L’ex Presidente del Consiglio Romano Prodi, sul caso Arcelor Mittal, dichiara che l’Italia è ultima in Europa e che se il governo Conte bis non salverà l’Ilva dalla chiusura, non solo avremo importantissime ripercussioni sul fronte economico ma il nostro Paese perderà ogni credibilità.
“L’Italia ormai si è ridotta a salvare un giorno Alitalia e il giorno dopo l’Ilva. La verità è che manca un piano industriale organico. Dobbiamo cambiare pelle se vogliamo essere credibili” Queste sono state le parole dell’ex Presidente del Consiglio Romano Prodi a Il Messaggero. Così il professore ha commentato il caso Ilva e la decisione del gruppo angli indiano Arcelor Mittal di recedere dall’acquisto “Anni fa fu chiesto al signor Mittal quale fosse, secondo lui, l’impianto siderurgico più efficiente di tutta l’Europa. Egli rispose, senza esitazione, che era l’Ilva di Taranto. Se il governo non avesse fatto cadere lo scudo penale, si sarebbe potuto dar vinta all’impianto più grande e funzionale del continente. E, invece, hanno fatto scappare l’investitore“. La decisione di ArcelorMittal di fare marcia indietro, infatti – come riporta AGI – è stata provocata proprio dalla caduta dello scudo penale, misura prevista dal Decreto imprese dell’Esecutivo giallorosso. Lo scudo penale avrebbe permesso all’investitore di non incorrere in sanzioni se avesse rispettato tutte le norme concordate a tutela dell’ambiente. Ma il Governo, su spinta soprattutto dei pentastellati, ha deciso di far crollare questa tutela e, così, in breve tempo è stato messo in discussione l’accordo sottoscritto nel 2018 da ArcelorMittal. La società – riportava Il Sole24Ore – si è così giustificata: “Le nuove condizioni poste non ci permettono d’intervenire in modo efficace per riportare in vita l’Ilva. Noi così abbiamo le mani legate e non possiamo lavorare. Andremo solo incontro a perdite”. Secondo Romano Prodi l’unica strada percorribile, a questo punto, è la via del compromesso: “E’ un dovere del governo cercare la mediazione. Cercare di salvare il salvabile. Se chiude l’Ilva di Taranto salteranno 10.000 posti di lavoro diretti e altrettanti indiretti. Infatti chiuderanno anche gli stabilimenti di Cornigliano e Novi Ligure con ogni probabilità. Si avranno ripercussioni tragiche sul Pil nazionale” . Infatti il Governo si è riunito proprio ieri per trovare un punto d’incontro con gli investitori angloindiani. E la maggioranza degli esponenti del Partito Democratico sembra convergere sul “decreto omnibus” che tutelerebbe tutte le imprese pronte a farsi carico di opere di bonifica e, al contempo, a non far chiudere l’altoforno numero 2 dello stabilimento pugliese. Ma la via del compromesso ragionevole sembra non gradita alla senatrice Cinque Stelle Barbara Lezzi che, con un gruppetto di pentastellati, ha detto un chiaro “no” al ripristino dello scudo penale per le imprese. “Piuttosto faccio cadere il governo” ha dichiarato. L’ex Ministro per il Sud – riferisce Il fatto Quotidiano – ha motivato la sua linea dura facendo appello alla salute dei tarantini: “Ci sono stati casi di bambini finiti nei reparti oncologici. Io non posso permettere che accada di nuovo. Lo scudo penale non si tocca. Noi non ci piegheremo certo ai ricatti di Arcelor Mittal“. Ma anche su questo punto l’ex premier Prodi pensa si possa discutere e trovare un punto d’incontro: “La salute dei tarantini è fondamentale, certo. Infatti si sta lavorando per una copertura di 8 ettari del deposito delle materie prime in modo da evitare la dispersione delle polveri nell’aria. Ma del resto non si può neppure pretendere di spegnere gli altiforni. A quel punto sarebbe solo una finzione, l’Ilva sarebbe ridotta a brandelli“.
Tuttavia c’è chi ha avanzato l’ipotesi che dietro l’Ilva ci sia in gioco una partita ben più grossa: vincere le regionali in Puglia. L’ex eurodeputato Dem Carlo Calenda, intervistato ai microfoni di RadioRadio, ha sostenuto “Il Movimento Cinque Stelle ha votato per abbattere lo scudo penale per far vincere Barbara Lezzi in Puglia, è lampante” E ha proseguito “I grillini sono saliti al governo con la promessa di chiudere l’Ilva. Ma una volta arrivati non solo non l’hanno chiusa ma hanno accettato di buon grado lo scudo penale. Ora che vogliono prendersi la Puglia allora sperano di ottenere i voti dei tarantini facendo chiudere lo stabilimento. Ecco spiegato il loro sporco gioco”.
Fonte: Il Messaggero, AGI, Il Sole24Ore, RadioRadio