Il Governo giallorosso ancora scisso. Questa volta il terreno di scontro è la riforma del Mes, il Meccanismo europeo di stabilità. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, supportato dal PD, è pronto ad obbedire alle riforme volute dall’Europa ma i Cinque Stelle dicono no.
In questi giorni il nuovo punto che segna la frattura tra gli alleati giallorossi è la riforma del Mes, il Meccanismo europeo di stabilità. Mentre il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, secondo voci di corridoio trapelate da Palazzo Chigi, sarebbe disposto a procedere alle modifiche richieste dall’Europa con il beneplacito del Pd di Nicola Zingaretti, di tutt’altra idea sarebbero i Cinque Stelle capeggiati da Luigi Di Maio.
Ma facciamo un passo indietro per capire meglio cosa comporterebbe la riforma del Mes. Il Meccanismo europeo di stabilità è stato istituito nel 2012 per aiutare gli Stati membri in caso di difficoltà economica. Tutti gli Stati dell’eurozona devono contribuire al fondo del Mes e l’Italia, ad oggi, è il terzo paese in ordine di contributi, preceduto solo da Germania e Francia. Questi aiuti erogati dal Mes – come specifica AGI – possono concretizzarsi attraverso differenti strumenti tra cui acquisizioni di titoli di Stato e prestiti in cambio di riforme concordate. Lo scorso 14 giugno, durante il primo Governo Conte, la riunione dei ministri delle Finanze dei 19 Stati Ue che hanno adottato l’euro – aveva concordato una bozza di riforma del Mes. Tra i punti cardine di questa bozza di riforma, due sono di particolare interesse. Il primo prevede che i fondi che gli Stati fanno confluire nel Mes possano andare a tamponare eventuali carenze del Fsr, cioè un fondo che ha lo scopo specifico di salvare le banche da ipotetiche crisi. Il secondo punto focale della riforma del Mes prevede, invece, che ogni Stato, per poter accedere ai fondi in caso di necessità, rispetti rigorosamente i criteri di stabilità fissati dall’Unione Europea. Questo anche a costo di aumentare la tassazione. In pratica per potersi salvare in caso di bisogno e potersi riappropriare dei propri soldi, ogni Stato dovrà seguire pedissequamente le misure imposte dall’Ue. Inoltre – come sottolinea il Corriere della Sera – con la riforma verrà rafforzato il ruolo del Mes, organo tecnico, a scapito della Commissione Ue, che è un organo politico.
Lega e Cinque Stelle dicono “no” alla riforma del Mes
In previsione del responso della Commissione europea che, come tutti già si aspettavano, ha promosso la Manovra Finanziaria ma con parecchie riserve e ha annunciato che intende ricontrollare i conti pubblici in Primavera, da Palazzo Chigi sono trapelate indiscrezioni secondo le quali il premier Giuseppe Conte insieme al Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri starebbero già lavorando ad una riforma del Mes. Questo ha subito suscitato forti reazioni sia da parte dell’opposizione sia da parte degli alleati Cinque Stelle. I pentastellati, infatti – riferisce Fanpage – hanno chiesto al capo politico Luigi Di Maio di convocare un vertice di maggioranza: “Conte non può fare come vuole. Il Parlamento gli aveva dato un preciso mandato e lui è tenuto a rispettarlo. Il Parlamento non può essere tenuto all’oscuro di tutto come è suo solito fare”. Dai banchi dell’opposizione, invece, si è levata la voce del leghista Claudio Borghi, presidente della commissione Bilancio: “Conte non chiarisce mai nulla. Anziché rassicurarci ha solo fatto crescere le nostre preoccupazioni con il suo atteggiamento”. E il leader del Carroccio Matteo Salvini ha aggiunto: “Anziché una misura salva-Stati qui rischiamo di fare una misura ammazza-Stati e di distruggere ogni forma di sovranità”. Per mettere tutto e tutti a tacere il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte – riferisce Adnkronos – ha annunciato che si riunirà con il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri venerdì 22 novembre e che riferirà tutto in Senato il 10 dicembre. Per il momento ha anticipato: “Non abbiamo ancora deciso nulla. In ogni caso la riforma del Mes dovrà rientrare in un pacchetto riforma più ampio”. E riguardo agli attacchi provenienti dall’opposizione ha commentato: “Mi stupisco che sia proprio Matteo Salvini a sollevare tutto questo polverone. La Lega era presente a tutti i tavoli in cui discutevamo del Mes. Dunque ora cosa vogliono?”. Ma Salvini non si è lasciato zittire e ha controbattuto: “Vogliamo che l’Italia non perda la sua sovranità. E Conte è il solito bugiardo perché è vero che noi partecipavamo a quei tavoli ma è ancor più vero che siamo sempre stati contrari al Mes e lui questo lo sa benissimo”.
Fonte: Adnkronos, AGI, Fanpage, Corriere della Sera