Matteo Renzi, dopo la scissione dal PD, punterebbe a far cadere il Governo per riprendersi il ruolo di Presidente del Consiglio. Ma il Segretario dem Nicola Zingaretti si dichiara pronto a fermarlo e a sostenere il Premier Giuseppe Conte.
Certe abitudini sono dure a morire, è il caso di dirlo. E sembra proprio il caso, per l’appunto, di Matteo Renzi, ex Premier e leader di Italia Viva, il suo nuovo partito nato dalla scissione dal PD di Nicola Zingaretti. E il “vizio” che Renzi sembra non voler perdere è quello di sostituirsi al Presidente del Consiglio in carica con abili manovre. Meno di due settimane fa – riferisce Huffington Post – sosteneva di sperare che questo nuovo governo avesse lunga vita e dichiarava “Siamo stati i principali sponsor del governo, non lo faremo certo cadere“. Ma, secondo indiscrezioni trapelate da Palazzo Chigi, l’ex Presidente del Consiglio avrebbe già cambiato idea. Queste sarebbero state le sue parole in un sms “Ho fatto cadere Enrico Letta con soli dieci deputati. Ora ne ho ben 50 per far cadere Giuseppe Conte“. Ad aver fatto cambiare idea a Renzi potrebbe essere stato il taglio dei parlamentari recentemente approvato. Infatti se diventerà Legge, Italia Viva perderà gran parte della sua rappresentanza in Parlamento.
Dunque, l’unica salvezza per Matteo Renzi, potrebbe essere proprio far cadere il governo prima di gennaio 2020. Ma il PD non ci sta a soccombere alle smanie di potere dell’ex collega secondo indiscrezioni de La Stampa a firma Carlo Bertini il segretario del PD Nicola Zingaretti avrebbe avvisato i suoi “Se Renzi tenterà di far cadere il Governo per diventare lui il nuovo premier, non avrà vita facile”. Zingaretti sarebbe quindi disposto a portare il Paese a nuove elezioni e a sostenere Giuseppe Conte come candidato premier perché sarebbe l’unico che, secondo il segretario dem “vincerebbe di sicuro la sfida contro Matteo Salvini“.
E il PD manda un segnale forte e chiaro sulle sue intenzioni di fare sul serio. Infatti in questi giorni si sta discutendo sulla possibilità di cambiare lo statuto PD, separando i ruoli di Segretario e candidato Premier, proprio per poter scegliere un altro leader nel confronto elettorale. Potrebbe dunque essere questa la mossa per sostenere Giuseppe Conte in vista di prossime elezioni. La modifica allo statuto, con ogni probabilità, potrebbe venir sancita con un congresso in primavera, che ufficializzi la nuova alleanza con M5s. Questa volta senza la presenza di ingombrante di Matteo Renzi dopo l’addio al partito. Solo qualche giorno fa Nicola Zingaretti ha parlato della sua intenzione di formare una grande coalizione di Centrosinistra con i pentastellati da cui, tuttavia, non escludeva uno spazio anche per Italia Viva di Matteo Renzi. Ma se Renzi fosse il fautore della caduta del Governo Conte bis, fornirebbe a Zingaretti l’assist perfetto per tagliarlo fuori e liberarsi di lui definitivamente.
Del resto, già ad agosto, l’europarlamentare Carlo Calenda aveva previsto che Matteo Renzi avrebbe cercato di far cadere il governo. Queste, riportava AGI, le sue parole “Renzi farà i gruppi separati, dirà che voleva un governo istituzionale e non con il M5S, disinnescherà le clausole Iva, farà cadere il governo e proverà a riprendersi il PD“. In queste ore, tuttavia, l’ipotesi di un colpo basso da parte dell’ex collega di partito non sembra preoccupare più di tanto i Dem. Infatti così i parlamentari PD commentano, quasi compiaciuti, un eventuale ipotesi di ribaltone da parte di Renzi “Se lo farà, a quel punto, con nuove elezioni non avrà più alcun forno in cui infilarsi, nè nel Centrosinistra né nel Centrodestra“. Insomma questa volta Renzi, più che un colpo da maestro, rischierebbe un colpo di testa che potrebbe lasciarlo fuori dai giochi per sempre. E non a caso, qualche giorno fa il Sindaco di Milano Giuseppe Sala, commentando il duello televisivo tra Matteo Renzi e Matteo Salvini e la scissione di Renzi dal Partito Democratico osservava:”Il problema di Matteo Renzi è che è una primadonna e non sa collaborare“. E forse la primadonna ha trovato l’antagonista perfetto – o perfetta, se volete – Giuseppe Conte. Un’altra primadonna: stile diverso, ambizioni non dissimili. Forse lo scontro frontale e solo questione di tempo.
Fonte: AGI, Huffington Post, La Stmapa