Allarme rifiuti Roma: sta diventando un problema molto serio quello della spazzatura nella Capitale, soprattutto vicino alle scuole. I Presidi chiedono l’intervento della Asl.
Allarme rifiuti Roma: andare a scuola e rischiare di contrarre qualche infezione. Se lo studio e l’istruzione devono essere diritti acquisiti, lo è altrettanto quella alla salute. Pare invece che a Roma la situazione dell’emergenza rifiuti sia ormai fuori controllo, tanto da spingere diversi Presidi a pensare di chiamare la Asl. Il quadro a Roma è drammatico e ora una domanda sorge spontanea: ci si chiede come mai – di fronte ad un emergenza rifiuti che ormai va avanti da mesi – nella Capitali non si è trovato il tempo per una soluzione. A tratti le priorità sono sembrate altre, al punto che si è avuta la sensazione di un’operazione più di forma che di sostanza: ci riferiamo, ad esempio, al clamore e all’autocompiacimento propagandistico, ben documentato da Repubblica, con cui il Sindaco Virginia Raggi ha sottolineato la cancellazione della scritta CasaPound dall’immobile occupato di via Napoleone III all’Esquilino nel giro di “soli 10 giorni“. Toni non dissimili per la scelta, da parte dell’Amministrazione di cancellare il nome di alcune vie dedicate ai firmatari delle leggi razziali, iniziativa ben enfatizzata dalla Stampa. Sicuramente iniziative lodevoli, ma per governare un comune complesso e sfaccettato come Roma servono delle priorità che portino ad atti concreti, non solo scelte politiche. Perché intanto, al netto della propaganda del Sindaco, Roma marciva. Ed oggi siamo all’epilogo.
Repubblica, riporta le parole Mario Rusconi, presidente dell’associazione presidi del Lazio che delinea lo scenario di una Capitale al collasso: “Siamo al limite, la situazione rifiuti si sta aggravando giorno per giorno, ed è tanto più grave davanti alle scuole, dove i nostri bambini e ragazzi si trovano cumuli di spazzatura che sono potenziale veicolo di infezioni. Siamo pronti a chiamare le Asl per verificare le condizioni igieniche delle scuole, anche per arrivare alla chiusura degli istituti”. Le scuole, spiega Rusconi, non possono essere chiuse autonomamente, ma si possono chiamare le Asl per capire come si possa intervenire. “Se il Comune non agisce subito penso sia meglio chiudere a questo punto che rischiare la salute dei bambini, soggetti più fragili per il rischio epidemie“.
In tema è intervenuto con nota l’Ordine dei Medici del Lazio sottoscritta dal presidente Antonio Magi e dal vicepresidente Pier Luigi Bartoletti:”Tutti i soggetti che ne hanno la responsabilità si siedano intorno ad un tavolo e trovino una soluzione in breve tempo. L’ordine è disponibile a fare la sua parte e incontrare i vertici dell’Ama. Occorre evitare che in breve tempo si creino nella capitale d’Italia cumuli di immondizia in ogni strada, nei pressi di scuole, ospedali, luoghi pubblici e che un simile degrado diventi attrattivo per gli animali. Non c’è tempo da perdere”.
Ma davvero Roma rischia l’emergenza sanitaria e come si può comportare la sindaca Virginia Raggi? Come riporta Adkronos Salute, Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene e Medicina preventiva all’Università Cattolica di Roma, pensa proprio di sì: “le premesse ci sono tutte. Certo, il rischio viene attenuato dalla stagione che è meno calda, ma è sempre possibile una forte proliferazione di batteri, parassiti e animali nei pressi dei cassonetti strabordanti“.
La situazione è degenerata ulteriormente da quando dopo appena tre mesi si è dimesso il 1 ottobre scorso il nuovo Consiglio di Amministrazione dell’Ama, la società che si occupa della gestione dei rifiuti a Roma. La presidente Luisa Melara, l’ad Paolo Longoni e il consigliere Massimo Ranieri hanno consegnato le dimissioni dopo l’ennesimo ‘no’ per approvazione del bilancio 2017 ed essersi visti rifiutare un confronto con la sindaca di Roma Virginia Raggi. Attualmente – come riporta Il Messaggero – la carica di Presidente è stata consegnata a Stefano Zaghis, un attivista 5 Stelle, mentre come direttore operativo è stato chiamato Massimo Bagatti.
Fonte: Repubblica, il Messaggero, La Stampa, Adkronos
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