Alitalia slitta ancora il salvataggio. Fs frena: “Non ci sono ancora le condizioni”

L’offerta di Fs-Atlantia per salvare Alitalia non è arrivata. La nascita del consorzio, che era prevista per la giornata di ieri, è slittata a data da destinarsi. Ma il Ministro Stefano Patuanelli appare ottimista e si dice convinto che la trattativa si concluderà in breve tempo.

Slitta il salvataggio di Alitalia - Leggilo.org

 

Ennesimo rinvio, l’ottavo consecutivo, per il salvataggio di Alitalia. Il Governo continua a puntare sul suo piano iniziale, ossia la nascita di un consorzio formato da Ferrovie dello Stato e Atlantia, con un partner di spessore, al momento la compagnia americana Delta o i tedeschi di Lufthansa. Come racconta Repubblica, Fs, preso atto della frenata dei soci di Atlantia, non ha potuto fare a meno che congelare l’offerta, che avrebbe dovuto essere presentata nella giornata di ieri. Per Atlantia, l’offerta di Delta sarebbe insufficiente e ad oggi, non sono maturate le condizioni idonee per la nascita del consorzio. Ferrovie ha fatto sapere che questa non è una chiusura. Tocca ora agli amministratori straordinari, in carica da oltre 30 mesi, concedere altro tempo per la formazione del consorzio. Tempi che dovranno in ogni caso essere molto brevi, dal momento che, i 400 milioni di euro di prestito ponte stanziati dal Governo, uniti al miliardo elargito nel 2017, sosterranno la compagnia fino ai primi mesi del 2020.

I nodi ancora da sciogliere per la nascita del consorzio

Per il Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, ci sono da limare alcuni aspetti, ma i pilastri per la costituzione del consorzio sono stati eretti. Per quanto riguarda la compagnia Delta sarebbe state accettate le richieste avanzate dal Governo sul’incremento delle rotte internazionali. Nell’ultima proposta della compagnia americana, avanzata lo scorso lunedì, ci sarebbero tre nuove rotte per il Nord America, che vanno ad unirsi ai 100 milioni di euro pattuiti nelle settimane scorse. Rotte nuove che servirebbero, nei piani del Mise, a mantenere alta la concorrenza della nuova Alitalia con le grandi compagnie di bandiera europee.

Il discorso su Lufthansa è invece più complesso di quanto vogliano far credere da Palazzo Piacentini. La compagnia tedesca infatti non ha ancora dichiarato il capitale di ingresso nel consorzio, ossia la cifra che metteranno sul piatto per l’acquisizione di una fetta di Alitalia. I vertici di Lufthansa hanno parlato per ora di “accordo commerciale“, una posizione che al momento ha spiazzato il Mise. Dietro le preoccupazioni dei tedeschi il rischio di perdita di utili, che Lufthansa quantifica in circa 50 milioni di euro, per il passaggio di Alitalia dall’alleanza, tra compagnie, Sky Team a quella formata da Lufthansa e United Airlines, ovvero la Star Alliance. I tedeschi hanno richiesto garanzie in tal senso, chiedendo a tutti i partecipanti un “risk sharing”, ossia una condivisione del rischio, in questo caso la perdita degli utili, diviso equamente.

Patuanelli: “Alitalia poteva essere salvata 10 anni fa”

Il Ministro Stefano Patuanelli, come riporta l’agenzia Adnkronos, non sembra preoccupato dalla situazione: “Nella lettera di ieri Lufthansa chiede cose che si possono ottenere ma l’unica cosa che veramente manca nella sua proposta è la compartecipazione all’equity. La proposta di Delta è una proposta interessante in cui mancano solo piccoli accorgimenti. Spero ancora nell’interessamento ancora più consolidato dei soggetti che attualmente stanno cercando di costituire il consorzio. E comunque per l’ex compagnia di bandiera credo che si dovrà passare da una fase di ristrutturazione ma che tenga conto della necessità del mantenimento dei posti di lavoro”.

Patuanelli conclude: “La compagnia dà lavoro ad 11mila persone più l’indotto e che è uno dei più grandi contribuenti della Regione Lazio e quindi bisogna anche tenere conto di queste cose, Un’eventuale fallimento avrebbe un peso sulle casse dello Stato a causa dell’attivazione degli ammortizzatori sociali. Nessuna grande compagnia ha fatto un’offerta seria di rilancio di Alitalia anche perché la compagnia sconta un elemento fondamentale: è troppo piccola per essere davvero una grande compagnia ma troppo grande per essere una piccola compagnia. C’è ancora un margine rispetto ai due partner tecnici che hanno mostrato interesse per Alitalia. Bisogna arrivare al closing entro marzo, quel termine non si può spostare. Alitalia poteva essere un dossier risolto 10 anni fa nel 2009 ma la politica ha impedito che potesse essere risolto”.

 

Fonte: Repubblica, Adnkronos

Gestione cookie