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Politica

Porti Aperti, le navi Open Arms e Aita Mari hanno il via libera per l’Italia

Autorizzato l’attracco di due navi ong a Taranto e Pozzallo. Si chiede l’aiuto degli altri Paesi della Ue. Si teme una nuova ondata di sbarchi. 

Il Viminale ha autorizzato lo sbarco delle navi Open Arms e Aita Mari sulle coste italiane. Lo racconta Repubblica, specificando che il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, sta collaborando con i Paesi europei per l’attuazione del piano di ricollocazione stilato nei mesi scorsi. Sono infatti 157 i migranti soccorsi dalle due navi ong, appartenenti alla flotta di Sea Eye, al lago delle coste libiche e tunisine nei giorni scorsi. Malta, Francia e Germania si faranno dunque carico di accogliere una parte dei migranti, mentre che nel frattempo verranno fatti sbarcare e poi successivamente trasportati nei centri di primo soccorso, per le iniziali cure mediche e per la loro identificazione. La nave Open Arms, con 73 persone a bordo, sbarcherà a Taranto, mentre la Aita Mari, con a bordo 78 naufraghi attraccherà a Pozzallo.

Proprio da Taranto nei giorni scorsi, come rivelato dalla Gazzetta del Mezzogiorno, è ripartita la nave Alan Kurdi, che ha raggiunto la Sea Eye nelle acque della Sar Libica. Al momento sono le uniche due navi Ong presenti nel Mediterraneo, visto che nella giornata di ieri, la Ocean Viking, ha raggiunto il porto di Messina con 215 persone a bordo. Il motivo di questo vertiginoso aumento di sbarchi è dovuto all’inasprirsi dei combattimenti nel nord della Libia. Nelle ultime 72 ore, sono partiti dal nord del Paese africano quasi 800 persone, numero inevitabilmente destinato a salire.

Si spera di poter convincere altri Paesi per la redistribuzione dei migranti

Intanto le condizioni meteorologiche avverse hanno fermato le condizioni di ricerca della nave che due giorni fa aveva lanciato un Sos ad Alarm Phone. Salvati al momento 149 superstiti, ma 5 cadaveri sono stati trovati al largo di Lampedusa e si teme che il numero possa salire, come racconta Il Fatto Quotidiano. L’aiuto di Malta, Francia e Germania potrebbe quindi non bastare se il conflitto in Libia dovesse proseguire. Si spera che anche altri paesi dell’Unione Europea sottoscrivano l’accordo per la ridistribuzione dei migranti, altrimenti la situazione diverrà insostenibile. La Guardia Costiera libica, unitamente a quella tunisina, cercano, in maniera piuttosto blanda, di fermare le imbarcazioni che partono dai loro porti. Ma è evidente che i loro sforzi siano insufficienti. Si teme una nuova ondata di partenze nelle prossime 48 ore nel Mediterraneo.

 

Fonte: Repubblica, Il Fatto Quotidiano

 

Pubblicato da
Mario Cassese

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