Indagini sulla Fondazione ma Renzi sfida il Governo: “Decido io quando si vota”

I guai della Fondazione Open, l’indagine sulla deputata Occhionero e i rapporti ormai compressi con la Maggioranza. Matteo Renzi medita di andare al voto, e si mostra come l’uomo capace di ribaltare il tavolo e mandare l’Italia alle urne, ma potrebbe essere una scelta suicida.

Renzi decido io quando si vota - Leggilo.Org

 

Un lunghissimo vertice di Maggioranza, in cui Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ha più volte minacciato il voto. Una tensione estrema si registra nell’Esecutivo del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. A fine nottata, tra venerdì e sabato, racconta Emanuele Lauria sulle colonne di Repubblica, l’ex Premier è riuscita a strappare lo stop alla plastic tax e alla sugar tax, mentre ha ceduto sull’aumento della tassazione delle vincite su lotterie e scommesse varie. I parlamentari di Italia Viva assicurano che non hanno alcuna intenzione di intralciare il cammino del Governo giallo-rosso, ma la realtà dei fatti è diversa. E ci dice che, mentre Movimento 5 Stelle e Partito Democratico discutono, Renzi e i suoi fanno vera e propria opposizione interna. L’ultima prova è stata l’astensione di IV sulla proposta di Forza Italia di rimandare l’approvazione della Riforma della Giustizia, cosa che ha mandato su tutte le furie il capogruppo dem alla Camera Graziano Delrio. Nella scorsa puntata di “PiazzaPulita” su La7, l’ex Premier ha addirittura azzardato pronostici: “Due mesi fa questo Governo per me sarebbe durato sino a fine mandato per il 90%. Oggi, dico che le probabilità sono del 50%”. E poche ore dopo, ricorda Rainews, ha rincarato la dose: “”Non vorrei andare al voto ma se ci costringono lo faremo”.

Renzi cerca di essere in ogni caso l’ago della bilancia di questo Esecutivo, anche se il suo obiettivo principale, come più volte dichiarato anche tra i punti che hanno portato alla nascita della Maggioranza giallo-rossa, è la nomina del successore del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, prevista per il 2022. In ogni caso prima ci sono le elezioni regionali in Emilia Romagna, dove Renzi sostiene Stefano Bonaccini. Ma jn caso di sconfitta del Centrosinistra, ad essere accusato non sarebbe lui, bensì il suo successore Nicola Zingaretti.

Ma la tentazione delle urne è forte e, paradossalmente, consigliata in questi mesi in cui Italia Viva si attesta secondo i sondaggi al 5%. Perchè se si andasse al voto, con il Rosatellum che prevede una soglia bassa, Renzi sarebbe indispensabile al Partito Democratico per provare a battere il Centrodestra, con la conseguenza che numerose caselle verrebbero occupate dai suoi fedelissimi. Ma Italia Viva, dopo lo scatto iniziale, resta ferma sui quei numeri e potrebbero subire una grave defezione a causa dello scandalo, emerso da un’inchiesta de L’Espresso, sul caso della Fondazione Open.

Giusy Occhionero indagata per falso in concorso

Ma non è l’unico problema da affrontare per Matteo Renzi, dato che, riporta Il Fatto Quotidiano, la deputata, renzianissima dalla prima ora, Giusy Occhionero è indagata dalla Procura di Palermo per falso. Accuse gravissime, che seguono il filone di indagine che ha portato all’arresto per mafia Antonello Nicosia. Secondo gli inquirenti infatti, Occhionero aveva assunto Nicosia come proprio collaboratore, sotto consiglio dei radicali, affinchè anche loro avessero la possibilità, in mancanza di un loro parlamentare, di poter visitare ed ispezionare le carceri. Il problema, come ha raccontato la Dda, è che Nicosia sfruttava queste visite per portare messaggi ai cap imafiosi nel carcere, informazioni che arrivavano direttamente dal boss Matteo Messina Denaro, che Nicosia chiamava, si evince dalle intercettazioni, “il nostro primo ministro”. Alla domanda degli inquirenti sul perchè Nicosia venisse retribuito solo 50 euro al mese e come mai avesse scelto un collaboratore con una condanna per traffico di droga, ricettazione e appropriazione indebita, la deputata di Italia Viva Occhionero si è difesa sostenendo che alla Camera nessuno fa controlli sui collaboratori. Grave inadempienza della deputata è anche il fatto che, nonostante il contratto fosse scaduto in maggio scorso, Nicosia ha mantenuto, ed usato, il tesserino per entrare nelle carceri.

 

Fonte: Repubblica, Il Fatto Quotidiano

 

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