Caso Barr: dopo l’audizione di Giuseppe Conte al Copasir, il capo del Dis Vecchione ripete la stessa linea difensiva. Il ministro della Giustizia Usa, William Barr invece spiega i dettagli delle visite in Italia.
Lo scorso 23 ottobre il premier Giuseppe Conte – ricorda Open – si è presentato davanti al Copasir, il Comitato parlamentare per i servizi, dove ha riferito dei due incontri tenuti dal Ministro della Giustizia degli Stati Uniti Barr, con i vertici dei Servizi Segreti italiani. Le visite sono avvenute ad agosto e a settembre, in piena crisi di governo e il primo Ministro ha dovuto spiegare come sia stato possibile.
Ma chi è William Barr? Oltre ad essere il Ministro della Giustizia Barr indaga per conto della Casa Bianca in una controinchiesta sul Russiagate: secondo questa linea, sarebbero infatti stati i Democratici a creare lo scandalo sulla vittoria alle Presidenziali americane del 2016 per cercare di rendere la vita difficile al Presidente degli Stati Uniti in vista di una rielezione nel 2020. Ad aiutare i nemici di Trump sarebbero stati i Servizi Segreti europei, compresi ipoteticamente anche quelli italiani sotto i governi di Matteo Renzi e Paolo Gentiloni.
Durante la sua audizione Conte ha detto che l’incontro tra i due Paesi riguardava “normali scambi informativi” tra due Potenze alleate. Come riporta Il Sole 24 Ore – anche se il contenuto di quanto riferito al Copasir è segreto – Conte ha parlato in una conferenza stampa, ribadendo che “La richiesta Usa era in riferimento ad agenti americani di stanza a Roma che hanno operato su territorio italiano. In questo contesto, ma non è stato mai offerto nessun elemento, ci poteva essere l’eventualità che avessero operato con i nostri servizi. Ma abbiamo verificato ed effettuato riscontri documentali nei nostri archivi”. Se fosse intervenuta l’Intelligence italiana sarebbe “scattata una denuncia alla nostra autorità giudiziaria. La vicenda avrebbe preso una piega completamente diversa”.
La stessa linea difensiva l’ha attuata il capo del Dis – Dipartimento delle informazioni per la sicurezza – Gennaro Vecchione, che è stato anche lui ascoltato dal Copasir il 29 ottobre. Nella sua audizione, ha precisato che non siano stati dati elementi rilevanti agli americani, come riporta Huffington Post. I dubbi da chiarire erano e restano ancora molti: come mai Conte ha autorizzato un incontro tra un esponente dell’amministrazione di Trump e i vertici degli 007 italiani? Chi ha chiesto quegli incontri? Che cosa hanno detto i Servizi Segreti? Perché Conte non ha informato l’omologo di Barr il ministro Alfonso Bonafede, né il Quirinale e né il Copasir? E infine, ci sono dei collegamenti tra le due visite di Barr in Italia e il recente incontro tra il segretario di Stato Usa Mike Pompeo e Conte, con cui il premier ha confermato l’intenzione di comprare 90 F-35?
Vecchione ha tirato dritto e detto le stesse cose di Conte, ribadendo che si è trattata di una cortesia fatta ad un “Paese amico”. Peccato però siano gli stessi Americani a smentire sia lui sia il Premier. In un’intervista a Fox News, Barr ha infatti spiegato il motivo dei suoi viaggi a Roma il 15 agosto e il 27 settembre. Barr è a fianco del procuratore John Durham che, sarebbe sicuro che in Italia “.possano esserci informazioni utili all’indagine del Russiagate”. Barr, racconta, di aver agito proprio su indicazione di Durham, titolare della contro inchiesta dell’amministrazione Trump. Il procuratore avrebbe inoltre aiutato Durham a stabilire dei rapporti con i Paesi che avrebbero potuto avere informazioni utili. “Alcuni dei Paesi che John Durham pensava potessero avere informazioni utili per l’indagine, volevano in via preliminare parlarmi dello scopo e della natura dell’indagine, di come intendessi gestire informazioni riservate e così via” ha detto Barr. “Così – ha proseguito – “ho inizialmente discusso queste questioni con quei Paesi, le ho presentate a John Durham e ho creato un canale attraverso il quale Durham poteva ottenere assistenza da quei Paesi”. Insomma, una storia che non sembra per niente chiusa.
Fonte: Open, Il Sole 24 Ore, Huffington Post, Fox News
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