Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali dedica un report alla comunità nigeriana. La Direzione Investigativa Antimafia ne stila un altro, sulla presenza sempre più ramificata della Mafia nigeriana nel nostro territorio. Due rapporti a confronto per un risultato che denuncia un’integrazione tutt’altro che riuscita.
La presenza di migranti sul territorio italiano è un dato ormai consolidato, l’Italia rappresenta infatti meta di immigrazione da quasi 50 anni. A partire dagli anni 70, con i primi flussi migratori in ingresso, la presenza dei cittadini stranieri si è andata stabilizzando
Il numero di non comunitari regolarmente presenti è costituito da 3.714.934 soggiornanti fino al 1 gennaio 2018. Sono sole poche centinaia in più rispetto all’anno precedente – 797 persone in più, ufficialmente – 49 mila in meno rispetto al 1° gennaio 2013.
Ma a destare preoccupazione è il numero degli irregolari. Matteo Salvini diffuse delle statistiche in cui il numero ammontava a circa 90 mila, ma questo è un dato assai parziale. Per avere un’idea di quali possano essere le conseguenze sul numero totale stimato di irregolari presenti in Italia prendiamo a riferimento la raccolta dati della Fondazione ISMU. Secondo i dati della fondazione, che elabora dati statistici fino al 2018, Il numero di stranieri irregolari in Italia è andato diminuendo tra 2010 e 2013, ma l’aumento degli arrivi via mare e dei dinieghi di protezione internazionale ha invertito il trend e, dal 2013 al 1° gennaio 2018, stima gli stranieri irregolarmente presenti in Italia in circa 530.000.
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha elaborato un’analisi sul fenomeno migratorio in Italia per l’anno 2018 con particolare riferimento alla comunità nigeriana, quella che ha conosciuto una crescita più significativa rispetto al 2017: +10,6% passando dal 15° al 14° posto per numero di presenze. Il Rapporto sulla comunità nigeriana ha dipinto un quadro, in termini statistici, abbastanza dettagliato della situazione attuale. I cittadini nigeriani che risultano essere regolarmente soggiornanti in Italia sono 103.985 pari al 2,8% del totale degli stranieri, e sono in prevalenza uomini. Quella nigeriana risulta essere la comunità con la più scarsa partecipazione al mercato del lavoro e con il più alto tasso di disoccupazione, il 34,2%, a fronte di una media del 14,9%. Il Nord Italia rappresenta la prima meta di destinazione per la comunità, accogliendo il 57,9% dei cittadini nigeriani: Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna sono le prime Regioni di insediamento con, rispettivamente, il 15,7% 13,8% e il 13,6% delle presenze. Superiore alla media la presenza nel Mezzogiorno: 19,6% a fronte di una media del 14,3%.
La prima motivazione di soggiorno e di ingresso, per i cittadini nigeriani, è rappresentata dalla richiesta o titolarità di una forma di protezione internazionale. Qui,volendo considerare le caratteristiche socio-demografiche e le storia migratoria che si presenta sotto ai nostri occhi, nasce una verità paradossale: ossia che una delle nazionalità con la più alta incidenza di titolari di protezione internazionale è diventata, allo stesso tempo, una delle maggiori responsabili della tratta umana degli ultimi anni, con la presa di territorio italiano da parte della Mafia nigeriana.
La Direzione Investigativa Antimafia evidenzia come gli investimenti dell’organizzazione criminale nigeriana siano concentrati prevalentemente nel nord, con un totale di 103.576 operazioni finanziarie illecite: il 46,3% (47.909 operazioni) al Nord, il 33,8% (35.034) al Sud e il 18,7% (19.396) nelle regioni del Centro Italia. Secondo la relazione della Direzione Investigativa Antimafia: “il maggior numero di operazioni finanziarie sospette di interesse istituzionale’, emerse con riferimento alle regioni del Nord, può essere indicativo di una mafia liquida che investe in questa parte del Paese in maniera occulta, utilizzando per i propri scopi criminali delle teste di legno. Una mafia latente che potrebbe, in prospettiva, manifestarsi con caratteri più evidenti”.
La Mafia nigeriana ha una rete in costante contatto con la madre patria, ed è quindi necessario monitorare per prevenire contaminazioni da parte di espressioni estremiste filo-islamiche presenti in Nigeria, dove Boko Haram continua a diffondersi. “Quindi la massima attenzione va rivolta agli istituti penitenziari per evitare che si alimenti la radicalizzazione”: questo è solo uno degli aspetti emersi dall’ultimo rapporto della DIA.
Sia in Sicilia che in Campania, i nigeriani sono il braccio operativo di Cosa Nostra e Camorra per il mercato della droga, addirittura la producono autonomamente e la vendono con il consenso della Mafia. Pur collaborando con questa, i nigeriani hanno anche una propria storia,quella della Black Axe. Si tratta di un’organizzazione ben strutturata, con legami internazionali in Europa e negli Stati Uniti. Secondo le statistiche del Ministero degli interni, Black Axe rappresenta, di fatto, la prima comunità nigeriana in Italia con centomila persone circa. Gli stretti contatti tra la Mafia nigeriana, Cosa Nostra e la Camorra devono far preoccupare – e non poco – la magistratura e le forze di polizia. Come quasi tutte le organizzazioni mafiose, la Mafia nigeriana è organizzata in una struttura piramidale che utilizza ancora metodi primordiali quali la violenza e l’intimidazione per dettare legge nei territori di appartenenza del clan. Fino a poco tempo fa la prostituzione era la principale attività illegale dei nigeriani. Le ragazze erano acquistate da famiglie povere e una volta sul suolo italiano, erano rapite e brutalizzate ricorrendo anche a riti tribali tra cui il cannibalismo.
Secondo la Dia il fenomeno immigratorio rischia di amplificare le potenzialità nefaste delle confraternite africane. Queste, negli ultimi anni hanno visto nella partenza dei propri connazionali non solo un’occasione per “esportare” la propria criminalità all’estero. Le Confraternite hanno ben presto compreso che una diretta fonte di reddito poteva scaturire dall’organizzazione di “viaggi della speranza“: viaggi della disperazioni, in realtà, ma che fruttano alle Confraternite migliaia di dollari per ogni migrante. Anche l’approdo in Italia di gente dal reddito vicino allo zero crea un bacino di disperati sempre più ampio, da cui poter attingere potenziale manovalanza. Ramificazione, fatturati illeciti sempre più elevati, gerarchizzazione e facilità nell’avere manodopera a disposizione, nonché mani in pasta nel traffico di esseri umani, di prostitute e sostanze stupefacenti: sono questi tutti elementi che rendono la Mafia nigeriana una vera e propria polveriera che incombe su tutta l’Italia.
Fonte: Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Dipartimento Investigativo Antimafia, Istituto ISMU
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