La religiosa è stata assegnataria di un assegno mensile, che però lo Stato le ha revocato lo scorso ottobre.
Del caso si è parlato a Mattino Cinque: suor Carla, che risiede nel Convento delle Orsoline a Roma, è stata tra i beneficiari del reddito di cittadinanza da aprile ad ottobre di quest’anno, quando il Fisco ha deciso di sospenderle il sussidio. La suora, che a differenza dei preti non percepiscono alcuno stipendio, ha usato, come sostiene, i 518 euro mensili per opere di beneficenza. Una vicenda che sta facendo molto discutere, poichè la religiosa, pur percependo il reddito di cittadinanza, non adempiva agli obblighi previsti da tale misura, ovvero il seguire corsi di formazione e il cercare un occupazione. Nasce un quesito dunque, lo Stato deve concedere questa misura alle suore anche se loro, per scelta di vita fatta, non troveranno un lavoro retribuito?
Come spiega Tgcom24, a suor Carla il sussidio è stato revocato a causa della situazione economica della famiglia che supererebbe la soglia per la richiesta dal reddito di cittadinanza. Le autorità preposte hanno, in particolar modo, messo a fuoco la condizione redditizia del padre della suora, che è proprietario di due alberghi. Ma suor Carla, seguendo le direttive del diritto canonico, ha rinunciato a qualsiasi bene materiale, risultando dunque nullatenente agli occhi del Fisco. Una querelle che si trascinerà in Tribunale, visto che suor Carla si è rivolta all’Associazione GiustItalia, che ha presentato un ricorso a suo nome contro l’Inps.
Fonte: Mattino Cinque, Tgcom24