L’ex Ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, ribadisce la volontà del Governo di salvare i posti di lavoro e la produzione nella crisi Mittal. Ma avverte il M5S: non devono esserci intoppi alla reintroduzione dello scudo penale.
Dalla colonne di Repubblica, l’ex Ministro Graziano Delrio, cerca di fare il punto sulla crisi ArcelorMittal e sulle condizioni della maggioranza guidata dal Presidente Giuseppe Conte. Delrio, auspica che l’Esecutivo ritrovi coesione davanti alla crisi degli stabilimenti ex Ilva, dicendosi convinto che il Movimento 5 Stelle saprà superare le divergenze qualora si riproponesse la reintroduzione dello scudo penale: “Tutti i governi sono più forti se risolvono i problemi e sono più deboli se li lasciano abbandonati a se stessi. Quindi ci vuole da parte nostra l’assunzione piena di responsabilità sulla questione dell’Ilva. Perché, come ho avuto modo di dire in Parlamento, Taranto è l’Italia e l’Italia ha bisogno di un governo forte che costringa Mittal a rispettare gli accordi e convinca tutto il Paese a mobilitarsi in difesa dell’industria nazionale senza la quale siamo tutti più poveri”.
“Non ci sono problemi per un emendamentino”
Il problema dello scudo penale può essere superato dice Delrio: “L’azienda già da tempo meditava di sfilarsi. Comunque all’errore fatto si può rimediare facilmente facendo una norma di carattere generale che preveda che chi fa operazioni di risanamento ambientale non può e non deve essere perseguibile – il cd scudo penale ndr – Ma sappiamo tutti che alla ditta non interessa portare a casa lo scudo, ma ridurre la produzione, smettere di gestire l’altoforno 2 e tagliare i lavoratori. Comunque – ha continuato il capogruppo dem – si può fare di tutto incluso il fatto di studiare una norma più generale rispetto alla precedente. E infatti avevo preparato un emendamento ma è molto meglio che lo faccia il governo, così diventa immediatamente esecutivo”.
Il capogruppo dem avverte il Movimento 5 Stelle: “lo credo che non sia un problema approvare una norma del genere perché se lo fosse saremmo veramente dei pazzi, perché non si può mettere sullo stesso piano il destino di ventimila lavoratori e un emendamentino. lo sono abituato a guardare là sostanza e non i dettagli. E la sostanza è che noi abbiamo sottoscritto un programma con i 5 Stelle che dice l’industria è parte integrante del nostro sviluppo”.
“L’ipotesi nazionalizzazione è da valutare, ma non è il piano attuale”
E sulla possibilità, che ha preso sempre più quota nella ultime ore, paventata dal Ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, di nazionalizzare gli stabilimenti, come raccontato da Il Corriere della Sera, l’esponente del Partito Democratico è cauto: “Noi adesso dobbiamo pretendere che l’azienda rispetti gli accordi presi e che non si nasconda dietro a finte motivazioni, che prosegua con il piano industriale e con quello di risanamento ambientale. Prima di tutto vengono i posti di lavoro: non possiamo e non vogliamo perderne nemmeno uno. Questa deve essere la priorità qualsiasi piega prendano le trattative con Arcelor. Certamente se non ci sarà modo di andare avanti, è da valutare anche l’ipotesi di nazionalizzazione. Però ripeto prima bisogna giocare fino in fondo questa partita con. Arcelor. Non è pensabileche noi perdiamo la più grande acciaieria di Europa. Lo Stato deve farsi valere con tutte le forme e con tutti l mezzi”
“Se dobbiamo vivacchiare il Governo non ha senso”
Per Delrio l’accordo con il Movimento è solido, ma c’è bisogno di ristrutturare i suoi parametri, i suoi obiettivi. Ma ammonisce: non si può restare al Governo solo per impedire le urne, serve realizzare progetti che trovino soluzioni per il problemi del Paese: “Occorre un nuovo patto con il M5s. Non bisogna fermarsi in questo momento. Ma attenzione: quelli che cercano di piantare delle bandierine per dire questo l’ho fatto io, secondo me perdono di vista il fatto che la sfida che abbiamo davanti è molto più grande. Noi stiamo cercando di dare un’anima e una direzione allo sviluppo di questo paese. L’anima è quella di una maggioranza che per ora si pone l’obiettivo di tracciare un percorso e all’inizio non poteva essere che quello di bloccare i 23 miliardi di tasse che ci aveva lasciato in eredità Salvini e di provare a ridurle. I problemi del Paese sono grandi: al governo ci si sta per lavorare per la povera gente oppure il governo non ha senso. Non può vivacchiare, questo è fuori discussione”. Quanto alle elezioni in Emilia Romagna Delrio ospite di “Accordi&Disaccordi”, è stato possibilista:“Se il Centrodestra vince è il segno di un radicamento del Paese di cui si deve prendere atto in modo profondo ma credo che vinceremo, anche senza M5s”. Queste le sue parole, riportate dal Fatto Quotidiano.
Fonte: Repubblica, Corriere della Sera, Fatto Quotidiano