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Taranto, operai senza paga. Giuseppe Conte: “Il Governo non rischia”

Mentre l’ArcelorMittal tira dritto, il Governo Conte si spacca. Le opposizioni sono pronte a votare la reintroduzione dello scudo, mentre Italia Viva sembra voler tagliare fuori i grillini. Intanto incontro a Palazzo Chigi tra il Presidente Conte e i 5 Stelle dissidenti. 

Sono ore cruciali per il destino degli stabilimenti dell’ex Ilva. Il Tribunale di Milano dovrà pronunciarsi sull’atto di citazione presentato dall’ArcelorMittal, con cui l’azienda chiede di recedere il contratto d’affitto stipulato nel novembre 2018. Per il colosso dell’acciaio franco-indiano il contratto è da considerarsi risolto per sopravvenuta impossibilità, a causa del venir meno di un requisito essenziale, ossia lo scudo penale ed amministrativo. Intanto il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte cerca di prendere tempo: sono infatti tanti i temi del caso Mittal che dividono la maggioranza. L’incontro con i parlamentari del M5S che osteggiano la reintroduzione dell’immunità non ha dato i frutti sperati, mentre Italia Viva ha preparato due emendamenti al Decreto Fiscale. In Tribunale, intanto,  è atteso entro venerdì il ricorso d’urgenza dei commissari. Mentre la prima udienza per la citazione dell’azienda è stata rinviata a maggio.

Italia Viva sfida Conte: pronti due emendamenti

Il partito dell’ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi, come racconta l’agenzia Agi ha presentato alla Camera due mozioni da introdurre nel Decreto Fiscale: un provvedimento ad hoc per l’ArcelorMittal, che tuteli l’azienda dal 3 novembre, giorno dello stralcio dell’immunità con l’approvazione del Decreto Imprese, ed un provvedimento generale, che tuteli tutte le aziende che rilevano stabilimenti di proprietà dello Stato e si impegnano per la loro bonifica. I numeri in Parlamento sembrano scarseggiare, con una parte dei 5 Stelle che si dice contraria all’approvazione delle mozioni. Ma non sono i soli: Stefano Fassina, di Liberi e Uguali, dichiara: “Come ha analiticamente dimostrato il ministro Stefano Patuanelli nelle sue comunicazioni al Parlamento, il riferimento di ArcelorMittal alla rimozione dello scudo penale per giustificare l’abbandono dell’Italia e’ strumentale. Presentare emendamenti per reintrodurre lo scudo penale per ArcelorMittal vuol dire indebolire la posizione negoziale del governo. Vanno bocciati senza se e senza ma”.

Ma per il Ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia, il Partito Democratico vuole approvare al più presto lo scudo penale: “Siamo pronti a reinserire lo scudo, scrivendolo per bene. Ma devono rinunciare ai 5mila esuberi. Ci può essere anche uno sconto sull’affitto, ma solo se Arcelor si impegna a nuovi investimenti. Solo così la partita si può riaprire”,

L’opposizione vuole il reinserimento dello scudo penale

Resta la tentazione della fiducia oppure i voti dell’opposizione. Matteo Salvini, leader della Lega, si dice pronto: “Farò di tutto per salvaguardare i posti di lavoro. Questo è un caso drammatico, non è un bel segnale alle imprese di tutto il mondo, quello di un governo e di un Paese che cambia i contratti firmati perché così allontaniamo le imprese, non le avviciniamo”.

Per Anna Maria Bernini, capogruppo al Senato di Forza Italia: “Bisogna mettere al più presto fine al balletto sulla pelle dei lavoratori dell’ex Ilva e sul futuro industriale del Paese. Invece la maggioranza resta dilaniata, e mentre il premier annuncia la ‘battaglia legale del secolo’ contro ArcelorMittal, la ministra Bellanova avverte che questa vicenda non si risolve nelle aule giudiziarie. Italia Viva, dopo aver votato contro lo scudo penale, presenta un emendamento fotocopia di quello di Forza Italia per ripristinarlo, ma i Cinque Stelle non ne vogliono sapere. Conte, in piena confusione, ora apre a uno scudo ‘soft’. Manca insomma una strategia credibile per riaprire la trattativa con la multinazionale indiana, e noi restiamo convinti che il primo passo, in ogni caso, sia tornare allo scudo. Chi parla di nazionalizzazione dimentica che i danni peggiori, anche dal punto di vista ambientale, li ha causati proprio la gestione statale. La schizofrenia di questa maggioranza allontana ogni soluzione e ha già dato un segnale devastante: vietato fare investimenti in Italia”.

