Roghi di Centocelle, i Carabinieri sono alla ricerca di un tunisino di 45 anni

I Carabinieri sono sulle tracce di un uomo tunisino di 45 anni, che era già stato fermato la notte dell’incendio del Cento55. Dietro gli attentati potrebbe esserci la criminalità nordafricana che gestisce le piazze di spaccio della zona.

Roghi Centocelle ipotesi criminalità nodrafricana - Leggilo.org

Ci potrebbe essere una nuova pista sul caso dei attentati incendiari che hanno coinvolto, nelle ultime settimane, alcuni locali commerciali del quartiere romano di Centocelle. Stamane l’informativa sull’incendio doloso che ha colpito il Baraka Bistrot di Via dei Ciclamini sarà vagliata dai procuratori della Capitale, Nunzia D’Elia e Sergio Colaiocco. I Carabinieri della locale stazione sono sulle tracce di un cittadino tunisino di 45 anni, come rivela Il Messaggero, che era già stato fermato dalla polizia la notte del 9 ottobre, quando vennero dati alle fiamme i gazebo e i tavoli della pinseria Cento55 di Via delle Palme. Alcuni testimoni raccontarono che l’uomo, un senza fissa dimora, aveva le mani e le sopracciglia bruciacchiate ed era in possesso di una bottiglia di alcool. In quel caso non si ritenne che gli elementi rappresentassero delle prove per la carcerazione e l’uomo, che negò qualsiasi coinvolgimento, venne denunciato a piede libero. Esattamente un mese dopo, a bruciare è stata la libreria Pecora Elettrica, che si trova di fronte al Cento55.

Gli inquirenti al momento non escludono alcuna pista, ma al momento quella che conduce al racket e all’estorsione è quella più battuta. Centocelle, storico quartiere romano, ha conosciuto negli ultimi anni un intenso sviluppo, specie nel campo della ristorazione. Potrebbe esserci la criminalità organizzata nordafricana, che già controlla lo spaccio nel parco del Forte Prenestino dietro ai roghi: racket ed estorsioni sarebbero i mezzi più drammaticamente efficaci per il controllo del territorio. Oppure, dietro agli attentati incendiari, come avvenuto tristemente nel quartiere Pigneto-San Lorenzo, c’è la volontà di ampliamento delle piazze di spaccio delle bande che gestiscono il traffico di stupefacenti, che sono ostacolate dalla crescita del quartiere.

Marco Nacchia: “Non riaprirò”

Spaventare gli imprenditori onesti è l’obiettivo dei criminali, come spiega Marco Nacchia, gestore del Baraka: “Si è salvato solo il bagno dalle fiamme, mi hanno riempito di solidarietà e ne sono grato, ma non riaprirò. So che chi ha colpito, ha aspettato che alle 4 andassero via le volanti che pattugliavano massicciamente la zona, è stato un atto sfrontato, quasi uno sfregio allo Stato, una cosa più grande di me, che mi sconvolge. Anche se mi sento incompiuto, un sogno spezzato”. Per lui si è smosso un intero quartiere, con gli studenti che hanno appeso uno striscione di solidarietà con su scritto: “La violenza ti ha distrutto, il quartiere ti aiuterà a risorgere”. Gli amici hanno organizzato una raccolta fondi, che ha raggiunto i 1,700 euro e che mira a raccoglierne 40mila.

Sul luogo, racconta Tgcom24, è arrivata la Sindaca Virginia Raggi. I cittadini di Centocelle chiedono una risposta forte delle istituzioni, il timore che la criminalità possa fare terra bruciata e scoraggiare chi vorrebbe investire nel quartiere è forte. La Sindaca ha invitato i giovani imprenditori a non mollare: “Tutte le istituzioni sono con voi, non dovete arrendervi”.

 

Fonte: Il Messaggero, Tgcom24

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