Il leader dei Cinque Stelle Luigi Di Maio si scaglia contro il PD di Nicola Zingaretti dopo il disastroso esito delle regionali in Umbria. E ribadisce: il Movimento Cinque Stelle non farà altre alleanze locali.
Luigi Di Maio – dopo il disastroso esito delle regionali in Umbria in cui il Movimento ha preso il 7% – ha deciso che non farà più alleanze a livello locale con i Dem. Le prove che attendo infatti i Pentastellati, le elezioni in Calabria e in Emilia Romagna, saranno decisive: non ci si potrà permettere un altro fallimento, altrimenti la debacle sarà totale. Si preannunciano quindi strade diverse per la coalizione di governo: se da una parte infatti il segretario PD Nicola Zingaretti – riporta Il Tempo – insiste su un’alleanza “unita da una visione del futuro o non c’è”, dall’altra c’è l’ennesimo “no” di Luigi Di Maio, secondo cui, a dispetto di quanto aveva sancito il voto sulla piattaforma Rousseau: “I presupposti per un’alleanza strutturale con il PD non ci sono. I nostri militanti non la vogliono. Le parole del leader, ribadite anche su FB, non lasciano spazio a dubbi e sembrano precludere la possibilità di marce indietro: “ll voto in Umbria certifica che quest’esperimento non ha funzionato. E’ emerso un dato di fatto: che allo stesso modo, sia che stiamo con il PD che con Lega al Governo, il MoVimento perde consenso. Succede perché non abbiamo mai considerato l’ipotesi di governare con altre forze politiche. In Umbria ci abbiamo provato, quello delle alleanze con altre forze politiche in occasione delle regionali era un tema che ci portavamo avanti da troppi anni. Adesso abbiamo la certezza che non rappresenta la soluzione”.
Per il leader dei pentastellati, secondo un’indiscrezione de La Stampa. dovrebbe essere Giuseppe Conte ad esporsi in campagna elettorale, trascinando con sé altri esponenti della maggioranza, solo “allora si potrà tornare a ragionare di patti civici” avrebbe confidato Di Maio, ormai convinto convinto che la volontà dei Dem sia quella di affossare definitivamente il Movimento relegandolo ad un 2%: “Non possiamo lasciare che ci facciano diventare quello che fu il Nuovo Centrodestra di Alfano per i governi di Renzi prima e di Gentiloni poi” avrebbe confidato ai suoi Di Maio: “I presupposti per un’alleanza strutturale con il Pd non ci sono. I nostri militanti non la vogliono”. Ne è un esempio il senatore Gianluigi Paragone, che aveva già espresso delle perplessità sul nuovo Governo Conte. E anche il Presidente della Camera, che sembrava apprezzare un’alleanza organica con il PD ora frena: “le questioni nazionali sono diverse da quelle territoriali“, quindi un’alleanza per le regionali ci può anche non essere, ha detto, ma “resta la necessità di continuare l’esperienza di governo con il PD”. Insomma, la confusione regna sovrana, ma il tempo stringe e bisogna trovare una soluzione.
Fonte: La Stampa, Il Tempo, Luigi Di Maio Facebook