Matteo Renzi è stato indagato per una frase contenuta sul suo libro riguardo il presunto “giro legato alla droga” di Jessica Faoro.
Nel libro di Matteo Renzi “Un’altra strada. Idee per l’Italia di domani” è contenuta una frase su Jessica Faoro, 19enne uccisa a Milano con 85 coltellate il 7 febbraio 2018 dal tramviere Alessandro Garlaschi in un appartamento di via Francesco Brioschi. All’interno di esso il leader di Italia Viva scriveva che questa ragazza “frequentava un brutto giro legato alla droga” nel punto in cui fa un parallelo con la vicenda di un altro omicidio, quello di Pamela Mastropietro. Una definizione della propria figlia che i genitori di Jessica Faoro non hanno accettato, ritenendole diffamanti.
Non è però dello stesso avviso la pm di Padova, Luisa Rossi, che ha chiesto l’archiviazione del procedimento in quanto “gli elementi acquisiti nelle indagini preliminari non appaiono idonei a sostenere l’accusa in giudizio“. A detta della stessa accusa, infatti, il senatore fiorentino si era basato su elementi riscontrabili “da una ricerca su internet” in cui potevano emergere notizie sul fatto che Jessica Faoro “consumasse sostanze stupefacenti” circostanza “resa pubblica nell’immediatezza del suo assassinio” da alcuni organi di stampa.
Come riportato da Repubblica, per la Procura di Padova, Renzi non avrebbe diffamato la giovane in quanto avrebbe divulgato soltanto quanto era già noto all’epoca. Una richiesta a cui il padre e la madre della giovane defunta hanno già annunciato opposizione. Secondo Il Fatto Quotidiano, a sostegno della loro tesi vi è anche il fatto che anche all’interno degli atti del fascicolo di indagine non risulta che la ragazza abbia mai abusato di sostanze stupefacenti. Inoltre, il senatore toscano, prima di dare alle stampe il volume avrebbe potuto, almeno in linea teorica, verificare la fondatezza della notizia. Starà ora dunque a un giudice del Tribunale di Padova decidere se archiviare, come richiesto dalla pm, ordinare ulteriori indagini oppure l’immediato processo a Renzi per la presunta diffamazione a Jessica Faoro.
Fonte: Repubblica, Il Fatto Quotidiano