Non si concretizza la nascita del nuovo consorzio che avrebbe dovuto salvare Alitalia. Governo spiazzato e il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte punge Atlantia dei Benetton.
Saltato l’ultimo giorno utile per la presentazione dell’offerta per il salvataggio di Alitalia, il Governo cerca di correre ai ripari. Come racconta Repubblica, il Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, darà incarico ai commissari di prolungare il termine, che però non potrà superare il prossimo 3 marzo. Il nuovo consorzio, denominato Nuova Alitalia, sarebbe dovuto essere composta dall’accoppiata italiana Ferrovie dello Stato e Atlantia, più una grande compagnia, l’americana Delta o la tedesca Lutfhansa. Ma ci sono diversi problemi da risolvere.
Fs ha fatto sapere che il partner Atlantia non ha al momento intenzione di proseguire, mentre la compagnia Delta ha messo sul piatto 100 milioni di euro, che però dovrebbero essere aumentati data la richiesta della compagnia di aggiungere 3 nuove rotte verso l’America del Nord. Per Lufhtansa in discorso è molto più complicato: i tedeschi hanno parlato di “accordo commerciale” e vorrebbero che tutti gli interessati firmassero un risk sharing, ovvero una divisione dei mancati introiti che potrebbero derivare da un calo del giro di affari di Alitalia, in particolare, sulle rotte intercontinentali. La compagnia, infatti, passando dall’alleanza con Delta e Air France-Klm (Sky Team) a quella guidata da Lufthansa e United Airlines (Star Alliance), potrebbe perdere qualche milione di euro nel corso della transizione. Ma a preoccupare di più è certamente la situazione dell’attuale Alitalia e dei milioni di euro di perdite che si trascina dietro.
Come rivela Gianni Dragone, dalle colonne de Il Sole 24 Ore, i conti di Alitalia sono in rosso. I dati trapelano da fonti autorevoli al Mise, dato che i tre commissari designati, Stefano Palean, Enrico Laghi e Daniele Discepolo, non hanno l’obbligo di presentare bilanci annuali, ma solo relazioni trimestrali. Ma i numeri che emergono devono avvicinarsi molto alla realtà e ciò spiegherebbe l’atteggiamento di Atlantia, ma anche di Lufhtansa. Si teme una perdita di quasi 100 milioni in più rispetto l’anno scorso, che significherebbe una perdita complessiva di 600 milioni per l’esercizio del 2019, su poco più di 3 miliardi di ricavi. Alitalia tiene i suoi aerei in volo grazie ai contributi pubblici: già sono stati spesi i 900 milioni di euro concessi dal Governo Gentiloni. Per fine anno verranno erogati altri 400 milioni di euro previsti nel Decreto Crescita.
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, come riporta l’agenzia Ansa , punge Atlantia, ma si manifesta fiducioso circa la riuscita della creazione della nuova cordata: “Il governo è compatto su una soluzione di mercato: in questo momento ci sono dei soggetti che hanno fatto delle proposte, hanno presentato manifestazioni di interesse, Fs in particolare, Delta, c’è anche l’interesse di Lufthansa. Mi dicono che Atlantia non abbia confermato la manifestazione di interesse che aveva preannunciato. Di questo dobbiamo prendere atto. Il Governo prende atto del fatto che Atlantia ha partecipato, si è anche cimentata nel contribuire a rafforzare il piano industriale, in piena libertà, senza alcuna pressione da parte del governo”.
Dietro la rinuncia di Atlantia ci sarebbero delle mancate garanzie, richieste al Governo. Nel comunicato diffuso lo scorso 19 novembre infatti, i vertici dell’azienda non sembrano chiudere definitivamente: “Resta ferma la disponibilità di Atlantia a proseguire il confronto per l’individuazione del partner industriale e perla definizione di un business plan condiviso, solido e di lungo periodo per il rilancio di Alitalia”. Sembra che i Benetton abbiano come obiettivo principale il salvacondotto per la redditizia concessione di Autostrade per l’Italia e, prima di impegnarsi su Alitalia, vorrebbero una garanzia scritta del Governo.
Fonte: Ansa, Il Sole 24 Ore, Repubblica
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