Da piazza San Giovanni a Roma, le sardine hanno elencato i sei punti del loro programma. Con il sotto fondo di Bella Ciao, si sono focalizzati sul linguaggio della politica e sui Decreti Sicurezza.
Non più di una settimana fa, durante la trasmissione Otto e Mezzo in onda su La7, il leader delle sardine Mattia Santori, fu accusato dal direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti di portare avanti un movimento che sa solo puntare il dito contro Matteo Salvini ma di non avere idee né proposte. E in meno di una settimana il giovane bolognese ha messo giù un programma che ha esposto sabato 14 dicembre durante la manifestazione tenutasi a Roma, in piazza San Giovanni. Il programma delle sardine – riporta Huffington Post – si compone di sei punti.
1. Pretendiamo che chi è stato eletto vada nelle sedi istituzionali a lavorare. 2. Che chiunque ricopra la carica di ministro comunichi solamente nei canali istituzionali. 3. Pretendiamo trasparenza dell’uso che la politica fa dei social network. 4. Pretendiamo che il mondo dell’informazione traduca tutto questo nostro sforzo in messaggi fedeli ai fatti. 5. Che la violenza venga esclusa dai toni della politica in ogni sua forma. La violenza verbale venga equiparata a quella fisica. 6. Abrogare il decreto sicurezza.
Particolare focus sul linguaggio, sulla violenza verbale, sull’utilizzo dei social e naturalmente sui Decreti Sicurezza. Che le sardine chiedono di rivedere. Il tutto si è decantato a ritmo di Bella Ciao, ormai inno ufficiale delle sardine, utilizzato anche dall’attivista svedese Greta Thunberg in piazza Castello a Torino. Ma con meno successo. Questo il programma delle sardine, in 6 punti:
Santori ha insistito sul fatto che i politici non lavorino abbastanza a che devono essere obbligati a lavorare nelle sedi istituzionali. Il riferimento non era esplicito ma il leader del movimento ha voluto, probabilmente, cavalcare l’onda creata dal Governatore della Campania Vincenzo De Luca, il quale – come riportato da Il Fatto Quotidiano – di recente ha accusato il leader della lega Matteo Salvini di essere un fannullone che passa tutto il giorno sui social e non lavora mai. Ma De Luca non è l’unico da cui Mattia Santori ha preso spunto per stilare il programma del suo movimento. Infatti la richiesta di controllare i social sembra piuttosto simile alle richieste che fece la capitana Carola Rackete. La ragazza tedesca che lo scorso giugno entrò nel porto di Lampedusa a luglio chiese alla Procura di far chiudere i profili social dell’allora Ministro dell interno Matteo Salvini. Rackete allora, come secondo Santori oggi, affermò che il leader del Carroccio utilizzerebbe un linguaggio che inciterebbe all’odio. E, difatti, il leader delle sardine ha di recente ammesso che il suo movimento nasce proprio con l’obiettivo di opporsi al linguaggio di Matteo Salvini.
Fonte: Huffington Post, Il Fatto Quotidiano.