L’ex Presidente del Consiglio Romano Prodi dà già per assodata la vittoria del Centrosinistra alle prossime elezioni regionali in Emilia Romagna. Intanto sua moglie va in piazza a Bologna a supporto delle “sardine” per contestare Matteo Salvini.
“La sconfitta del Centrosinistra? Non ci sarà. Inutile parlarne perché semplicemente è un evento che non si verificherà”. Con una sicurezza pari all’ipse dixit di Pitagora, così l’ex Presidente del Consiglio Romano Prodi – riferisce il Corriere di Bologna – si è pronunciato sulle elezioni regionali in Emilia Romagna che si terranno il prossimo 26 gennaio 2020.Alle elezioni regionali del 26 gennaio, in Emilia-Romagna, la sconfitta del centrosinistra «non ci sarà. E prosegue il professore: “La gente non è mica scema. Vedrà bene tutto quello che abbiamo fatto di buono. Salvini può anche accompagnare per mano la sua candidata ma vinceremo noi, è cosa certa”. E non riserva parole lusinghiere nemmeno verso il leader d’Italia Viva Matteo Renzi che ha profilato, da tempo, l’ipotesi di non correre insieme al PD di Nicola Zingaretti in Emilia e di presentare una sua lista: “Renzi sta sbagliando tutto. Perché se vinceremo poi lui non avrà alcun merito. ma se perderemo la colpa sarà anche sua che non ci ha appoggiato e sostenuto. Insomma non farà una bella figura”. Del resto – come riporta Huffington Post – nelle ultime ore anche il M5S di Luigi Di Maio sta consideranzdo sempre più seriamente l’opzione di non presentarsi in Emilia Romagna, dopo la caporetto registrata in Umbria. Dunque i Dem potrebbero trovarsi a correre da soli contro un Centrodestra unito. Inoltre l’ex premier Prodi, nel gridare “vittoria”, non ha probabilmente tenuto in dovuto conto un fattore importantissimo: il candidato appoggiato dal Centrosinistra in Emilia, Stefano Bonaccini, potrebbe essere lui la causa medesima della scissione del governo giallorosso. Infatti la sua vittoria dipende quasi del tutto dal riuscire a contrastare la plastc tax, inserita nella manovra di bilancio e fortemente voluta dai Cinque Stelle, che penalizzerebbe le oltre 200 industrie d’imballaggi presenti sul territorio emiliano.
E mentre Romano Prodi, dall’alto delle sue stanze di Palazzo, pontifica con toni altisonanti senza mai perdere di eleganza, la sua consorte, Flavia Franzoni, giovedì 14 novembre ha preso parte ad una manifestazione decisamente meno d’elite: il flashmod delle “sardine” a Bologna. Con questo nome si sono definiti i contestatori pacifici di Matteo Salvini che si sono esibiti in un flashmod immobile e muto durante il comizio leghista in Piazza Maggiore per il lancio della campagna elettorale della candidata Lucia Borgonzoni. La loro unica “arma” erano, appunto, sardine fabbricate a casa e sventolate al grido di “Bologna non si Lega” o “Bologna non abbocca”. Come specifica Il Fatto Quotidiano, la protesta, in teoria, avrebbe dovuto essere senza bandiere. Ma così non è stato. Infatti ha visto la partecipazione di diversi esponenti del Partito Democratico e di ‘Emilia-Romagna coraggiosa’ la lista regionale a sinistra del Pd. Il leader della Lega, in un post su Twitter, ha così commentato l’evento: “Massimo rispetto per chi contesta le nostre idee in modo pacifico e civile”.
🔴 Gratitudine immensa alle migliaia di persone che hanno abbracciato me e Lucia.
Profondo rispetto per chi manifesta, pacificamente, contro le nostre idee.https://t.co/SPThZWmZBP— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) November 15, 2019
Purtroppo – come riporta Adnkronos – oltre alla manifestazione pacifica delle sardine, se ne è accodata un’altra decisamente violenta. Alcuni manifestanti dei centri sociali della città hanno lanciato bottiglie di vetro e petardi contro le forze dell’ordine e hanno cercato, in ogni modo, d’impedire alle persone di arrivare in Piazza Maggiore per ascoltare il comizio della Lega.
Fonte: Adnkronos, Huffington Post, Il Fatto Quotidiano, Corriere di Bologna, Matteo Salvini Twitter.