Il Pd avrebbe deciso di non appoggiare la plastic tax. Il partito guidato da Nicola Zingaretti teme che il provvedimento possa ripercuotersi sulle elezioni regionali previste in gennaio in Emilia Romagna. L’ira del Movimento 5 Stelle al ritiro dei dem apre una nuova crisi nel Governo.
Il Partito Democratico è pronto a ritirare la proposta di plastic tax contenuta nella manovra economica. Dietro alla decisione del dietrofront dei dem, come rivelato da Il Giornale , su quella che sino all’altro ieri era stato un punto imprescindibile per la raggiunta dell’accordo in Consiglio dei Ministri, ci sarebbero le elezioni in Emilia Romagna, previste il prossimo 26 gennaio. La sconfitta umbra aver impaurito e non poco la dirigenza di Via del Nazareno, che adesso cerca di correre ai ripari. Proprio in Emilia Romagna, infatti, si trova la più grande filiale di produzione e distribuzione del settore della plastica che comprende 228 aziende e un fatturato che raggiunge i 4,4 miliardi di euro.
La plastic tax prevede imposte sui prodotti monouso, come bottiglie di plastica e vaschette, sino ad un euro al chilo. L’obiettivo prevede la creazione di un’economia circolare nel settore e la riduzione dell’inquinamento dovuto proprio allo stesso materiale. Come si può intuire, al tempo stesso aumentano i costi di produzione, come già denunciato dalle colonne de Il Resto del Carlino da Confindustria, che stima nel 110% l’aumento per le aziende delle materie prime. Per il Governo invece gli introiti derivanti dalla tassazione dovrebbero raggiungere poco meno di 3 miliardi di euro.
Il provvedimento, fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle, aveva inizialmente incassato l’appoggio dei dem, che però adesso devono fare i conti con le pressioni, in primo luogo del presidente della Regione uscente, Stefano Bonaccini. Il candidato del centrosinistra alle prossime elezioni regionali ha infatti esortato tutti i parlamentari del Partito Democratico a rivedere la decisione sulla plastic tax. Conscio del fatto che l’elettorato romagnolo avrebbe fatto pagare a caro prezzo l’aumento sulle materie prime del settore. Ora il ritiro dei democratici potrebbe creare una profonda spaccatura all’interno della maggioranza, che vede venir meno anche uno dei pochi possibili campi di incontro tra i due partiti, quello ambientale.
Anche all’interno della maggioranza la proposta della plastic tax non aveva trovato consensi unanimi. L’ex Premier Matteo Renzi, aveva già paventato la pericolosità degli effetti che la proposta avrebbe avuto sull’economia romagnola: “Contro di me 24 ore di polemiche e ora retromarcia sulle nuove tasse. Apprezzo il buon senso di Gualtieri”. Cade dunque, prima dell’approdo nell’aula, uno dei provvedimenti su cui si sarebbe battagliato di più, ossia la plastic tax. Ma non è tutto, dal momento che gli emendamenti presentati, dalle opposizioni così come dal partito di Renzi, sulla cosiddetta sugar tax, potrebbero far indietreggiare ancora una volta il Governo Conte bis. E porrebbero valere anche le stesse motivazioni in ottica elettorale che sono valse per la scelta sulla plastica, poichè il più grande stabilimento zuccherificio del Paese, Eridania, si trova proprio in Emilia Romagna.
Fonte: Il Giornale, Il Resto del Carlino
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