E’ stata trovata morta nel bosco di Como, dopo che il suo compagno era stato fermato dalla polizia per un semplice controllo di routine.
Gli agenti della polizia di Milano non si sarebbero mai aspettati che durante un semplice controllo di routine potessero avere la confessione di un criminale e di trovare una donna morta nel bosco di Como, una donna di 48 anni, ma è quel che successo nelle scorse ore. La notizia è stata riportata dal Fatto Quotidiano che ha anche svelato lo stupore degli agenti che pensavo di svolgere dei semplici controlli ai documenti dell’uomo. Invece, si sono ritrovati con una vera e propria confessione. L’uomo, di origini marocchine, proprio come la sua compagna, ha ucciso la donna dopo una lite qualche ora prima della confessione. Dopo ha nascosto il corpo in un sacco pelo e lo ha riposto in una tenda nel bosco di Como qualche ora prima della confessione. Il luogo era già noto alla polizia, come riporta Il Corriere della sera, in quanto era già stato perquisito in precedenza per indagini legate all’uso e allo spaccio di sostante stupefacenti. Gli agenti, in un primo momento, hanno confidato che non sapevano bene come proseguire dopo la confessione in quanto sembrava quasi stesse vaneggiando, invece il suo racconto era tutto vero. La donna aveva avuto una relazione occasionale con il suo assassino, una relazione incentrata, manco a dirlo, con le sostanze stupefacenti per le quali il bosco è diventato luogo di ritrovo. Majad Cherki, questo è il nome dell’uomo, 44 anni, che ha deciso di porre fine alla vita di, Fatima Kaddouri, 48 anni, aveva con lei non solo un rapporto “amoroso” ma fondato sull’uso e lo scambio di sostante stupefacenti. Entrambi erano irregolari in Italia Secondo la Provincia, l’uomo, dopo l’iniziale confessione avrebbe ritrattato: “Io dormivo. Quando mi sono svegliata lei era morta. Ma c’era uno squarcio nella tenda“.
Casi del genere non sono affatto isolati. Durante il periodo estivo, a Reggio Calabria, una donna è stata uccisa a colpi di mannaia. La cosa che fa rabbia, oltre all’uccisione della vittima, è che il luogo del delitto è situato a due passi dal comando dei carabinieri. Stesso discorso, purtroppo, anche per Roberta Perillo morta nella vasca da bagno di casa. Anche in questo caso suo assassino è stato il suo compagno.
Fonte: Fatto Quotidiano, Corriere della Sera, La Provincia
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