Il Presidente Conte assicura, dopo l’incontro con l’ArcelorMittal, che c’è la possibilità di un nuovo progetto industriale. Mentre le Procure di Taranto e Milano continuano il loro lavoro, il Governo cerca un piano contro gli esuberi previsti dall’azienda.
L’incontro tra il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ed i vertici ArcelorMittal sembra aver dato segnali incoraggianti. L’azienda si è detta disponibile ad iniziare le trattative, dopo essere ricorsa al Tribunale di Milano per richiedere la rescissione del contratto firmato nel novembre del 2018. Come riporta l’agenzia Ansa, Lakshmi e Aditya Mittal hanno incontrato Conte, insieme al Ministro delle Finanze Roberto Gualtieri e al Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, con un atteggiamento decisamente diverso da quello delle ultime settimane. Proprio alcune ore prima dell’incontro, i Carabinieri di Roma e Taranto avevano eseguito ispezioni negli stabilimenti ex Ilva. Le due inchieste aperte dalla Procura di Milano e dalla Procura di Taranto stanno bloccando il piano originario del colosso franco-indiano. Ma ora, per convincerli a non abbassare la produzione e il conseguente taglio dei lavoratori serve un progetto importante di riqualificazione industriale. I margini per la trattativa ci sono, ma all’interno dell’Esecutivo sono in molti a dubitare delle reali intenzioni della multinazionale. Resta da sciogliere il nodo degli esuberi, che l’azienda continua a reputare necessari anche nel prossimo progetto. Il Governo cerca di mantenerli al minimo, ma potrebbe prevalere il piano originario di dimezzare i 5.000 richiesti dall’ArcelorMittal.
Verso le 23 di ieri sera, il Premier Conte ha raggiunto i giornalisti a Palazzo Chigi per informali degli esiti dell’incontro. Nella prima parte della conferenza stampa, in presenza dei Ministri Gualtieri e Patuanelli, il Presidente ha aperto ad un possibile ingresso di capitale pubblico nel progetto di riqualificazione industriale. Il Mise però non starebbe pensando a Cassa Deposito e Prestiti, come paventato nei giorni scorsi, bensì a Fincantieri, come anticipato dal Corriere della Sera : “I signori Mittal si sono resi disponibili ad avviare una interlocuzione, immediatamente, volta a definire un percorso condiviso sul futuro delle attività degli stabilimenti ex Ilva a Taranto. L’obiettivo di questo percorso è il pervenire ad un nuovo piano industriale che contempli nuove soluzioni produttive con tecnologie ecologiche e che assicuri il massimo impegno nel risanamento ambientale. Ho riferito loro della necessità di realizzare un piano di transizione energetica. Abbiamo valutato anche la possibilità di un coinvolgimento pubblico nel progetto, in ragione dell’importante ruolo dell’Ilva nell’economia italiana. Il Governo è disponibile a sostenere questo processo, nel caso anche con misure sociali, se necessarie, in accordo con le associazioni sindacali. Fermo restando che dal nostro punto di vista andrà garantito il massimo livello di occupazione”.
Poi il Presidente Conte si rivolge direttamente ai cittadini di Taranto, promettendo per la città un progetto industriale che mantenga gli stessi livelli occupazionali uniti alla riqualificazione ambientale chiesta dalla comunità pugliese: “L’obiettivo è giungere ad un accordo. Il 27 novembre è fissata l’udienza per quanto riguarda il procedimento cautelare d’urgenza, da noi proposto contro l’azione dell’azienda di recedere dal contratto. Risulta chiaro che tale procedimento sarà rinviato, se si dovesse giungere ad un accordo con l’ArcelorMittal. L’azienda dovrà mantenere l’attività produttiva, ai massimi livelli, anche durante questa fase negoziale. Ieri abbiamo lavorato, in Consiglio dei Ministri, per analizzare i primi, ma già significativi progetti, per Taranto città. Lo abbiamo chiamato Cantiere Taranto. Ringrazio i tanti investitori, anche nazionali, che si sono già prodigati per portarci questi progetti, che cercheremo di coordinare insieme ad altre misure di nostra più specifica competenza governativa. Torneremo presto a Taranto per presentare un pacchetto integrato di misure per la città”.
Ai giornalisti presenti in sala che chiedevano se i Mittal avessero richiesto lo scudo penale, il Capo del Governo risponde in maniera piccata. Conte perde il suo classico aplomb e dichiara che l’immunità penale non è nei pensieri del Governo: “Voi siete appassionati alla misura dello scudo penale. Non abbiamo discusso di scudo penale, ma del rilancio di un polo industriale che ha in prospettiva un rilievo per l’intero sistema manifatturiero nazionale. Voi siete concentrati sullo scudo e sicuramente da domani inizierà il dilemma. A, come gli altri Ministri, preoccupa di più ottenere un piano industriale sostenibile che possa creare a Taranto il polo siderurgico più all’avanguardia nel mondo. Prendiamo atto della Mittal dell’atteggiamento, molto diverso dall’ultimo incontro, di apertura verso tale progetto. Fermo restando che non abbiamo per adesso incassato nessun risultato. Si darà avvio ad un negoziato faticoso e complicato”.
Fonte: Ansa, Il Corriere della Sera
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