Nella notte tra il sabato 5 ottobre e la domenica mattina del 6 a Como, una ragazzina di tredici anni viene trascinata in casa e abusata fino all’indomani da due suoi connazionali nigeriani.
Una 13 enne, poso più che una bambina che resterà segnata per il resto della vita. E’ l’Ansa ad informare di uno stupro protrattosi per per ore. E tutto nasce da un incontro fortuito. La violenza si sarebbe consumata la notte fra sabato e domenica scorsa. Sono le 21.30 circa: il suo sabato sera è giunto al termine e sta tornando a casa. La ragazzina dopo aver accompagnato a casa un’amica con cui aveva passato la serata, all’angolo fra via Napoleona e De Cristoforis, è stata avvicinata da un connazionale. Le dinamiche dell’accaduto non sono ancora chiare; da quanto emerge lui le avrebbe strappato il telefono cellulare dalle mani. La ragazzina, abbastanza ingenuamente, lo insegue fin sotto casa nella speranza di recuperare l’oggetto. Ben presto la bambina nigeriana si renderà conto di essere incappata in una trappola, perché lui la prende per un braccio e la trascina nel proprio appartamento dove abusa di lei. Nella trappola sembra aver agito da solo ma nel assaporare il “bottino di guerra” sembra abbia voluto condividere “la gioia ” con un altro suo connazionale chiamato proprio per festeggiare fino all’alba. Soltanto alle 6 del mattino, mentre i due giovani dormivano, la ragazzina ha avuto la forza di recuperare il proprio cellulare e scappare a casa dalla famiglia, che aveva già allertato della scomparsa i carabinieri della compagnia di Cantù.
Gli accertamenti confermano la violenza
Comprensibilissimo il trauma della bambina che non ha raccontato subito tutto ai parenti. Solo al ritorno da scuola, lunedì pomeriggio, non c’è la fatta. Ha raccontando tutto alla madre, rivelandole quanto accaduto la notte precedente. La donna e altri due suoi familiari si sono diretti nella casa dove sarebbe accaduto tutto, trovando ancora nell’appartamento l’ideatore della trappola del sabato sera. Da qui nasce una colluttazione a cui segue l’intervento della Polizia. I due uomini sono stati portati in Questura, mentre la giovane vittima in ospedale per gli accertamenti. Non si hanno riscontri sull’appartenenza o meno dei due uomini alla Mafia nigeriana. Si è trattato comunque di un crimine scollegato da qualsiasi dinamica propria dell’organizzazione.
Le analisi condotte in ospedale hanno confermato la violenza. L’abitazione nel quale si è consumato lo stupro è stata perquisita ; dagli indumenti e dalle lenzuola sequestrate e analizzate, informa Repubblica, sono state rinvenute tracce biologiche, tra cui quelle ematiche che confermerebbero non solo l’avvenuto atto sessuale ma soprattutto la violenza. Per i due giovani, portati nel carcere di Bassone, il pubblico ministero ha disposto la misura del fermo.
Fonte: Ansa, Repubblica