Per Venezia, secondo le prime stime, i danni potrebbero ammontare ad un miliardo di euro. Intanto lo Ius Culturae potrebbe presto tornare sui banchi del Parlamento. A proporlo il Ministro Dario Franceschini che spera di superare le divergenze con il Movimento 5 Stelle sul tema ed approvare la legge quanto prima.
Il Ministro della Cultura Dario Franceschini a margine di un convengo elettorale a Bologna ha rilanciato la proposta dello Ius Culturae. Come riporta Skytg24, secondo il Ministro: “Sullo Ius Culturae non ci saranno ragioni di convenienza che ci faranno fermare”. Lo Ius Culturae prevede che possono chiedere la cittadinanza italiana i minori stranieri che hanno risieduto in Italia legalmente senza interruzioni fino al termine positivo della scuola primaria. La proposta di legge era stata già avanzata nel 2015 ma era molto più articolata e prevedeva anche il cosiddetto Ius Soli, ossia la cittadinanza per i nati sul suolo italiano da genitori stranieri di cui almeno uno fosse munito di permesso di soggiorno di lungo periodo. I tentennamenti di una parte del Governo Renzi, così come del Governo Gentiloni successivamente, arenarono l’iniziativa. Il provvedimento fu, come ebbe a ribadire più volte in seguito, per Matteo Renzi “il rimpianto più grande”. Lo Ius CulturaeI però al netto della legge che l’ha preceduto, non gode dei numeri del Parlamento. Fortemente contrari i partiti dell’opposizione, da Fratelli d’Italia alla Lega, non sembra convincere neanche gli alleati di Governo.
Il provvedimento era già stato presentato in Commissione alla Camera a fine settembre, ma lo scetticismo degli alleati del Movimento 5 Stelle avevano arenato l’iniziativa. Come ricorda Repubblica infatti, il Ministro degli Esteri e capo politico M5S Luigi Di Maio aveva, dagli studi di Giletti di “Non è l’arena”, stoppato la mozione: “Credo che oggi lo ius culturae non sia una priorità per il Paese”. Dubbi erano sorti anche all’interno dello stesso Partito Democratico: Alessia Morani, deputata dem, aveva invitato i dirigenti del partito alla cautela circa la tempistica per l’approvazione dell’emendamento: “Sono convinta di interpretare i sentimenti dei sostenitori della maggioranza di Governo dicendo che varare subito la legge sia un errore. Il principio è sacrosanto ma ora non sarebbe compresa, perchè sono in circolo le tossine di razzismo inoculate da Salvini. Aspettiamo giugno 2020”. Il leader di Italia Viva Matteo Renzi invita a non cadere negli errori del passato: “”Se ci sono i numeri, e Di Maio ci sta, facciamo lo Ius culturae. Se non ci sono i numeri, perché i Cinque stelle non ci sono, prendiamone atto. Ma non trasformiamolo in un tormentone come è stato fatto dal governo nel 2017, con un tragico errore”.
Fonte: Skytg24, Repubblica
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