Durante il governo del PD, segnatamente nel quinquennio 2013 – 2017, oltre 80 mila cittadini della Nigeria sono entrati in Italia. Nel momento di maggiore afflusso, tre anni fa, il presidente della Nigeria Muhammadu Buhari rilasciava una significativa intervista al giornale britannico Daily Telegraph.
Muhammadu Buhari è un ex generale musulmano che, in seguito al suo primo successo elettorale nel 2015, disse di volersi concentrare in primis sulla lotta ai terroristi di Boko Haram.
In Nigeria, la guerra contro l’organizzazione terroristica jihadista Boko Haram, sarebbe dovuta finire molto tempo fa. Il presidente nigeriano è stato rieletto il 27 febbraio scorso, proprio con la promessa di riuscire a debellare in maniera significativa la struttura del gruppo, attualmente legato allo Stato Islamico. Più volte il capo di Stato ha dichiarato, durante il suo mandato, che l’organizzazione era stata “tecnicamente distrutta”. Tuttavia, a inizio settembre Buhari ha ammesso che i Boko Haram sono ancora, di fatto, un pericolo. Da quando l’organizzazione ha avviato la propria azione offensiva, nel 2009, ha ucciso più di 30.000 persone e ha costretto circa 2,6 milioni di cittadini ad abbandonare le proprie case. Pertanto, combattere la criminalità organizzata risulta essere un tema che avvicina il Presidente della Nigeria a molti Paesi europei, più di quanto possiamo immaginare.
In un’intervista concessa al Telegraph il 5 febbraio 2016, Buhari affrontava la questione dei migranti, e alla domanda se fosse legittimo per i nigeriani prendere e partire per l’Europa, perché minacciati dalle forze terroristiche del posto, rispondeva così: “Alcuni nigeriani hanno reso difficile per gli europei e gli americani accettarli, a causa del numero di nigeriani in diverse carceri di tutto il mondo, accusati di traffico di droga o traffico di esseri umani. Non penso che i nigeriani abbiano qualcuno da incolpare, possono rimanere a casa. I loro servizi sono necessari per ricostruire il paese. Se i loro connazionali si sono comportati male, la cosa migliore per loro è rimanere a casa e incoraggiare la credibilità della nazione”. Il motivo principale di tale affermazione è che, secondo il Presidente, i concittadini in viaggio dalla Nigeria verso l’Europa, abbandonano la Madre Patria perché hanno interessi economici ben diversi dal donare nuova credibilità al proprio Paese, altrimenti resterebbero lì a ricostruirlo.
Si apre dunque un’intricata riflessione di carattere politico, economico e morale. Molti nigeriani sono entrati in territorio italiano con il permesso di soggiorno per motivi umanitari, abolito con l’art. 1 del Decreto Salvini, l’ormai famoso Decreto Sicurezza, entrato in vigore il 5 ottobre 2018. Il permesso di soggiorno per motivi umanitari era un istituto a salvaguardia dei diritti degli stranieri, in particolari situazioni di pericolo e vulnerabilità, che il legislatore italiano ha inserito per supplire ai vuoti di tutela del Testo Unico sull’Immigrazione.
Il permesso subentrava laddove il Questore, dopo la valutazione della Commissione Territoriale, volta a verificare la sussistenza del timore di violazione dei diritti fondamentali, decideva di concederlo. La suddetta valutazione prevedeva non solo l’ipotesi di una vita migliore in Italia, ma un confronto con il Paese di provenienza, l’età, lo stato di salute, l’impossibilità di rientro in patria per situazioni critiche di varia natura – tra queste questioni religiose, crisi ambientali e umanitarie – Insomma, l’interpretazione così elastica della dicitura “gravi motivi di carattere umanitario” ha permesso a numerosi criminali di operare in Italia.
Che ci siano effettivamente persone bisognose di aiuto è fuori discussione, ma questo diviene un argomento ombroso nel momento in cui l’incremento degli arrivi sui barconi, documentato dall’Istat è apparso direttamente proporzionale all’aumento di alcuni crimini a opera di persone straniere. Uno studio pubblicato il 25 giugno del 2018 dalla Fondazione Hume vede un’analisi attenta titolata:“Crimine e Immigrazione in Italia” realizzata dal sociologo Luigi Maria Solivetti. Questo studio, improntato su una puntuale analisi statistica, pone l’accento su come le percentuali di alcuni reati siano aumentate negli ultimi anni, anche e soprattutto, a causa dell’incremento del flusso migratorio. I reati in questione sono: omicidio volontario, violenza sessuale, rapina, estorsione e associazione a delinquere. Delitti comunemente ritenuti di significativa gravità. Nel caso dell’associazione a delinquere, si tratta di un fatto criminale strettamente collegato ad altri crimini e ad un nome, spesso: Mafia nigeriana. Diventa dunque impossibile smorzare i toni – ma perchè mai dovremmo? ci si domanda da più parti – sulla presenza sempre più forte e ramificata della Mafia nigeriana in italia. Questo aumenta il tasso di ansia e diffidenza collettiva nei confronti della figura dell’immigrato in generale sebbene spesso tali diffidenze risultino infondate. Spiega il sociologo Alessandro Dal Lago che l’ingresso in condizioni di irregolarità non significhi necessariamente il dover nascondere qualcosa, bensì un eludere le difficoltà di un sistema legislativo che rende l’ingresso regolare estremamente difficile. In una guerra che si muove e destabilizza su più fronti, l’unica cosa che resta indiscriminata è la confusione.
Fonte: Istat, The Telegraph, AP, Senato della Repubblica, Polizia di Stato, Fondazione Hume, MinimaetMoralia
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