Migliaia di donne originarie dell’Edo State, in Nigeria, abbandonano il proprio Paese ogni anno per raggiungere l’Europa. Ostaggi nelle mani di trafficanti e “maman” senza scrupoli, che non esitano a utilizzare riti ju-ju e usanze ancestrali per costringerle a prostituirsi.
L‘OIM, Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, in occasione delle celebrazioni dello scorso 18 ottobre per la 13° Giornata Europea contro la Tratta di esseri umani ha pubblicato la versione ufficiale inglese del rapporto: “La tratta di esseri umani nel Mediterraneo Centrale”. Secondo i dati del rapporto donne e minori non accompagnati, di nazionalità nigeriana, sono tra le persone più a rischio di essere trafficate con finalità di sfruttamento sessuale. Tra il 2014 e il 2016 il numero di donne e ragazze nigeriane arrivate via mare è aumentato del 600%. Sempre l’OIM ha recentemente pubblicato, con l’UNICEF, il rapporto Harrowing Journeys, che raccoglie testimonianze di circa 22,000 migranti e rifugiati, inclusi circa 11,000 minori, intervistati dall’OIM sulle rotte migratorie del Mediterraneo orientale e centrale. Il rapporto ha evidenziato il livello spaventoso di abusi dei diritti umani a cui i minori migranti e rifugiati vanno incontro nel loro percorso per raggiungere l’Europa. Il 77% di chi ha attraversato la rotta del Mediterraneo centrale ha riportato esperienze dirette di abuso, sfruttamento e pratiche di magia nera.
L’aspetto esoterico, si legge in un’inchiesta della Reuters Fondation, è strumento di controllo anche sugli stessi affiliati. Vengono, infatti, utilizzati riti chiamati juju – molto simili al voodoo e alla macumba – che sono propri della cultura yoruba. Il rito juju è immancabile e fondamentale nella fase del reclutamento delle vittime. Tali riti diventano funzionali alla fidelizzazione delle connazionali che – convinte di partire per avere un lavoro come cameriere o parrucchiere – una volte giunte in Italia vengono destinate alla prostituzione. Ma della fine che faranno, spesso se ne rendono conto lungo il viaggio – che dal Niger le porterà in Libia – dove in veri centri di stoccaggio e detenzione, verranno istruite alla prostituzione e violentate ripetutamente.
Juju è il termine che viene usato per indicare la religione delle persone di etnia Yoruba. La zona in cui questi riti sono maggiormente praticati è nella regione dell’Edo State e in quella del Delta del Niger. Juju è la credenza nello Spirito nel Mondo e di come gli dei influiscono nella vita di tutti i giorni. E’ credenza comune di molti nigeriani che niente accade per caso, tutto è già scelto, scritto. Gli spiriti non sono altro che messaggeri degli dei che fungono da tramite tra il mondo loro e quello degli uomini. Le credenze raccontano che se ti prendi cura degli spiriti, loro si prenderanno cura di te.
Durante la cerimonia alla persona viene chiesto di denudarsi. Il sacerdote esegue dei riti che serviranno a invocare lo spirito che dovrà fare da tramite tra la vittima e il semidio “Eshu”, con il quale si stabilirà il patto. Successivamente il sacerdote effettua numerosi tagli sulla pelle della vittima, dovranno essere ferite sanguinanti in modo tale da gettare la fuliggine dove è trasmigrato lo spirito prima evocato. In seguito il sacerdote prende alcuni ciuffi di capelli della persona e peli pubici, li depone all’interno di un vaso assieme alla biancheria intima della persona. Questo vaso verrà sigillato e posto in un santuario. Alla vittima viene chiesto di fermarsi davanti all’effige di Eshu. Questa è costretta a ripetere tutto ciò che le viene dettato dal sacerdote, è qui avviene il giuramento. E’ durante questo giuramento che la ragazza promette di restituire i soldi alla maman o al suo trafficante, di obbedire a qualsiasi cosa le venga ordinato. Se dovesse venire meno al suo giuramento , il semidio Eshu manderà degli spiriti a punire lei e la sua famiglia con il rischio che qualcuno possa perdere anche la vita. la ragazza infine viene costretta a ingerire il cuore di un pollo, ucciso subito dopo il giuramento.I trafficanti di esseri umani utilizzano queste credenze juju per ricattare e tenere soggiogate le proprie vittime. La schiavitù è nella credenza; quindi non è neanche necessario imprigionare le vittime o farle controllare, ma sono gli spiriti stessi che fanno questo.
E’ davvero difficile far parlare le vittime e farle ammettere di aver subito questi ricatti,oltre a far si che si accusino i propri carnefici. Ma lo scorso 9 marzo qualcosa è cambiato, informa Agensir. Ewuare II – meglio conosciuto come Oba, massima autorità religiosa locale, giuda spirituale del popolo di Benin city, nell’Edo State, Nigeria del sud – ha pronunciato un anatema contro chiunque continuasse a promuovere l’immigrazione illegale nei suoi territori. L’editto ha imposto ai native doctors dello Stato di Edo di annullare tutte le maledizioni e i giuramenti posti sulle vittime di tratta, lanciando, nel contempo una maledizione su coloro che avrebbero costretto, ancora, le vittime a prestare giuramento» riferisce la Dia. A ciò ha fatto seguito un provvedimento politico: «Il 23 maggio successivo, come conseguenza, il governatore dello Stato di Edo, Godwin Obaseki ha firmato una legge per il divieto, la prevenzione e la punizione del traffico di esseri umani.
Fonte: DIA, OIM, UNICEF, Reuters Fondation/Perilmondonlus, Agensir, Repubblica
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