Al Nazareno si fidano sempre meno del Movimento 5 Stelle e di Luigi Di Maio. Il timore è che i grillini vogliano al più presto tornare al voto ed in quel caso nulla fermerebbe la corsa di Matteo Salvini a Palazzo Chigi.
Nervi tesi nella Maggioranza del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Come racconta Il Corriere della Sera, il Segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti nutre sempre più dubbi su Luigi Di Maio e i suoi parlamentari. Il caso più emblematico è il Mes: il Minisitro degli Esteri sa benissimo che la firma sul trattato è voluta fortemente dal Conte e dal Ministro delle Finanze Roberto Gualtieri, ma piuttosto che darla vinta preferirebbe allearsi in Aula con l’opposizione al momento del voto, facendo di fatto cadere l’Esecutivo. Il capo politico dei grillini spinge per l’approvazione dei vecchi provvedimenti elaborati dall’allora Governo Conte I, che però secondo i dem necessitano di modifiche. Di Maio ha dichiarato che nel gennaio 2020 vuole far approvare la riforma della giustizia. Cosa che ha indispettito e non poco il Pd, che aveva chiesto modifiche importanti al testo e quindi di ridiscuterne per un tempo maggiore.
Lo stesso dicasi per la riforma delle autonomie regionali che ha subito un importante svolta con il Ministro per gli affari regionali Francesco Boccia, che è riuscito a trovare un intesa tra Vincenzo De Luca e Michele Emiliano, che minacciavano di ricorrere alla Corte Costituzionale e i Governatori delle Regioni proponenti, Luca Zaia e Attilio Fontana. Tutto saltato per il “no” del Movimento 5 Stelle, che ha lasciato nell’impasse il provvedimento. Quello che più temono al Nazareno è il ritorno di Alessandro Di Battista, che potrebbe spostare su posizioni antieuropeiste il Movimento. Come ha dichiarato il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini: “Se Di Maio dovesse abbracciare la linea di Di Battista, quella cioè del no alla Commissione von der Leyen e del no al fondo salva-Stati, la nostra pazienza sarebbe esaurita”. L’isolamento in Europa sarebbe inaccettabile per i dem. Ma ci sono altri temi che dividono, come spiega HuffingtonPost, dem e grillini. Dalle regionali in Emilia Romagna e Calabria alla bocciatura della nomina di Mario Orfeo in Rai, passando per la plastic tax. Posizioni che potrebbero portare alla rottura definitiva e riportando al Governo Matteo Salvini, come spiega Dario Franceschini: “Con il ‘no’ al Mes la corda diventerebbe troppo tesa e si spezzerebbe. Avanti così finirà che l’incasso del risanamento lo farà il Salvini I”.
Fonte: Corriere della Sera, HuffingtonPost