Slitta al 2020 l’approvazione del nuovo piano del Fondo Salva-Stati. Ma il Presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno chiude a possibili modifiche del testo.
Notizie importanti arrivano dalla riunione dell’Eurogruppo a Bruxelles sul caso Mes. Come spiega Mario Centeno, Presidente del coordinamento che riunisce i Ministri delle Finanze dell’Unione Europea, ci sarà uno slittamento dell’approvazione della riforma al prossimo gennaio. Ma, si affretta a spiegare l’economista portoghese, c’è da discutere su alcuni aspetti mentre la struttura del provvedimento, presentata in giugno in Europa, non è in discussione. In altre parole, la discussione delle modifiche richieste da vari Stati membri, tra cui l’Italia, non verrà messa agli ordini del giorno. Il prossimo 12 e 13 dicembre, giorni previsti in origine per l’approvazione definitiva del Mes, non sarà votata la riforma. Nel mezzo, l’11, ci sarà il passaggio in Aula del Governo di Giuseppe Conte che a questo punto dovrà riferire cosa intende fare di fronte alla chiusura dell’Ue. Come spiega Centeno: “Non vedo la necessità di modificare l’accordo sulla riforma. Stiamo affrontando questioni tecniche ma l’accordo politico è stato raggiunto. Pensiamo che sia importante che il dibattito politico avvenga in tutti gli Stati membri. I ministri lo hanno sottolineato oggi. Ma non vedo margine. Il rinvio concordato va incontro a tutti i dibattiti che sono presenti nei nostri Paesi. Ma non ci sono ragioni per cambiare il testo”.
Come racconta RaiNews, durante l’ultima riunione dell’Eurogruppo, sarebbero emerse delle posizioni di contrasto su una parte della riforma, quella relativa alle Single Limble Cacs, ovvero le Clausole di Azione Collettiva. Non è in discussione il principio, concordato dai Paesi dell’Ue lo scorso giugno, ma se il provvedimento necessiti o meno di essere allegato al trattato di riforma, come vorrebbero alcuni Stati come ad esempio la Francia per venire incontro ad alcune disposizioni della Corte Costituzionale, oppure no. Il nodo non mette in discussioni in alcun modo tutto il provvedimento Mes, ma in attesa di decidere se il provvedimento di Single Limble verrà allegato o meno alla riforma, si continuerà a discutere sulle effettive condizioni contrattuali. Si tratta di uno dei passaggi che ha spinto Luigi Di Maio, capo politico del Movimento 5 Stelle, a chiedere al Ministro delle Finanze Roberto Gualtieri di chiedere all’Europa di rinviare l’approvazione del Mes, per ridiscutere i contenuti strutturali e in ogni caso dopo il pronunciamento del nostro Parlamento, a giugno 2020.
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte non sembra preoccupato dalle parole di Centeno che potrebbero scuotere pesantemente la sua Maggioranza. Il Capo dell’Esecutivo annuncia che ci sarà il passaggio parlamentare, ma a questo punto, con la discussione sulla riforma blindata dai vertici di Bruxelles, i numeri in Parlamento cominciano a ballare. Il M5S ha già fatto sapere che l’ultima parola spetterà al Parlamento, mentre il Partito Democratico e Italia Viva spingono per l’approvazione del Mes così com’è. Come riporta Fanpage, il Presidente Conte, a margine del vertice Nato a Londra, ha dichiarato di essere in contatto con i suoi omologhi europei sul caso: “Non vi é un rischio di veto, né un rischio di spaccatura nella maggioranza. Ci sono procedure, tempi e modi ai quali ci atterremo. Ci siamo aggiornati con con il ministro Gualtieri, ci sarà un passaggio parlamentare e procederemo con una interlocuzione lineare con i partner. Vedremo i tempi e modi per procedere. C’è una logica di pacchetto e a quella ci atteniamo. I vertici sono occasioni per confrontarsi con i colleghi su vari temi e ho parlato un po’ con tutti. Non entro nei dettagli, ma posso assicurare che quando si tratta di difendere gli interessi nazionali non mi distraggo mai”.
