Sacchi presso un appartamento in uso a Giovanni Princi. Al loro arrivo si era affacciato solo il figlio Luca. Poi, dal figlio Federico la Galati aveva appreso che quella sera Anastasia, Giovanni Princi e Clementina Florentina Burcea stavano fumando canne e per tale ragione il figlio Luca si arrabbiava con loro. Poi, in un’altra occasione, sempre in vacanza, andammo a prendere mio figlio Federico lì dove abita Princi e si affacciò solo Luca. Mi raccontò poi mio figlio Federico che Anastasia, Princi e la fidanzata fumavano canne e Luca si era arrabbiato”.
Da settembre, cioè circa un mese e mezzo prima dell’omicidio, Anastasia non frequentava più casa Sacchi. Ciò testimonia come i rapporti fossero gelidi già prima del tragico evento, ma che si siano irrimediabilmente compromessi davanti alla reticenza della giovane a raccontare la vera storia di quella notte e degli eventi che hanno portato a quell’incontro. In altre parole: Luca sapeva dei contatti di Anastasia? Sì, ma forse solo nell’ambito dell’acquisto per il consumo personale. La giovane è stata coinvolta in un grosso acquisto di droga e ha trascinato con sè quella notte il suo fidanzato? Sono queste le domande a cui gli inquirenti stanno cercando di dare risposte per chiudere il cerchio delle indagini.
Fonte: Fanpage, Repubblica
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