Conte ha convocato a Palazzo Chigi i parlamentari M5S

Nella giornata di ieri il Premier Conte ha voluto incontrare alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle, in particolar modo la delegazione del Senato guidata dall’ex Ministro del Sud Barbara Lezzi che insieme ad altri esponenti eletti nelle circoscrizioni pugliesi, si stanno opponendo alla reintroduzione dello scudo penale. Il Presidente Conte, come già annunciato in un’intervista a Il Fatto Quotidiano ha proposto l’approvazione degli emendamenti per il ripristino dell’immunità penale come tattica per costringere la multinazionale a mostrare le sue reali intenzioni: “Per stanare il signor Mittal sulle sue reali intenzioni, gliel’ho offerto subito: mi ha risposto che se ne sarebbe andato comunque, perché il problema è industriale, non giudiziario. Quindi chi vuole reintrodurre lo scudo per levare un alibi a Mittal trascura il fatto che Mittal non lo usa, quell’alibi. Anche solo continuare a parlarne ci indebolisce nella battaglia legale, alimenta inutili polemiche e ributta la palla dal campo di Mittal a quella del governo. Soltanto se Mittal cambiasse idea e venisse a dirci che rispetterà gli impegni previsti dal contratto potremmo valutare una nuova forma di scudo”.

Il rifiuto di Lezzi e i suoi sembra al momento un ostacolo troppo grande sa sormontare, ma il Movimento, con una nota congiunta dei capigruppo della Camera e del Senato Francesco Silvestri e Gianluca Perilli, come riporta Adnkronos, cerca di smorzare le polemiche e minimizza: “La riunione tenuta oggi a Palazzo Chigi, alla quale ha partecipato solo una ristretta delegazione di portavoce, e non tutti i parlamentari pugliesi, era stata richiesta dai parlamentari stessi al fine di avere un momento di confronto. La riunione è stata caratterizzata da una dialettica costruttiva, su un tema di rilevanza nazionale come quello dell’ex Ilva. Nessuno ha posto aut aut né si è arrivati ai ferri corti, come da più parti riportato. Per noi è giusto aspettare l’esito del ricorso dei commissari”.

Una doccia fredda

Intanto, spiega l’Ansa, la situazione, a Taranto, peggiora di ora in ora: in città 50 operai dell’indotto sono rimasti senza paga, mentre nella maggioranza resta altissima la tensione: gli emendamenti presentati da Italia Viva al decreto fiscale per reintrodurre lo scudo penale sono stati giudicati  inammissibili dalla Presidente della Commissione Finanze, la 5S Carla Ruocco. Il ministro Stefano Patuanelli, dopo una riunione fiume con i senatori è stato costretto consultarsi con i deputati per sapere se c’è almeno “una disponibilità a discuterne” qualora, nel corso della trattativa, dovesse riemergere la necessità dello scudo. Ma la trattativa con Arcelor, al momento, non c’è: il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, rassicura sulla tenuta dei giallorossi – “Il governo rischia? Non scherziamo..” ha dichiarato – ma rinvia a lunedì prossimo, “per impegni dei vari ministri”, il Consiglio previsto per giovedì pomeriggio, dove sarebbero dovute emergere le proposte per il ‘Cantiere Taranto’, per il rilancio della città al di là delle vicende legate alla fabbrica. L’ incontro con i Mittal, che sembrava imminente ma ancora non è stato convocato. Si aspetta, probabilmente, l’esito del ricorso da parte dei commissari,

Fonte: Il Fatto Quotidiano, Agi, Adnkronos, Ansa

Pubblicato da
Mario Cassese

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