Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, agli studenti delle scuole di secondo grado in visita al Quirinale, ha parlato di evasione fiscale. Il capo dello Stato si è soffermato sui problemi non solo sociali ed economici che l’evasione produce ma anche sull’aspetto culturale che è a monte: “E’ il simbolo dell’individualismo esasperato”.
“L’evasione culturale è, prima di tutto, un problema culturale. E’l’emblema dell’individualismo esasperato, della chiusura in sé del soggetto che non si preoccupa delle ricadute delle sue azioni sugli altri”. Queste – riferisce TgCom24 – le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella agli studenti delle scuole secondarie in visita al Quirinale. Una questione di cultura, dunque, e non meramente economica. E, infatti, è dalla cultura che dovremmo ripartire, secondo Mattarella: dalla cultura dell’onestà, del rispetto per gli altri. Lavorando sulla presa di coscienza che tutto ciò che ciascuno di noi fa o non fa, produce conseguenze sulla comunità. Infatti ha proseguito il Presidente: “Se tutti pagassero le tasse potremmo aumentare le pensioni e abbassare la pressione fiscale sui lavoratori. Potremmo garantire servizi migliori per tutti. per questo la lotta all’evasione deve essere una priorità”. Dichiarazioni che sembrano sulla stessa lunghezza d’onda di quelle fatte, a breve distanza temporale, dal premier Giuseppe Conte a margine di un convegno Eni. In occasione del suo intervento il Presidente del Consiglio ha ribadito, immediatamente dopo l’approvazione della manovra di Bilancio, l’esecutivo si metterà al lavoro per rilanciare l’economia dell’Italia, proprio a partire da una stretta sull’evasione. Come riporta Il Sole24Ore, secondo i dati del Ministero dell’Economia, si stima che in Italia vengano evasi circa 109 miliardi di euro annui. La Guardia di Finanza ha attivato già 31 piani operativi che s’inseriscono nel piano triennale di lotta all’evasione del Governo. In particolare ci si sta concentrando su settori specifici come la compravendita di prodotti petroliferi, concessionarie di autoveicoli e trader di titoli di efficienza energetica. Settori che vengono ritenuti quelli più soggetti all’evasione dell’Iva. Addirittura l’esecutivo, sempre con l’obiettivo di rimpolpare le casse per alleggerire la pressione su chi lavora, ha inserito nella Manovra Finanziaria che partirà a gennaio 2020, una misura tale per cui chi ritarderà nel pagamento di imposte locali come Imu, Tari o Tasi, si vedrà pignorato il conto corrente dal Comune, dalla Provincia o dalle Regione. Ma – come riportato da Il Giornale – paradossalmente, questo provvedimento verrà applicato solo per evasioni inferiori ai 10.000 euro. Per cifre superiori, i cittadini riceveranno un sollecito e potranno rateizzare il debito fino a 72 rate.
Ma mentre ufficialmente si spendono grandi parole per condannare chi, tra i comuni mortali evade, anche il mondo della politica vive l’ennesima vicenda critica, dove l’evasione non c’entra ma i profili di legalità sono ancora da verificare. Open, la fondazione che dal 2012 al 2018 ha finanziato le attività politiche dell’ex premier Matteo Renzi. Open, da un paio di settimane è sotto inchiesta per ipotesi di riciclaggio di denaro e finanziamenti illeciti. Facevano parte del consiglio di amministrazione gli ex ministri Luca Lotti e Maria Elena Boschi. I magistrati avrebbero riscontrato attività che poco c’entravano con quelle di una fondazione e che sembravano più inerenti a quelle di un partito vero e proprio. Il leader d’Italia Viva Matteo Renzi risponde: “Io ho piena fiducia nei magistrati ma non sta a loro decidere cos’è un partito e cosa no. Io sono il politico e so meglio di loro se Open era o non era un partito. Se lasciamo decidere tutto a loro allora mandiamo a monte la democrazia”.
Fonte: TgCom24, Il Giornale, Il Sole24Ore
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