Il Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha commentato il decreto sui rimpatri che dovrebbe garantire i rimpatri di coloro che non hanno diritto di stare in Italia.
Luigi Di Maio, Ministro degli Esteri, ha dichiarato la volontà di accelerare i tempi per i rimpatri dei migranti irregolari attraverso un apposito decreto interministeriale che ha coinvolto i Dicasteri degli Esteri, della Giustizia e dell’interno e che si propone di ridurre a soli 4 mesi i tempi della procedura, comprendendo in essa ogni incombenza, anche quella inerente alle valutazioni sulla permanenza o meno in Italia. Secondo il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, che con Di Maio ha promosso e sottoscritto il provvedimento, la nuova iniziativa del Governo permetterà di dimezzare le attese per il ritorno in patria degli stranieri a cui non è stata riconosciuta alcuna forma di protezione. La tempistica sarebbe favorita dal fatto che molti Paesi di provenienza dei migranti – finora ne sono stati individuati 14 – sono ora considerati “sicuri” e, pertanto la “fuga” da essi non verrà più considerata elemento che giustifica, per i migranti, la permanenza in Italia. “I magistrati – ha sottolineato il ministro – fanno già un lavoro importantissimo riescono a smaltire tantissime di queste domande e voglio ringraziarli pubblicamente. Tuttavia – ha aggiunto – oggi questo decreto dà alla Giustizia un aiuto importante“. Nel merito il ministro ha spiegato: “Ci sarà una valutazione caso per caso naturalmente ma sarà diverso il meccanismo dell’onere della prova: non ci sono i presupposti in mancanza di prova contraria“.
In tema TgCom24 riferisce le parole, forse più realistiche, del Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese: “L’immigrazione è un problema strutturale, nessuno ha la bacchetta magica“- ha osservato – “sicuramente il decreto può essere utile a diminuire i tempi medi ma – ha sottolineato ancora la titolare del Viminale, evidentemente ben consapevole sulla reale efficacia del testo – è difficile ora dire se saranno di un mese o due mesi. Il problema immigrazione è complesso, strutturale – ha precisato il Ministro – servono varie azioni. Lo dico da ex Prefetto. Di sicuro dobbiamo parlare molto con gli altri Stati per i rimpatri“. Sui tempi dei rimpatri, intorno a cui ruota tutta la ragion ‘essere del provvedimento il Ministro è stato cauto: “Uno, due, tre mesi per i rimpatri? Non ho le prove. Posso dire che inciderà sui tempi conclusivi – ha proseguito evidenziando un altro aspetto cruciale del decreto e della relativa, reale efficacia – Necessita accordi di rimpatrio – con gli altri Paesi – ma anche accordi di polizia –riferendosi agli accorti tra i Ministeri dell’Interno degli altri Paesi – che fanno sì che poi si riesca a farli tornare indietro“. Per questa ragione, del decreto “dovremmo riparlarne fra sei mesi” dopo i primi accordi con gli altri Stati, semmai saranno raggiunti.
Parlando con l’Ansa, il Capo della Polizia, Franco Gabrielli, ha detto in proposito: “In Italia non esiste una modalità di accesso lecito” e il contrasto all’immigrazione “poggia su tre pilastri: la gestione dei flussi, i rimpatri e l’integrazione“. Sui Decreti Sicurezza voluti dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini il Capo della Polizia ha detto: “Non sono d’accordo sulle multe alle Ong. Ma è sbagliato dire che i due decreti sicurezza non siano del tutto corretti. Alcune cose sono positive: ad esempio – ha spiegato – chi manifesta deve farlo pacificamente e non giudicare le Forze dell’ordine come dei punching ball“.
Fonte: Ansa, Tgcom24
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