Nel suo nuovo libro il giornalista Gianluigi Nuzzi parla del crac finanziario che sta investendo il Vaticano a causa del vertiginoso calo delle donazioni. Si sofferma, inoltre, sugli scandali che hanno colpito la Santa sede.
Gli italiani avrebbero “inventato” la Mafia, ebbe a dire pochi mesi fa Papa Bergoglio. E se per il Pontefice il Bel Paese resta una patria del malaffare non migliore salute gode in questo momento lo Stato del Vaticano, almeno finanziariamente.
Secondo quanto riportato nel libro del giornalista Gianluigi Nuzzi “Giudizio Universale – La battaglia finale di Papa Francesco per salvare la Chiesa dal fallimento”, edito oggi da Chiarelettere, il Vaticano sarebbe sull’orlo del crac. La bancarotta sarebbe emersa dai risultati delle indagini della task force voluta da Bergoglio. Come riferisce SkyTg24, il libro di Gianluigi Nuzzi è un volume inchiesta che si basa su testimonianze e interviste rilasciate da monsignori e cardinali. Contiene, inoltre, oltre 3000 documenti riservati che arrivano fino all’estate 2019. Nuzzi, nel suo libro, si concentra sul caso dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò. Il Prefetto della Comunicazione che fu costretto a dimettersi dal suo ruolo per aver censurato una lettera di Papa Ratzinger e la questione non fu mai chiarita. Il giornalista – riferisce l’Ansa – ha pubblicato alcuni sms intercorsi tra lo stesso Viganò e Monsignor Georg Ganswein, Prefetto della Casa Pontificia. Come riferisce AgenPress, quando, nel 2018, Papa Francesco diede il via alla riforma contro la crisi finanziaria, nei registri della Banca vaticana venne fuori una contabilità parallela. Praticamente numerosi cardinali avevano conti segreti con cui facevano da prestanome a politici e imprenditori. Questi conti non vennero mai chiusi con la giustificazione che il doppiofondo vaticano è ineliminabile.
Nel volume viene messo in luce come una delle principali ragioni di questo tracollo sia il vertiginoso calo delle donazioni dovuto agli scandali che, negli ultimi anni, hanno colpito la Santa Sede. Un’altra ragione che potrebbe aver determinato una flessione verso il basso delle donazioni è individuabile nelle “politiche” adottate da Papa Francesco che non trovano il consenso di molti Cattolici. La recente statua ai migranti inaugurata in Piazza San Pietro, ed emblematica della politica vaticana sul tema delle migrazioni, non è risultato gradito a molti. L’opera – come riporta AGI – consiste in una zattera in bronzo e argilla dell’artista canadese Timothy Schmalz con a bordo 140 migranti di diverse etnie e appartenenti a epoche differenti. Un ‘imprecisione dell’artista? No. L’unione di persone che provengono da luoghi e periodi storici diversi è stata voluta dal Papa per ricordare che l’accoglienza è una sfida universale e senza tempo. Un’opera che vuole lanciare un chiaro messaggio politico.
Un altro motivo del calo delle donazioni da parte dei fedeli potrebbe essere rappresentato dalle numerose denunce per pedofilia che colpiscono ecclesiastici di diverso ordine e grado. Solo per limitarsi ai casi più recenti: a giugno una diocesi ligure – riferiva Fanpage – fu coinvolta in una causa per 5 milioni di euro per la mancata denuncia da parte dei Vescovi degli abusi sui minori messi in atto da un sacerdote della Chiesa. E poco più di un mese fa anche gli Stati Uniti hanno assistito ad uno scandalo che ha visto come protagonisti esponenti del clero cattolico. Come riporta Open, il Procuratore generale del Missouri, Eric Schmitt, ha accusato la Chiesa cattolica di aver insabbiato le accuse contro 150 sacerdoti. Dopo le denunce essi venivano “obbligati” a seguire un percorso psicologico e dopo, semplicemente, assegnati ad un’altra Parrocchia.
Fonte: Ansa, AGI, AgenPress, Open, Fanpage