Nessuna condanna di Papa Francesco all’Angelus sulla decisione del presidente della Turchia, Erdogan, di invadere la Siria ed attaccare i curdi.
Ha destato scalpore la scelta di Papa Francesco di restare in silenzio all’Angelus in Piazza San Pietro rispetto alla decisione del presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, di invadere la Siria attaccando così i curdi. E’ di queste ore la notizia del brutale assassinio di Hevrin Khalaf, attivista per i diritti delle donne ma nessuna parola di condanna né su questo né sulle vittime curde da cinque giorni ormai assediati dalle truppe di Ankara da parte del Pontefice. Diversi osservatori hanno infatti che il pensiero di Papa Francesco sia andato alla Siria, ma tuttavia senza pronunciare alcuna parola esplicita nel confronti del popolo curdo o contro la politica imperialista del leader turco.
“Il mio pensiero va ancora una volta al Medio Oriente – ha dichiarato Papa Francesco – e all’amata e martoriata Siria da dove giungono nuovamente notizie drammatiche sulla sorte delle popolazioni del nord-est del Paese, costrette – ha aggiunto – ad abbandonare le proprie case a causa delle azioni militari: tra queste popolazioni vi sono anche molte famiglie cristiane. A tutti gli attori coinvolti e alla Comunità Internazionale, per favore – ha proseguito – rinnovo l’appello ad impegnarsi con sincerità, con onestà e trasparenza, sulla strada del dialogo per cercare soluzioni efficaci“.
Il Messaggero ha sottolineato un atteggiamento di sostanziale ambiguità riguardo alla popolazione curda da parte della Santa Sede e dal suo organo di stampa, l’Osservatore Romano che ha sì, informato sul conflitto, ma senza assumere alcuna posizione specifica. La Sede Apostolica ha palesato solo una preoccupazione di carattere umanitario, rinunciando ad un qualsiasi pronunciamento contro Ankara. Questo a fronte di una catastrofe umanitaria bene evidenziata dalla Caritas con numeri inequivocabili: oltre 150.000 civili, intrappolati in quest’area di confine, costretti a lasciare le loro abitazioni. Le stime dell’Onu parlano di 450.000 persone da soccorrere. E questo accade, sottolinea l’Avvenire, in un Paese dove ci sono “11 milioni tra sfollati interni e rifugiati, e altri 11 milioni di persone che necessitano di assistenza umanitaria, di cui oltre 1 milione nell’area nord orientale” voluta da Erdogan.
Fonte: Il Messaggero, L’Osservatore Romano, Avvenire
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