Una vicenda terribile che racconta di ritardi burocratici, ma anche dell’impossibilità, nonostante l’esperienza, per un lavoratore oltre i 60 anni di trovare un lavoro.
Lavorare per 40 anni e ritrovarsi a dormire tra le panchine della stazione. Questa è quello che è accaduto a Enrico Casali, che da mesi dorme nella Stazione Termini di Roma. Casali era tornato in Italia per risolvere la sua questione contributiva e pensionistica. Nel frattempo, lui sposato e con la famiglia in Ecuador, aveva ripreso a lavorare come muratore nella ditta del suo ex datore di lavoro, la quale però è fallita poco dopo. Con le risposte dell’Inps che tardavano ad arrivare e senza un’entrata fissa, Casali si è ritrovato ben presto da solo e senza la possibilità di una dimora. Mesi difficili, fino a quando non ha incontrato l’associazione “Binario 95” che si occupa di aiutare le persone in difficoltà, purtroppo in aumento, che dormono sotto i porticati delle stazioni romane.
Enrico Casali racconta la sua drammatica storia all’agenzia Adnkronos, spiegando come in pochi mesi si sia ritrovato in mezzo ad una strada: “Io sono nato a Roma nel 1958, faccio 61 anni il 29 dicembre ma non vivo più qui, la mia vita è in Ecuador, il Paese di mia moglie. A ottobre dell’anno passato sono tornato in Italia per prendere il pin dell’Inps e fare i documenti per ottenere la pensione. Ho fatto per 40 anni il muratore: palazzine intere, case, caminetti, forni, di tutto. Sono contento del lavoro che ho fatto ma ora, come giusta regola mi dovrebbero dare la pensione che mi spetta di diritto. Io ero tornato qua per questo. Mi sono ammalato, mi è venuta la tubercolosi polmonare sia perché dormivo per terra e non mangiavo più, sia per il lavoro che ho fatto per anni sempre a contatto con la polvere. Sono stato quattro mesi ricoverato in ospedale e grazie a Dio ho trovato queste persone bravissime di ‘Binario 95’. Per me è stato un mezzo miracolo: mi hanno aiutato e accolto e ancora mi stanno aiutando anche per risolvere i miei problemi con la pensione”.
Oggi dopo tanta sofferenza spera di poter ottenere almeno una parte della pensione. Soldi che gli servirebbero per volare in Ecuador dall’amata moglie: “Ho dormito 7 mesi sui cartoni in mezzo alla strada, alla stazione Termini. Ero diventato un barbone al cento per cento: frugavo anche nell’immondizia – racconta Enrico –. In tutta la mia vita sono stato sempre io l’appoggio di tutti ma mi sono ritrovato in questa situazione in cui non vorrei mai che nessuno si trovasse perché ho sofferto, ho sofferto tanto. Forse il male va per il bene: con la malattia che ho avuto potrei richiedere un anticipo della mia pensione. Con 27 anni di contributi versati mi potrebbero dare tre quarti di pensione. E per me va benissimo, non voglio di più. L’importante è tornare da mia moglie che è più grande di me e che amo tantissimo e riprendere la mia vita con lei avendo quello che ci basta per vivere tranquilli gli anni che restano”.
Fonte: Adnkronos