Giornata intensa sul fronte ArcelorMittal. L’azienda ha annunciato lo stop allo spegnimento degli altoforni, mentre i commissari preparano una contromossa. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella convoca i sindacati al Quirinale e scavalca il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il Ministro Francesco Boccia intanto svela che l’unico piano per il post ArcelorMittal è l’amministrazione straordinaria.
L’ArcelorMittal ha sospeso la chiusura degli impianti ed ha riaperto gli uffici commerciali degli stabilimenti di Taranto, come richiesto giorni fa dai commissari. Lo scrive Repubblica che annuncia anche che la Procura di Milano sta indagando sul caso Mittal, oltre che per l’articolo 499 del codice penale ovvero per “distruzione di materie prime o di mezzi di produzione con danno all’economia nazionale”, anche per il mancato pagamento dei creditori dell’indotto Filoni, per appropriazioni indebite, false comunicazioni societarie e al mercato. Intanto il Tribunale di Milano ha fissato al prossimo 27 novembre la data dell’udienza per il ricorso cautelare dei commissari ed ha invitato il colosso franco-indiano : “A non porre in essere ulteriori iniziative e condotte in ipotesi pregiudizievoli per la piena operatività e funzionalità degli impianti dello stabilimento siderurgico”.
Mattarella convoca i sindacati
La partita si gioca nei Tribunali, mentre il Governo Conte al momento non riesce a trovare una strategia univoca. Il Movimento 5 Stelle si oppone alla reintroduzione dello scudo penale per l’azienda, mentre è fissato per il 13 dicembre lo spegnimento dell’altoforno 2, deciso dal Tribunale di Taranto, per i mancati lavori di bonifica non svolti dall’ArcelorMittal. Il piano proposto dal Partito Democratico che prevedeva un dimezzamento degli esuberi, ossia 2.500, un maxi sconto sull’affitto degli stabilimenti e il reinserimento dell’immunità non è nemmeno arrivato al Cdm e sembra ormai essere stato sorpassato dalle offensive legali dell’azienda.
Intanto nella giornata di ieri il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, come riporta l’agenzia Agi, ha convocato al Quirinale le maggiori sigle sindacali per affrontare il problema Mittal. L’inconsueta mossa del Presidente è dettata dall’immobilismo del Governo Conte. A Landini, Barbagallo e Furlan, rispettivamente segretari di Cgil, Cisl e Uil, il Presidente ha ribadito la volontà di trovare al più presto una soluzione. I delegati sindacali hanno chiesto al Capo dello Stato di intercedere per chiedere al Premier Conte di convocare al più presto un incontro con Mittal.
I Commissari accusano Mittal: “Cercano in malo modo di rinegoziare gli obblighi contrattuali”
Il contenuto del ricorso presentato dai commissari, che ha fatto scattare anche l’apertura dei fascicoli da parte delle Procure di Taranto e Milano, è stato reso pubblico stamane. Nel documento i commissari accusano esplicitamente l’azienda di voler venir meno in modo fraudolento agli accordi presi nel novembre 2018. Si legge: “Questo è un inadempimento plateale e conclamato. Il gruppo è obbligato a salvaguardare con diligenza la integrità e il valore dei rami d’azienda. Inoltre la controparte ha accettato senza alcuna obiezione un testo contrattuale che prevede esplicitamente che le concedenti non prestano alcuna garanzia nemmeno sullo stato di fatto e di diritto dei beni costituenti i rami d’azienda”.
I commissari continuano: “L’iniziativa di ArcelorMittal di sciogliere il contratto di affitto nulla c’entra con le giustificazioni avanzate che non pervengono neppure ad un livello di dignitosa sostenibilità: essa è invece semplicemente strumentale alla dolosa intenzione di forzare con violenza e minacce un riassetto dell’obbligo contrattuale precedentemente negoziato che il gruppo evidentemente non ritiene più rispondente ai propri interessi”.
Il Ministro Boccia: “In caso di fuga ArcelorMittal unico piano è amministrazione straordinaria”
Intanto il Ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia, intervistato da Radio Capital attacca Mittal e spiega che l’unica soluzione al momento, in caso di abbandono della multinazionale degli stabilimenti di Taranto, è l’amministrazione controllata gestita dai commissari. Non certo una soluzione dunque, ma Bocca apre alla possibilità di una nuova cordata che comprenda anche la Cassa Depositi e Prestiti: “Se un azienda italiana avesse fatto lo stesso, a quest’ora i proprietari starebbero in galera. Mittal ha posto un ricatto occupazionale inaccettabile, che il governo ha già respinto. E dunque deve assumersi le proprie responsabilità e rispettare le leggi della Repubblica italiana. Se ciò non dovesse avvenire c’è l’amministrazione straordinaria che ha salvato l’Ilva dal crack dei Riva, con un prestito ponte e con l’obiettivo di riportare entro uno-due anni, come previsto dalla legge, l’azienda sul mercato. Se fosse necessario lo rifaremo senza alcun problema. Alternativa non c’è. E solo una volta stabilita l’amministrazione straordinaria si deciderà se ci sono altre aziende dello Stato che possono entrare nella cordata. Io penso che abbia assolutamente fondamento la possibilità che entrino altre aziende, tra cui Cdp, ma è un tema che si porranno i commissari”.
Fonte: Agi, Repubblica, Radio Capital