Cresce sempre di più il malcontento tra i Cinque Stelle che non trovano punti di contatto con gli alleati Dem. Nelle ultime ore tre senatori grillini hanno annunciato che potrebbero passare alla Lega. Sempre più a rischio la stabilità del Governo giallorosso.
Sempre più a rischio il Governo Conte bis. Se nei giorni scorsi, durente l’ultimo vertice sulla Manovra Finanziaria, è stato l’ex Dem Matteo Renzi a minacciare di far scattare la crisi, ora sono i Cinque Stelle a minare la stabilità giallorossa.Sono sempre di più i pentastellati che non si rispecchiano nella linea adottata dal leader Luigi Di Maio dopo l’alleanza con il PD di Nicola Zingaretti. Dalla questione Ilva fino al Mes e alle tasse etiche, i punti di divergenza tra i Dem e il programma originario dei Cinque Stelle sono davvero tanti. Troppi. L’11 dicembre ben 3 senatori grillini, Stefano Lucidi, Ugo Grassi e Francesco Urraro non hanno votato la fiducia al Decreto Legge terremoto proposto dai loro alleati. Un chiaro segnale del malcontento generale che da mesi circola tra i grillini. E – riferisce Adnkronos – il giorno seguente il senatore Grassi ha ufficializzato la sua uscita dal M5S e il suo ingresso nella Lega di Matteo Salvini:”Durante il Governo Conte 1 ho avuto modo di capire che c’era una forte sintonia tra i miei ideali, che poi sono gli ideali che un tempo portava avanti anche Luigi Di Maio, e quelli della Lega con cui, ai tempi, eravamo alleati. Io ora non mi rispecchio più nella nuova linea del Governo. Per questo ho scelto di passare alla Lega e ringrazio Matteo Salvini per questa opportunità che mi dà”. Il senatore Grassi era contrario, soprattutto, alla legge Bonafede, cioè il blocco della Prescrizione dopo la sentenza di primo grado su cui il M5S sta spingendo.
Uscito dal sipario pentastellato anche il senatore Stefano Lucidi che, tuttavia, non ha ancora deciso se aderire al gruppo misto che prevedono di formare nei prossimi mesi i fuoriusciti dal M5S o arruolarsi anche lui nelle fila del Carroccio. Lucidi è critico, soprattutto, sulla riforma del Mes e, infatti, l’11 dicembre, prima che Luigi Di Maio cedesse alle pressioni dei Dem e votasse a favore, lui aveva dichiarato che avrebbe votato contro senza esitazioni. Dopo il “tradimento” del loro leader Di Maio che ha determinato la vittoria del compromesso voluto dal premier Conte alla Camera e al Senato, anche Lucidi, come il collega Ugo Grassi, ha voluto ufficializzare il suo addio al Movimento. Il leader grillino – riferisce Il Corriere della Sera – non ha certo preso bene la decisione degli ex colleghi:“Vogliono uscire dal M5S perché pensano di non fare abbastanza carriera con noi? Perfetto ma la dicano giusta, non tirino in ballo il Mes che non c’entra niente! E, soprattutto, se fossero coerenti si dimetterebbero e aspetterebbero di essere rieletti. Altrimenti si mettano un cartello con il prezzo appeso al collo come le vacche e attendano il miglior acquirente sul mercato. Salvini sta tentando di fare quello che fece Silvio Berlusconi con De Gregorio. E mi auguro, se ci dovessero essere gli estremi, che le autorità giudiziarie possano verificare il tutto”. Queste le secche parole di Luigi Di Maio che ha tirato in ballo il vincolo di mandato, misura, tra l’altro, mai sostenuta e mai messa in pratica dai loro attuali alleati di Governo del Partito Democratico. Ma il senatore Stefano Lucidi non è rimasto zitto e ha controbattuto in modo fermo e deciso facendo notare al suo ex capo di partito che l’incoerenza è stata soprattutto la sua: “Se un Movimento si presenta con un programma elettorale e ottiene il 33% dei consensi, poi fa tutt’altro e scende al 15% allora c’è un problema evidente. E’ Luigi Di Maio il primo che dovrebbe dimettersi. Se continua così resterà solo, altri 20 o 30 grillini sono già sull’uscio pronti a scappare”.
Fonte: Adnkronos, Il Corriere della Sera
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