Salvini è andato in Tribunale di Lecco per testimoniare al processo intentato contro il parroco don Giorgio De Capitani, che lo avrebbe diffamato.
Salvini si è presentato al tribunale di Lecco come parte offesa nel provvedimento da lui intentato nei confronti di don Giorgio De Capitani, ex parroco della parrocchia di Monte a Rovagnate, oggi a Dolzago, colpevole – secondo l’ex Ministro – di averlo diffamato tramite alcuni articoli comparsi sul suo blog nel 2015.
Salvini: “Mi stupisce che la Chiesa non abbia preso provvedimenti”
I post incriminati risalgono a quattro anni fa, quando il parrocco aveva scritto sul suo blog – il 4 e 26 marzo 2015 e il 4 ottobre – parole piuttosto pesanti nei confronti del leader leghista. A questi tre pezzi si è poi aggiunto un video recente in cui Don Giorgio sosteneva – come riporta Agi – che: “Se come dice Salvini bisogna difendersi dai ladri, uccidendoli, siccome lui è il più grande ladro della storia della democrazia, perché non ucciderlo”.
Don Giorgio ha esposto la sua parte di verità nella pagina a suo nome, Il prete ha sostenuto che Matteo Salvini “ha fatto lo show come era da prevedere, come la prima donna, come se lui fosse il Giudice del Tribunale, dettando quasi legge. Si è fatto bello dicendo che lui sarebbe pronto a ritirare la querela purché io chieda scusa e sborsi una certa cifra per i bisognosi. Mi ritirerò in un convento per riflettere sulla proposta, e dopo un anno di meditazione silenziosa darò la risposta. L’offerta ho già scelto a chi darla: ai primi profughi clandestini che arriveranno in Italia”. Don Giorgio ha concluso dicendo: “Durante l’interrogatorio Salvini rideva e rideva mostrando i suoi denti, rivolto verso il pubblico. Da perfetto idiota”.
In attesa del processo che si terrà l’11 novembre, visto che l’udienza è stata rimandata, Salvini è stato intervistato all’uscita del Tribunale e ha espresso la sua opinione: “Un prete dovrebbe parlare di fratellanza e amore. Gridare all’odio e dire che Salvini è un ladro, facendo un elogio a chi lo uccide, può essere un iperbole, ma fai il prete, non il politico. Se vuoi, candidati alle elezioni per Rifondazione Comunista e dì quello che vuoi. Però da parte di uno che dà la comunione alla domenica sentire le parole pezzo di m…a è bruttino”. Si è poi dichiarato stupito per il fatto che la Chiesa non abbia preso provvedimenti: “All’interno della Chiesa, hanno tutti gli elementi su questa storia. Se per loro è normale che qualcuno con l’abito talare possa usare certi termini, non mi permetto di giudicare la Chiesa ma, da cattolico, penso che non sia bello farlo. Da uno che la domenica officia la messa mi aspetto parole diverse”. E ha sottolineato: “Ma io non faccio il Vescovo, anche se mi stupisce che nessuno abbia preso dei provvedimenti” E su chi tra i cronisti fuori dall’aula gli fa notare che anche lui usa, pur credente, dei toni forti la risposta è stata: “Su questo giudicano il buon Dio e gli italiani. Ma l’espressione ‘pezzo di m…a’ è un insulto, se lo dice mio figlio gli arrivano gli schiaffi”.
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Fonte: Agi, dongiorgio.it, Youtube Don Giorgio