Forse non è stata solo propaganda, come dice ora il “Conte bis”. Dati Istat confermano che nel 2018, durante il primo governo Conte, si è registrato un forte calo degli ingressi e delle richieste d’asilo, diminuite di oltre il 41% rispetto al 2017.
La questione è una di quelle destinate a uno scontro mai risolutivo.L’ultima conferma poche ore fa con Matteo Salvini che dal palco in Piazza San Giovanni in Laterano ha accusato l’attuale Governo di avere le mani “sporche di sangue” sulla questione migranti, a causa della riapertura dei porti. Un’affermazione che non è piaciuta al premier Giuseppe Conte: “Non si dicano stupidaggini, perché su queste cose non si scherza, speculazione politica di basso profilo su questi argomenti non sono accettabili e Salvini fa bene a stare zitto” riferisce Askanews: “Quando abbiamo governato insieme chi si è preoccupato in Italia e in Europa di difendere il buon nome dell’Italia è stato il sottoscritto – ha aggiunto Conte – quindi su questo non si scherza. Chi ha parlato sempre di politica sull’immigrazione rigorosa, ferma ma orientata al rispetto e alla tutela della persone sono stato io, Salvini da questo orecchio non ci sentiva“. Salvini ha replicato: “Io da ministro in un anno ho quasi azzerato l’immigrazione clandestina, lui in un mese ha riaperto i porti e aumentato gli sbarchi del 300% e purtroppo anche i morti. Incapace o complice?”.
Chi ha ragione? In base a quanto emerge dai dati del report dell’Istat sui “Cittadini non comunitari Italia“, i cittadini stranieri che nel 2018 hanno acquisito la cittadinanza italiana sono stati 112.523, di cui 103.478 originari di un Paese non comunitario. Rispetto al 2017 – riferisce Agensir – si è registrato un calo del 23,8%. I dati sono tornati a livelli molto vicini rispetto al 2013, una vera e propria inversione di rotta rispetto ai due anni precedenti che avevano visto una continua crescita. Nel 2018 i nuovi permessi di soggiorno sono stati 242.009 contro i 262.770 dell’anno precedente: una decrescita del 7,9%. Il dato più significativo è la diminuzione delle richieste d’asilo che hanno registrato un calo di oltre il 41% passando da 88.500 a meno di 52.000. Sono aumentati, invece i permessi rilasciati per motivi umanitari, per lavoro, per studio e per ricongiungimento familiare. Il calo dei permessi per richiesta asilo ha coinvolto in particolar modo alcuni Paesi. Le diminuzioni più rilevanti hanno interessato Guinea, Nigeria, Costa d’Avorio, Gambia e Senegal. Le regioni maggiormente interessate dai flussi di migranti non provenienti dalla Comunità Europea sono, soprattutto, le regioni del Nord. Infatti quasi il 56% dei migranti si dirige verso l’Italia settentrionale. Le regioni del Nord sono quelle maggiormente toccate da richieste per studio e per ricongiungimento familiare. mentre al Sud si concentrano proporzionalmente di più le richieste d’asilo. Il calo più rilevante riguarda gli ingressi. Nei primi quattro mesi del del 2019 si è avuta una diminuzione del 91% rispetto al medesimo periodo del 2018 e del 97% rispetto al primo quadrimestre del 2017, ha osservato il Sole 24Ore citando dati Unhcr, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. A luglio riferì il Giornale, i dati dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni – agenzia collegata delle Nazioni Unite – riferiva di 683, vittime nel Mediterraneo nel tentativo di mettere piede nel Vecchio Continente:nel 2018 i morti erano stati 1.449, ben 766 in più. Ciò significa che i decessi sono il 53% in meno rispetto al 2018 un trend confermato a settembre, come riferì l’Ansa.
Il forte calo degli ingressi e delle richieste d’asilo potrebbe essere ricondotto alle politiche adottate durante il 2018 dal primo governo Conte che ha visto Matteo Salvini al Dicastero dell’Interno. La scelta di chiudere i porti, infatti, ha provocato una diminuzione degli sbarchi e, conseguentemente, un minor afflusso di richiedenti. Questa ipotesi sembra supportata da quanto riferiva l’Ansa nel maggio 2018: gli ingressi avevano registrato una flessione verso il basso del 78%, in particolare da parte di migranti provenienti dalla Libia. Tuttavia il 2019 potrebbe vedere un’inversione di tendenza e potremmo assistere ad un nuovo aumento sia degli ingressi sia di nuove acquisizioni di cittadinanza. Infatti il governo giallo rosso, con a capo sempre Giuseppe Conte, ha deciso di riaprire i porti facendo fede alle promesse dell’Europa che ci avrebbe aiutato a gestire il fenomeno degli sbarchi. Inoltre il PD, nuovamente al governo, è tornato a premere l’acceleratore sullo Ius Soli per dare la cittadinanza italiana ai figli degli immigrati. Ben due sono state le proposte di Legge presentate da esponenti del partito Democratico. La prima, che porta la firma dell’ex Presidente della camera Laura Boldrini, può definirsi un vero e proprio Ius Soli. mentre la seconda, più moderata, è stata presentata dal deputato Matteo Orfini, capocorrente dei Giovani Turchi ed è uno Ius Culturae. Matteo Orfini, prima che venisse approvato il taglio dei parlamentari voluto dal M5S.
Fonte: Ansa, Agensir, Sole 24 Ore, Il Giornale
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