In una lunga intervista, il capogruppo del Partito Democratico alla Camera Graziano Del Rio risponde a Luigi Di Maio sul caso Mes. I toni duri usati dall’ex Ministro lasciano trapelare l’insofferenza all’interno dell’Esecutivo del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Del Rio, dalle colonne di Repubblica, commenta le ultime dichiarazioni del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che nella giornata di ieri ha rivendicato il ruolo di leadership del Movimento 5 Stelle nella Maggioranza del Governo Conte, ponendo un diktat agli alleati del Partito Democratico sulla vicenda Mes: “Vedo minacce del tipo ‘senza di me questo non passa’ oppure ‘noi siamo l’ago della bilancia’. Dobbiamo rispettare tutte le sollecitazioni che vengono dalle forze di maggioranza, a maggior ragione quando arrivano dal partito più forte in Parlamento: il Movimento 5 stelle. Ma l’approccio di Di Maio non mi piace. Ricattare gli alleati non può essere un metodo. Non abbiamo paura delle elezioni. Non l’avevamo neanche la scorsa estate”.
“Invece di rafforzare il Pd abbiamo pensato al Paese, Di Maio lo ricordi”
Il capogruppo dem a Montecitorio lancia continue frecciate all’alleato grillino e ci tiene a ricordare a Di Maio e soci che la scelta del Partito Democratico di non andare alle urne dopo la caduta del Governo giallo-verde è stato uno sforzo di responsabilità: “La scorsa estate quando ancora non si erano verificate due scissioni, avremmo potuto rafforzare il Pd correndo alle urne. Invece abbiamo scelto il Paese e le famiglie italiane che altrimenti avrebbero pagato i 23 miliardi della tassa Salvini sull’Iva. Il nostro obiettivo è continuare a lavorare per sbloccare investimenti fermi da due anni, stimolare il lavoro peri giovani, mettere i soldi nelle tasche dei lavoratori dipendenti come abbiamo già cominciato a fare con la manovra”.
Del Rio non sembra voler giustificare in alcun modo le tattiche grilline. Il Partito Democratico ha sperato nell’intervento risolutore di Beppe Grillo, ma il fondatore del Movimento non sembra essere in grado di tenere a bada le troppe anime che ormai, con difficoltà, coesistono all’interno del M5S. Per l’ex Ministro del Governo Renzi serve al più presto un’alleanza sui contenuti e non un nuovo contratto di Governo, così come proposto dai grillini: “Sa chi voleva fare un contratto tra Nord e Sud tanto tempo fa? Il secessionista Gianfranco Miglio. Era lo strumento più utile per stabilire un vincolo che si poteva sciogliere in qualsiasi momento. No. Abbiamo bisogno di un patto sulla base di quello che abbiamo deciso ad agosto nel programma di governo e sui temi comuni che anche Beppe Grillo ricorda continuamente: un’agenda per l’ambiente, l’attenzione alla giustizia sociale, un nuovo sviluppo sostenibile. Se qualcuno pensa che non sia possibile farlo ce lo dica chiaramente. Non intendiamo correre dietro a nessuno”.
“Sul Mes Di Maio è caduto nella trappola di Salvini”
Del Rio torna sul caso che sta incrinando l’Esecutivo di Conte, il Fondo Salva-Stati. Per l’esponente dem, non solo Luigi Di Maio non avrebbe spiegato quali siano le sue richieste di modifiche, ma sarebbe anche caduto nella trappola propagandistica e mediatica di Matteo Salvini. Spiega l’ex Sindaco di Reggio Emilia: “Troveremo un’intesa sul Mes, non ho dubbi. Questa è l’unica strada. Sarebbe auspicabile che la firmassero anche i partiti di opposizione, ma questo forse non è possibile. Non capisco la drammatizzazione. Non ho mai sentito spiegare da Di Maio dove va cambiato e perché. Ho invece ascoltato solo avvertimenti e dichiarazioni di principio. Spero che il capo politico dei 5 stelle ne abbia parlato con Gualtieri e abbia detto a lui dove occorre intervenire. In questi giorni il Ministro dell’Economia siederà ai tavoli internazionali. Lì si discuteranno modifiche e correzioni. Ma il dibattito italiano è surreale. II vero problema come ho detto alla Camera è la valutazione del rischio dei titoli di Stato come vorrebbero i tedeschi non il Mes, che non riguarderà noi, e che non parla di ristrutturazione del debito e semmai rafforza il sistema delle banche in casi estremi. Lo hanno scritto loro, i giallo-verdi, durante il precedente governo. Mi sembra che i 5 stelle siano caduti in una trappola populista preparata ad arte dal parolaio Salvini”.
Il capogruppo democratico chiede chiarezza agli alleati di Governo, ma avverte che la partita del Mes si gioca sui tavoli di Bruxelles, dove a sedere ci sarà il Ministro delle Finanze dem Roberto Gualtieri: “Gli esecutivi durano se hanno obiettivi chiari. Questo significa avere uno spirito di governo. Un’anima, come dice Zingaretti. Cioè dare la percezione ai cittadini, oltre che la sostanza, che siamo impegnati a risolvere i loro problemi quotidiani. Il Mes non lo è. Lo si risolve a livello europeo. Stare a quel tavolo è il modo migliore per difendere la sovranità nazionale. Oggi ci sarà un’audizione del governatore di Bankitalia Visco in Parlamento. Servirà a fare chiarezza”.
“La Riforma della Giustizia? Siamo stati leali con Bonafede”
Il Partito Democratico intanto, ha respinto la richiesta delle opposizioni di bloccare la Riforma della Giustizia voluta dal Ministro Alfonso Bonafede, come spiega Il Fatto Quotidiano, che entrerà in vigore il prossimo gennaio. Un amaro boccone da mandare giù in nome della stabilità del Governo, visto le numerose resistenze all’interno del gruppo dem sui provvedimenti, in particolar modo su quello che regola la prescrizione: “Siamo stati leali. Ma abbiamo detto al ministro Bonafede che il blocco della prescrizione è accettabile solo se ci sono garanzie sulla durata del processo. Come sostiene anche la Consulta. Si lavora in silenzio e con serietà perché questa intesa con il Guardasigilli venga raggiunta. Non stiamo difendendo una nostra bandierina. Lo ripeto sempre: tra la P di Paese e la P di partito mettiamo sempre davanti la prima. Ma sui diritti non si scherza Ed è un diritto anche che i processi non durino all’infinito. Sul tema Italia Viva si è astenuta e non è bello. Non faccio prediche, non ho niente da insegnare agli alleati. Ma cerco di essere serio e di aiutare il governo. Astenersi su una proposta dell’opposizione, che considerava urgente un blocco che urgente non è, mi sembra sbagliato”.
Fonte: Repubblica, Il Fatto Quotidiano