Intanto Matteo Salvini, torna all’attacco del Premier. Il leader della Lega aveva sostenuto nei giorni scorsi, durante una conferenza stampa a Montecitorio, di essere in possesso di documenti che attesterebbero la volontà di Conte di scavalcare la volontà parlamentare sul caso Mes. Per l’ex Ministro dell’Interno: “Questa è l’ennesima bugia di Conte, nel senso che da Bruxelles continuano a dire pacchetto chiuso e Conte dice invece che è aperto. Non mi stupirebbe l’ennesima bugia. Bisogna fermare la firma di qualcosa che è contro l’interesse nazionale”.
Mentre il Presidente Conte sostiene la correttezza del suo operato sul Fondo Salva-Stati, ovvero la costante interlocuzione con il Parlamento sulle varie tappe del provvedimento così come prevedono le norme, emergono varie incongruenze sulla posizione del Premier nei confronti delle aule. Come ricostruisce HuffingtonPost, vi sarebbero numerose falle nel racconto del Capo del Governo. L’accordo di massima sulla riforma Mes viene trovata dagli Stati membri Ue a fine 2018, dove viene dato mandato ai Ministri delle Finanze dei vari Stati di varare il testo che dovrà essere approvato nel giugno del 2019, cosa che avviene. Ma i lavori sugli altri due grandi provvedimenti previsti per la riforma finanziaria dell’Ue oltre al Mes, ovvero il bilancio comune dell’Eurozona e l’assicurazione sui depositi detto EDIS, a quei tempi non erano neanche partiti. Il Premier Conte, allora Presidente del Governo giallo-verde, inizia le sue comunicazioni al Parlamento sul Fondo Salva-Stati il 27 giugno del 2019, dove chiarisce la posizione dell’Esecutivo sul Mes: “Siamo contrari ad ogni rigidità nella riforma del Meccanismo europeo di stabilità: soprattutto perché nuovi vincoli al processo di ristrutturazione del debito potrebbero contribuire proprio essi all’instabilità finanziaria, anziché prevenirla. Non vogliamo neppure pericolose duplicazioni con i compiti della Commissione europea per la sorveglianza fiscale. All’Eurosummit a cui ho partecipato, è stato inoltre deciso, con il sostanziale contributo dell’Italia, di continuare a lavorare alla riforma dell’Unione Economica e Monetaria, purché ciò riguardasse un intero pacchetto di riforme, includendo quindi l’avvio di negoziati sul Sistema Europeo di Assicurazione dei Depositi (EDIS) e approfondendo la riflessione sullo Strumento di Bilancio dell’eurozona”.
In realtà la dichiarazione del vertice europeo di quel giorno certifica che le condizioni del Mes saranno pronte per dicembre, ed accenna soltanto al “pacchetto riforme”. Nelle successive comunicazioni alla Camera, Conte condanna i ritardi nel campo europeo per la realizzazione delle riforme in campo finanziario, affermando che l’Italia si è espressa su mandato del Parlamento. Aule però, che nel 2018, non hanno mai discusso del Mes. In più il Premier sostiene che il 21 giugno 2019, Camera e Senato si siano espresse sul provvedimento, ma non vi è traccia del testo durante la riunione di quel giorno. E dire che, su volere della Lega, il provvedimento avrebbe dovuto transitare a Montecitorio e Palazzo Madama. Insomma, il Premier Conte ha parlato della “logica pacchetto” pur sapendo che, dei provvedimenti allegati al Mes in Europa non si era ancora cominciato a discutere, e il Fondo Salva-Stati stesso, era stato chiuso ben prima. Molte cose sono capitate poi, sul fronte politico interno, da allora: su tutti, ovviamente, il cambio dell’Esecutivo. Il neo Ministro delle Finanze Roberto Gualtieri, appena nominato, ha infatti parlato di modifiche al testo, ma non di ridiscussione della struttura. Queste sarebbero le prove, secondo le opposizioni, delle menzogne del Presidente Conte, il quale avrebbe scavalcato il Parlamento, nell’attesa di trovare un accordo nella sua Maggioranza che gli avrebbe permesso di passare indenne la prova delle aule.
Fonte: RaiNews, HuffingtoPost, Fanpage
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