Parma antifascista: nella città guidata dal sindaco Federico Pizzarotti se si vuole la concessione del passo carraio, bisogna dichiararsi contro il Fascismo.
Una storia davvero singolare quella che proviene da Parma, dove per poter ottenere un passo carraio bisogna dichiararsi antifascisti. Sembra incredibile, ma è così. Il regolamento comunale per l’apertura di un passo/accesso carrabile a Parma deve avere questa particolarità. Non è solo necessario quindi produrre documenti e pagare, ma appunto per avere un semplice cartello si deve dichiarare la propria fede politica, che ovviamente deve andare in una precisa direzione.
Il modulo per la «Richiesta di occupazione permanente di spazi ed aree pubbliche per passi/accessi carrai» predisposto dal Settore Mobilità ed Energia del Comune guidato dall’ex pentastellato Federico Pizzarotti, è molto preciso a riguardo. Il documento infatti – riporta Il Giornale – invita a “leggere attentamente” delle dichiarazioni aggiuntive da sottoscrivere. Chi vuole ottenere il famoso cartello deve “riconoscersi nei principi costituzionali democratici e di ripudiare il fascismo ed il nazismo; di non professare e non fare propaganda di ideologie nazifasciste, xenofobe, razziste, sessiste o in contrasto con la Costituzione e la normativa nazionale di attuazione della stessa; di non perseguire finalità antidemocratiche, esaltando, minacciando od usando la violenza quale metodo di lotta politica o propagandando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni ed i valori della Resistenza”. Inoltre deve astenersi dal “compiere manifestazioni esteriori di carattere fascista e/o nazista, anche attraverso l’uso di simbologie o gestualità ad essi chiaramente riferiti“.
Il Municipio – come scrive La Stampa – ha risposto che “La concessione dei passi carrabili rientra in una normativa più ampia che è quella dell’occupazione di suolo pubblico che non fa il Comune di Parma”. “Il Comune di Parma, però – spiegano dal municipio – “è forse è stato il primo in Italia a farlo, ti dice: Tu vuoi occupare il suolo pubblico? Vuoi fare un comizio in piazza? Devi dichiararti antifascista. Ha inserito questa clausola nel regolamento sul suolo pubblico e i passi carrabili fanno parte del regolamento”.
In realtà si tratta di un regolamento che non riguarda solo questa città, ma anche altri comuni, tra cui Bologna, che hanno messo questa clausola per occupare il suolo pubblico: “Quindi – prosegue il Comune – è il regolamento che dice così, perché, se chiedi un passo carrabile è un’occupazione del suolo pubblico. Noi non possiamo stralciare i passi carrabili dal regolamento Cosap di occupazione del suolo pubblico. È uguale per tutti”.
La questione del “bollino antifascista” in realtà era già stato posto a febbraio 2019 da CasaPound quando – come riporta Repubblica – l’associazione di estrema Destra, aveva fatto ricorso al Tar per via di una delibera approvata a novembre 2018 in cui l’amministrazione aveva deciso che per usufruire di immobili comunali, occupare un’area pubblica per una manifestazione, avanzare una richiesta di contributo economico o di patrocinio del Comune per una manifestazione e per la candidatura nella gestione degli impianti sportivi, bisognava dichiararsi appunto antifascisti.
“Il ‘regolamento antifascista’ del Comune di Parma è un provvedimento che, in nome della democrazia, limita gli spazi di agibilità politica delle formazioni non gradite al sindaco. Un controsenso che peraltro travalica le competenze assegnate dalla legge ai Comuni. Noi ci riconosciamo nella Costituzione – scriveva CasaPound – quella fondata sul lavoro in cui la sovranità appartiene al popolo. E non avremmo nessun problema a sottoscrivere di riconoscerci nella stessa visto che peraltro ci presentiamo regolarmente alle competizioni elettorali. Ma riconoscerci nella Costituzione ed essere antifascisti sono due cose completamente diverse. È per questo che abbiamo presentato ricorso. Perché non può essere un Pizzarotti qualsiasi a decidere chi, a Parma come nel resto d’Italia, può fare attività politica o meno”. All’epoca Pizzarotti aveva replicato: “Non vietiamo niente a nessuno, ma se uno non si riconosce in principi ampiamente condivisibili in una repubblica democratica è lui che si mette fuori”.
Fonte: Il Giornale, La Stampa, Repubblica
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