Il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa invita il Governo ad intervenire al più presto sulla messa in sicurezza del territorio, l’indomani del crollo del viadotto sulla tratta A6 Torino-Savona.
Sergio Costa, Ministro dell’Ambiente, ha esortato dalle colonne de Il Messaggero, il Governo Conte ad intervenire sulla manutenzione delle infrastrutture e sulla messa in sicurezza del territorio. Il Ministro è stato raggiunto a Londra, dove ha partecipato ad alcuni incontri internazionali, a partire dalla Cop, la conferenza Onu sui cambiamenti climatici che il prossimo anno si svolgerà tra Regno Unito e Italia. Il crollo di una parte del viadotto sull’autostrada A6 Torino-Savona è un campanello d’allarme troppo importante per il Ministro: “Dobbiamo aprire i cantieri, la messa in sicurezza del territorio non può più aspettare. Lo dobbiamo alle vittime delle tragedie causate negli ultimi anni dagli effetti del dissesto idrogeologico, a chi ha perso la casa. È il momento di aprire i mille cantieri per la messa in sicurezza del territorio, il Parlamento approvi in fretta il piano”.
“Il climate change sta influendo sicuramente”
Per il Ministro Costa sono due i motivi di hanno causato lo stato attuale di cose: “Ci sono due fattori fondamentali: la tropicalizzazione del clima a causa del climate change. Non lo dico io, ma gli scienziati dell’Ipcc che nell’ultimo rapporto dell’anno scorso lo hanno annunciato. Ci avevano anticipato l’arrivo di piogge più violente e venti più forti soprattutto nella nostra fascia geografica. Ed ecco che sta avvenendo. C’è un altro fattore: l’endemica fragilità dell’Italia: il 79 per cento del territorio è a rischio per il dissesto idrogeologico. Dopo decenni di totale incuria e di pastoie burocratiche, abbiamo iniziato un massiccio piano di prevenzione destinando e stanziando 700 milioni di euro in sei mesi, per tutte le regioni. Adesso però partano i cantieri”.
Per il capo del Dicastero dell’Ambiente bisogna investire ed è convinto che il Piano Italia presentato dal Governo, qui spiegato nel dettagli da Fanpage, possa dare delle risposte concrete: “Bisogna spenderli, per forza. Lo dobbiamo alle vittime e alle famiglie che in queste ore sono senza casa, alle quali va tutta la mia vicinanza. Non c’è un’alternativa. Inoltre bisogna dire che non sono solo fondi Ue. Nei 700 milioni stanziati, in sei mesi, ci sono anche fondi del governo, del piano “Proteggi Italia” e in tutto abbiamo circa 6,5 miliardi per la prevenzione. Spesso poi i comuni non hanno tecnicamente la possibilità di fare i progetti e di realizzarli. E una situazione di difficoltà oggettiva dalla quale non si può prescindere”.
“Al più presto dobbiamo aprire mille cantieri per il territorio”
Il Ministro spiega come l’apertura dei cantieri sia fattibile, grazie ai provvedimenti adottati dal Governo Conte in questi mesi: “Per questo abbiamo lavorato a un disegno di legge, approvato dal consiglio dei ministri e dalla conferenza delle regioni all’unanimità e calendarizzato al Senato: con Cantiere Ambiente riduciamo ulteriormente i tempi per l’apertura dei cantieri, ci affianchiamo ai comuni con una task force di tecnici, anticipiamo la spesa per la progettazione. Il Parlamento però deve sbrigarsi ad approvarlo, è importante. È il momento di aprire i mille cantieri per la messa in sicurezza del territorio. Prima di tutto, come ho detto, vogliamo accelerare sull’apertura dei cantieri, da nord a sud. Con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, abbiamo realizzato un piano da undici miliardi in totale. È il nostro Piano Marshall per curare le ferite di argini di fiumi, fianchi di montagne, strade, bacini idrici. Sto parlando di tutti quei luoghi fragili, pericolosi, che fanno vivere milioni di cittadini nella paura quotidiana. Non possiamo né dobbiamo più consentirlo”.
Gli interventi si concentreranno nella aree considerate più a rischio per il Paese, anche se Costa ribadisce che il problema tocca da vicino tutti i cittadini italiani: “Purtroppo non c’è una parte più fragile del Paese. Liguria, Piemonte, Toscana, Veneto, sono sorvegliati speciali, ma ieri c’è stata anche l’esondazione del Sarno. Nessuno, purtroppo, può dirsi al sicuro nel nostro Paese. Per questo dobbiamo fare presto. Lo ripeto: abbiamo ridotto di due terzi il tempo dell’erogazione dei fondi e ne sono stati erogati circa 700 milioni in sei mesi. In tutta Italia. Stiamo lavorando a stretto contatto con le regioni per mettere in sicurezza il territorio ma è una corsa contro il tempo”.
Fonte: Il Messaggero, Fanpage