Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte domani dovrà riferire a Raffaele Volpi, nuovo presidente del Copasir, le informazioni che detiene sul Russiagate e le visite del Ministro americano William Barr a Roma. Anche gli storici alleati del M5S gli voltano le spalle.
Domani il Premier Giuseppe Conte sarà chiamato a riferire al Copasir – Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica – il cui nuovo presidente – riferisce AGI – è, da qualche settimana, il leghista Raffaele Volpi– riguardo una vicenda su cui da mesi aleggiano ombre. Si tratta della questione Russiagate e del via libera dato dalle autorità italiane a una missione segreta americana che ha visto come protagonista che il Ministro della Giustizia Barr. Quest’ultimo avrebbe incontrato a Ferragosto il direttore del Dis – Dipartimento per le informazioni sulla sicurezza -il generale Vecchione, e il 27 settembre i due capi delle Agenzie di Informazioni e Sicurezza Esterna e Interna. L’indagine svolta dal Ministro americano Barr- come riportava settimane fa Open – partiva dall’ipotesi della creazione di documenti falsi che appuravano una collaborazione tra La Russia e gli USA per screditare Hilary Clinton e far vincere Trump. Il piano avrebbe vista coinvolta anche l’Italia. Durante la seconda visita a Roma, Barr avrebbe chiesto informazioni ai due capi della Sicurezza sul Professor John Mifsud, studioso di intelligence di cui si sono perse tracce da ben 2 anni. Il Professore era una presunta spia russa. Infatti durante le elezioni presidenziali americane avrebbe incontrato, proprio a Roma, George Papadopoulos, collaboratore di Trump per informarlo sull’esistenza di migliaia di email compromettenti dell’ufficio della Clinton finite in mano ai russi e pronte ad essere utilizzate.
Ora il nocciolo della questione su cui Conte domani è chiamato a dare resoconto al Copasir è il seguente:chi gli chiese il via libera per la missione di Barr a Roma? Lui era a conoscenza degli scopi dell’inchiesta? E, a sua volta, chi ha informato di questa situazione? Certamente il Copasir doveva essere immediatamente messo al corrente, cosa che, a quanto pare, non è stata fatta. In quel periodo, infatti, era ancora perfettamente attivo, Guerini non era ancora stato promosso a Ministro. E ancora: perché il Presidente del Consiglio ha voluto tenere per sé la delega sulle scelte in merito ai servizi segreti? Questo ruolo mal si concilia con quello di Premier.
Il Presidente del Consiglio, per tutto questo tempo, ha continuato a sostenere che si sia svolto tutto in maniera assolutamente trasparente e che siano stati effettuati regolari passaggi per vie diplomatiche ufficiali. Ma una parte della diplomazia americana a Roma e della stessa intelligence era ignara della visita di Barr avvenuta a Ferragosto. Senza contare che il 26 settembre, cioè il giorno prima che Barr tornasse a Roma per incontrare i capi delle Agenzie di Informazioni e Sicurezza Esterna e Interna, Conte si riunì con essi. E lo stesso avvenne anche prima dell’arrivo del Ministro americano a Ferragosto.
Se a ciò aggiungiamo il tweet di Trump, datato 27 agosto,che fa riferimento a “Giuseppi Conte” il quadro sembra abbastanza chiaro. L’8 agosto il leader della Lega Matteo Salvini aveva fatto cadere il Governo. L’ipotesi di un’imminente alleanza con il PD di Nicola Zingaretti era, praticamente, una certezza. ma per quanto caldamente appoggiato dal M5S, era chiaro che il PD, invece, esigesse una certa discontinuità con il governo precedente e che, dunque, non volesse Conte. Quest’ultimo, sentendo tremare la poltrona, ha chiesto aiuto a tutti i leader europei e non ha risparmiato nemmeno lo storico alleato d’oltreoceano: Donald Trump. Probabilmente promettendogli piena collaborazione per le indagini segrete di Barr. Tuttavia il ministro americano deve essere tornato a casa con un niente di fatto avendo ricevuto ben poche informazioni utili alla sua causa. Infatti a ricordare a “Giuseppi” di non fare troppo il furbo è stato inviato di recente Mike Pompeo a parlare di Dazi.
In tutto questo marasma Conte, nelle scorse settimane, si era limitato, come riportano Adnkronos e l’Ansa a inviare una lettera di congratulazioni al nuovo presidente del Copasir, Volpi, subito dopo la nomina, e a dichiararsi disponibile a riferire le informazioni in suo possesso.
Nelle scorse settimane gli avversari non avevano mancato di intervenire sulla questione. L’ex Vice presidente del Consiglio Giancarlo Giorgetti aveva dichiarato “Conte è finito. Alle prossime elezioni presidenziali gli USA gli volteranno le spalle e lo massacreranno con tutto ciò che verrà fuori“. E se questa posizione da parte di uno storico esponente della Lega era prevedibile, ben meno attesa è, invece, la posizione assunta dal Movimento Cinque Stelle in queste ore. Dai vertici dei Movimento qualcuno mormora “Conte è nervosetto. Chissà cosa uscirà fuori dalla sua visita al Copasir. Noi lo abbiamo aiutato ad essere lì dov’è ora e lui si è dimostrato ingrato. Non continueremo certo ad appoggiarlo“. E – riferisce Huffington Post – il Ministro per le Politiche giovanili e lo Sport Vincenzo Spadafora, davanti alle telecamere di Omnibus, ha detto “Conte non faccia il furbo e dica tutto quello che sa. Potrebbero esserci conseguenze internazionali importantissime.” Il rapporto tra il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, del resto, ormai ha assunto tutte le sembianze di un vero e proprio braccio di ferro dopo la rielezioni del Premier fortemente spinta proprio dai pentastellati. Ora il partito si sente, in qualche modo, tradito da un Conte sempre più indipendente e meno propenso a restare nell’ombra. E se Nicola Zingaretti, qualche giorno fa, preannunciava che, nel caso Matteo Renzi facesse cadere il governo, lui e il PD avrebbero sostenuto Conte, voci di corridoio di Palazzo Chigi mormorano che Luigi Di Maio e i suoi potrebbero cogliere l’opportunità per sbarazzarsi di un Giuseppe Conte divenuto ormai troppo scomodo.
Fonte: Ansa, Adnkronos, Open, AGI, Huffington Post.