“Conte disse si alla collaborazione dei Servizi Segreti con gli Usa senza informare il Parlamento”

Il Copasir convoca Giuseppe Conte per far luce sui rapporti segreti con gli Usa e sulle vicende intorno a Russiagate. Palazzo Chigi tace.

Giuseppe Conte e i Servizi Segreti - Leggilo

 

Il Copasir – Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica – riferisce l’ Ansa – potrebbe convocare nei prossimi giorni il presidente del Consiglio Giuseppe Conte per far luce laddove da mesi regnano le ombre: i rapporti tra i Servizi Segreti italiani e le autorità Usa per il caso Russiagate che coinvolge il presidente Donald Trump. Il premier Giuseppe Conte in quanto titolare della delega ai Servizi Segreti, diede nell’agosto scorso il via libera alla collaborazione tra il Procuratore il Ministro della Giustizia William Barr, il procuratore americano John Durham incaricato di indagare sulle origini del Russiagate e i capi dei servizi segreti italiani.

L’obiettivo del Ministro Barr è creare i presupposti per una collaborazione tra il procuratore Usa Durham. Quest’ultimo, scrive il Corriere della Sera, vuole sapere se il nostro Paese abbia avuto un ruolo nel Russiagate, se abbia ottenuto documenti riservati, se gli 007 abbiano aiutato Joseph Mifsud, l’accademico maltese coinvolto insieme a George Papadopoulos – ex consigliere della campagna elettorale di Trump – nell’indagine sul Russiagate. Il premier Conte avrebbe autorizzato la collaborazione tra Usa e Servizi Segreti italiani. Dopi il via libera di Conte il Ministro Usa avrebbe dunque incontrato Gennaro Vecchione, capo del DisDipartimento delle informazioni per la sicurezza, i Servizi Segreti italiani. Vecchione coinvolge nella collaborazione i capi delle due agenzie — l’Aisi per la sicurezza interna e l’Aise per quella esterna — e mantiene i contatti con Washington, secondo la ricostruzione del Corriere. Venerdì scorso il Ministro Usa William Barr torna a Roma e incontra di nuovo nella sede del Dis di piazza Dante il direttore Vecchione, il capo dell’Aise Luciano Carta e quello dell’Aisi Mario Parente. Con loro c’è anche il procuratore Dhuram.

Io assolutamente non sono stato informato di niente. A Ferragosto ero a Castelvolturno e Conte non mi fece neanche mezzo colpo di telefono” ha detto Matteo Salvini, ad Agora’ su Rai3.

La convocazione del premier Giuseppe Conte sarebbe stata richiesta dal senatore di Fratelli d’Italia Adolfo Urso, temporaneo vicepresidente del comitato parlamentare sui servizi d’intelligence dopo la nomina dell’ex presidente, Lorenzo Guerini, a ministro della Difesa. Il nodo focale è se gli incontri sono stati autorizzati dal Premier come sempbra, e, soprattutto, perché non sono stati resi noti al Parlamento. Palazzo Chigi preferisce non esporsi e chiudersi in un rigoroso silenzio stampa. Queste – riporta Adnkronos – le parole del responsabile del coordinamento dei servizi segreti: “Farò chiarezza solo nelle sedi opportune. Per ora no comment” Lo stesso senatore Adolfo Urso non ha voluto esporsi in merito a questa convocazione. Si mostrano più aperti e disponibili ad affrontare la questione alcuni membri della Lega. “Il vicepresidente del comitato parlamentare sui servizi d’intelligence Alberto Urso ha avanzato la richiesta istituzionale di fare chiarezza. Noi aderiamo.” Dunque i ruoli sembrano ribaltarsi. La Lega, accusata di rapporti poco chiari con la Russia, a tal punto che il segretario del PD Nicola Zingaretti lo scorso agosto aveva annunciato una raccolta firme per chiedere le dimissioni dell’allora Ministro dell’Interno Matteo Salvini, ora sembra la più propensa a far luce sulle vicende. Del resto diversi membri del Carroccio sono al momento in corsa per ricoprire il ruolo temporaneamente occupato da Urso dopo che il predecessore Lorenzo Guerini è divenuto il nuovo Ministro della Difesa del governo giallo rosso. Matteo Salvini, nelle scorse settimane, aveva dichiarato di valutare l’idea di proporsi lui stesso alla guida del Copasir. Ma – riferisce Huffington Post – il segretario leghista negli ultimi giorni sembra averci ripensato e fatto un passo indietro a favore dei suoi ex sottosegretari: l’avvocato canturino Nicola Molteni, primo firmatario della Legge sulla Legittima Difesa, e Stefano Candiani. Tuttavia si sta facendo largo anche il nome di Giancarlo Giorgetti, uomo con un ruolo di peso sia all’interno del partito sia nell’ex governo giallo verde.

Fonte: Ansa, Rai 3, Corriere della Sera, Dis, Adnkrons, Huffington Post

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