La società Arcelor Mittal ha annunciato di ritirarsi dall’acquisto dell’Ilva di Taranto a causa della venuta meno dello scudo penale. I sindacati attaccano il Governo che, seguendo il Movimento Cinque Stelle, ha fatto cadere questa tutela per le imprese.
Le previsioni sul destino dell’Ilva di Taranto fatte da Carlo Calenda, ex Ministro dello sviluppo economico, fuoriuscito dal PD di Nicola Zingaretti, si sono rivelate più che giuste: la società Arcelor Mittal ha annunciato di ritirarsi dall’acquisto. Calenda aveva accusato gli ex colleghi del PD e il leader d’Italia Viva Matteo Renzi di mettere a rischio il lavoro di 10.000 operai per andare dietro alle politiche prive di logica degli alleati Cinque Stelle “Far saltare lo scudo penale per un acquirente importante come ArcelorMittal è pura follia. Non avete mai lavorato un giorno in vita vostra e giocate con il lavoro degli altri“. Lo scudo penale consiste in una garanzia che tutela chi si fa carico di un’azienda. In pratica se l’investitore, in questo caso Arcelor Mittal, rispetta tutti i punti del piano ambientale nei tempi del piano ambientale, allora non può essere accusato per reati ai danni dell’ambiente. Farlo saltare, va da sé, comporta grandissimi rischi. Tanto più che, come sottolineava Calenda, l’Europa ha già la normativa più pulita del mondo. Ma il governo Conte bis non ha prestato il dovuto ascolto al leader di Siamo Europei e ora Arcelor Mittal ha fatto un passo indietro.
Ma procediamo con ordine. Lo scorso 31 ottobre 2018, durante il primo governo Conte, la società Arcelor Mittal aveva sottoscritto un contratto con il quale s’impegnava ad acquistare l’Ilva di Taranto. Questa misura avrebbe permesso allo stabilimento di tornare a lavorare e avrebbe salvato i posti di migliaia di operai. Ma dopo il decreto legge imprese, varato dal governo Conte bis, le carte in tavola sono cambiate e, pertanto, Arcelor Mittal ha comunicato la decisione di ritirarsi dall’acquisto. La società – come riferisce AGI – ha attribuito la responsabilità del cambio di rotta proprio ai provvedimenti penali previsti dal decreto imprese del Governo. Infatti il contratto firmato lo scorso anno prevedeva che, nel caso in cui un nuovo provvedimento legislativo incida sul piano ambientale dello stabilimento di Taranto in misura tale da rendere impossibile la sua gestione o l’attuazione del piano industriale, la società ha il diritto contrattuale di recedere. E così è accaduto.
Aver fatto saltare lo scudo ambientale, con decorrenza a partire dal 3 novembre 2019, si è rivelato un errore fatale, esattamente come aveva previsto Carlo Calenda. Queste – come riferisce l’Ansa – le parole del gruppo angloindiano “Il Governo ci rende impossibile effettuare interventi necessari per gestire lo stabilimento di Taranto. Noi, così, non possiamo fare nulla, abbiamo le mani legate e andremmo solo a rimetterci”.
Forti e immediate le reazioni della Politica e dei sindacati. Il leader della Lega Matteo Salvini ha così commentato “Questo Governo sa solo aumentare gli sbarchi, le tasse e favorire le banche mentre penalizza i lavoratori. Devono vergognarsi. Conte abbia almeno la decenza di venire a riferire in Parlamento“. Mentre il segretario nazionale della Fim Cisl, Marco Bentivogli, sul suo profilo Twitter ha dichiarato “Un chiarissimo esempio dell’incapacità di questo esecutivo. Non solo non risolvono i problemi ambientali ma creano pure problemi sociali come nuovi disoccupati”. La segretaria generale Fiom-Cgil Francesca Re David ha commentato “Inaccettabile il comportamento del Governo. Sono mesi che chiediamo un confronto perché eravamo preoccupati e ci hanno sempre snobbati. Il governo Conte 1 aveva messo la tutela e il governo Conte 2 l’ha tolta dando ad Ancelor Mittal l’occasione perfetta per fare retro marcia”
#Ilva #BENTIVOGLI #ArcelorMittal fa le valigie, un capolavoro di incapacità politica https://t.co/Xq9elKrAC4 pic.twitter.com/6DiI1cQ4Q8
— Fim Cisl Nazionale (@FIMCislStampa) November 4, 2019
Non meno dure le parole della CGIL nazionale che, sempre su Twitter, ha scritto “L’Italia non può pagare il prezzo di infinite contese politiche che non riescono a risolvere“.
#ArcelorMittal
Taranto e l’Italia non possono pagare il prezzo di un contenzioso infinito.
👉 Il Governo faccia i passi necessari
La nota integtale di Emilio Miceli, segr. conf. #Cgil
⬇️⬇️⬇️https://t.co/GxTZFQX2kO pic.twitter.com/z0KBVdMlHS— CGIL Nazionale (@cgilnazionale) November 4, 2019
Dopo la comunicazione del dietro front – riferisce Adnkronos – il governo si è riunito per un vertice straordinario e ha annunciato “Noi non permetteremo la chiusura dell’Ilva“.
Fonte: Ansa, Adnkronos, AGI, Marco Bentivogli Twitter, CGIL Nazionale Twitter