Il Mes, l’unione bancaria Ue e la versione del Premier Giuseppe Conte. Renato Brunetta parla, in una lunga intervista, dell’accordo europeo che sta facendo tremare la Maggioranza di Governo.
Renato Brunetta, capogruppo alla Camera di Forza Italia, ha parlato, dalle colonne de Il Foglio, del Mes. L’ex Ministro per la Pubblica Amministrazione, che durante l’informativa del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte alle Camere ha annunciato l’intenzione del partito di Silvio Berlusconi di voler contribuire alle modifiche proposte in sede di Maggioranza dal Movimento 5 Stelle, ha avvertito dei pericoli che rischia il nostro Paese se il Parlamento dovesse bocciare la proposta del Fondo Salva-Stati. Spiega l’economista: “Dire no al Mes significa dire no all’euro. Si può scegliere la logica del pacchetto, prendere quindi tempo e ridiscutere, insieme al Mes, anche il progetto europeo di Unione Bancaria. Oppure si può scegliere la logica del carciofo, approviamo il Mes e poi ci occupiamo di Unione Bancaria. Io credo che sia da preferire la logica del pacchetto anziché quella del carciofo”. Brunetta è ben conscio della situazione parlamentare in cui versa il Premier Conte e cerca di fare chiarezza: “Non c’è una maggioranza parlamentare pronta ad approvare il Mes. Lega e Fdi sono contro. M5s è per la linea della modifica, Leu è della stessa opinione: modifiche e rinvio. Solo il Pd e Italia viva sono a favore. Poi c’è Forza Italia che, come ho già espresso, pensa chiaramente che la cosa migliore da fare sia quella di prendere tempo per risolvere tutte le criticità e quindi rilanciare”.
Come spiega il capogruppo forzista, Conte aveva un preciso mandato della Maggioranza, allora giallo-verde, da rispettare. Ma chiarisce che, a suo dire, nulla è stato ancora deciso, diversamente da quando sostenuto da Matteo Salvini, come riporta Il Messaggero. Brunetta racconta: “Occorre tornare indietro alla risoluzione del 19 giugno. Oggi non ci troveremmo di fronte a questo stato di tensione se si fosse seguito quanto avevano stabilito, in una risoluzione, M5s e Lega. Basta riprendere la risoluzione 6-00076 a firma del deputato leghista Riccardo Molinari e del deputato pentastellato Francesco D’Uva. Basta rileggere gli ultimi quattro punti. Era già stato tutto scritto. Leggiamo l’atto: ‘Confermare l’impegno a opporsi ad assetti normativi che finiscano per costringere alcuni paesi verso percorsi predefiniti di ristrutturazione’. Io sono rispettoso del dibattito parlamentare e infatti penso che bisogna trovare tutti gli spazi per risolvere le criticità che il Mes presenta. Per intenderci, quelle sollevate da Bankitalia e Abi, nonché quelle che stanno emergendo anche all’interno del Parlamento europeo. Io sono rispettosissimo, ma pretendo chiarezza. Se si dice ‘no’ al Mes, dobbiamo essere consapevoli che diciamo ‘No’ anche all’unione bancaria e che la conseguenza è solo una: dire ‘No’ all’euro, Dire ‘no’ al rafforzamento della Ue”.
L’ex Ministro spiega che progetti come il Mes sono fondamentali per i Paesi membri Ue, e che le dichiarazioni dei colleghi dell’opposizioni sono allarmanti al riguardo: “Gli stati che appartengono a un’Unione monetaria come l’euro hanno bisogno di un meccanismo assicurativo qualora un Paese venga colpito da shock asimmetrici o qualora i suoi conti pubblici prendano una direzione irresponsabile. Il Mes è uno strumento di assicurazione comune che consente ai paesi di non essere travolti. In un’ottica federale non ce ne sarebbe stato bisogno. Non lo siamo e quindi occorre prevedere strumenti come il Mes che sono necessari appunto per assicurarsi. Ebbene, in una Europa dotata di moneta unica, proprio per questa ragione, occorre pensare a un’unione bancaria”. La minaccia, spiega Brunetta, deriva da un altro punto: “Non bisogna far passare la clausola Shauble-Sholtz, proposta inaccettabile ed eversiva per il nostro sistema, proposta sulla ponderazione dei titoli posseduti dalle banche in ragione del proprio rating. Abbiamo questi mesi per portare avanti una logica di package approach: riforma del Mes, unione bancaria e bilancio europeo. Tutto dipende, a questo punto, dall’intelligenza dei nostri interlocutori in Europa. Ieri, il presidente dell’Eurogruppo, Centeno, ha tagliato corto dicendo che si deve approvare il Mes, a dicembre, al più tardi a gennaio. Posizione questa sì miope e per certi versi irresponsabile”.
Brunetta invita il Governo e il Ministro delle Finanze Roberto Gualtieri a portare con coraggio la richiesta di modifiche dell’accordo in Europa: “L’Italia potrebbe per paradosso uscire dall’angolo. Potrebbe, ancora, diventare una forza propositiva e costruttiva. Per fare questo, il Parlamento deve dare un mandato chiaro a Conte. Osservo che ci stiamo dilaniando sul Mes tardivamente e forse inutilmente. Perché non mettere altrettanta determinazione per costituire un fondo per la crescita europea. Perché non trasformare il Mes in un fondo anche per la crescita?”.
Fonte: Il Foglio, Il Messaggero
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