Conte riferisce alla Camera sul conflitto d’interessi e fa il nome di Salvini

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha riferito alla Camera, su richiesta di Fratelli D’Italia, sullo scandalo, nato nel Vaticano, dell’azienda “Fiber” e della tentata scalata all’azienda Retelit.

Conte attacca Salvini sul caso Fiber - Leggilo.Org

Il Premier Giuseppe Conte si è recato a Montecitorio per riferire sullo scandalo Fiber, nato dal filone di indagine partito dal Vaticano questa estate. Secondo Fratelli D’Italia, che ha richiesto l’audizione alla camera, esiste un chiaro conflitto d’interesse nella vicenda da parte del capo del Governo. Il Presidente Conte fu incaricato dall’azienda Fiber, guidata dal finanziere Raffaele Mincione, sconfitta nelle votazioni per il controllo del colosso delle telecomunicazioni Retelit, di produrre un parere legale per poter procedere con la richiesta al Governo Gentiloni, di invalidare il voto in assemblea applicando il cosiddetto “Golden Power”. Ma poche settimane dopo, a dover decidere sulla questione, sarà un altro Governo guidato proprio da Giuseppe Conte.

Il Financial Times ha denunciato che nello scandalo di quest’estate che hai coinvolto la Segreteria dello Stato Pontificio, circa investimenti fraudolenti, ci sia il fondo “Athena”, gestito proprio da Raffaele Mincione, che lo avrebbe utilizzato per tentare la scalata alla Retelit.

Conte: “Non partecipai a quel Consiglio dei Ministri”.

Il Premier Conte, come riporta l’Agi, nel suo intervento alla Camera ha voluto subito chiarire la sua estraneità ai fatti, rimarcando che la questione Fiber va collocata: “nei primi giorni del maggio 2018, quando ancora svolgevo la professione di avvocato e non ero stato ancora designato Presidente del Consiglio. Ricordo, in proposito, che il primo incarico mi fu conferito in data 23 maggio. Al fine di evitare ogni possibile forma di conflitto di interessi, anche solo indiretto, una volta investito della carica di Presidente del Consiglio mi sono astenuto da qualsivoglia attività o coinvolgimento, formale e sostanziale, riguardanti la decisione circa l’esercizio della Golden Power nell’operazione Retelit. Conseguentemente, non presi parte alla seduta del Consiglio dei Ministri del 7 giugno 2018, nel corso della quale fu esaminata la questione. Preciso che l’intera seduta del Consiglio dei Ministri fu presieduta dall’allora Vice Presidente e Ministro dell’Interno, Matteo Salvini”.

Conte incontrò Di Maio e Salvini poco tempo dopo l’incarico affidatogli dalla Fiber

Il Presidente poi chiarisce circa un incontro, avvenuto nel maggio a Milano, con Matteo Salvini e Luigi di Maio. Secondo le accuse, l’incontro, in cui verosimilmente si è discusso della futura nomina di Giuseppe Conte a Presidente del Consiglio, è avvenuto poco tempo dopo l’incarico legale conferito dalla Fiber allo stesso Conte. Secondo alcuni osservatori Conte potrebbe aver mantenuto rapporti con l’azienda guidata da Mincione, nonostante sapesse del suo futuro incarico e quindi dell’eventuale conflitto d’interessi che ne sarebbe scaturito: “Ho letto che alcuni organi di stampa riferiscono di un incontro avvenuto a Milano, nella serata del 13 maggio, con i leader dei due partiti che poi avrebbero sostenuto il nuovo esecutivo. Preciso che questo primo incontro, evidentemente interlocutorio rispetto al conferimento dell’incarico di Governo è intervenuto a distanza di giorni dall’accettazione dell’incarico e quando l’attività di studio della questione giuridica e di elaborazione del parere era ormai terminata. A conferma di questo preciso che il parere è stato consegnato il giorno dopo il 14 maggio”. Infine il Presidente Conte ricorda che l‘Autorità Garante del Mercato – Agcom – ha decretato che non vi fu conflitto d’interesse nel caso specifico.

Quello che Il premier Giuseppe Conte non ha detto

Tuttavia restano diverse posizioni ancora da chiarire. Il Presidente Conte era assente durante il Consiglio dei Ministri in cui si affrontò il caso Retelit, ma la decisione sulla Fiber sarebbe stata presa prima di quella riunione, come confermerebbe un decreto arrivato proprio dalle stanze di Palazzo Chigi. Inoltre, come ha rivelato Il Giornale, la firma del parere dell’Agcom non è stata apposta dal Presidente o dai commissari in forma collegiale, ma dal solo segretario Riccardo Capecchi, circostanza che ha motivato il ricorso della Retelit contro il provvedimento adottato dal Governo. Ma sul punto Conte chiude così:“L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, istituzionalmente deputata nel nostro ordinamento a vigilare sulle ipotesi di conflitti d’interessi dei membri del Governo, ha chiesto chiarimenti e acquisito documenti sia con riguardo a eventuali rapporti tra il sottoscritto e il sig. Mincione, sia riguardo all’eventuale partecipazione alla seduta del Consiglio dei Ministri. L’Autorità ha ritenuto di non dover avviare alcun procedimento, non ritenendo sussistenti i presupposti per l’applicazione della legge in materia di conflitto d’interessi”.

 

Fonte: Agi, Il Giornale, Financial Times

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