Nelle forze dell’ordine è scoppiato l’allarme suicidi. Ogni sei giorni uno degli operatori decide di mettere fine alla sua vita.
E’ preoccupante leggere dell’allarme suicidi all’interno delle forze dell’ordine, ma purtroppo i dati raccolti da TPI sembrano parlare chiaro: ogni sei giorni, un operatore decide di togliersi la vita, di finirla da un momento all’altro, senza un’apparente motivazione. Questi però, dovrebbero essere slegati dalle forze dell’ordine. Soltanto nel 2019, è possibile riportare 46 morti tra gli operatori. Tra il 2010 e il 2016, ben 255 agenti si sono tolti la vita. Una percentuale doppia rispetto alla media di suicidi nella popolazione civile italiana. E nell’80 per cento dei casi, scrive Panorama, gli agenti scelgono di farla finita premendo la propria arma d’ordinanza. L’ultimo caso vede la città di Cremona fare da sfondo al suicidio di un finanziere. Il giornale di Cremona riporta che l’uomo, di soli 43 anni, ha deciso di porre fine alla sua vita senza fornire una qualsiasi spiegazione. Nemmeno un biglietto lasciato sul comodino o un messaggio sul cellulare. Niente di niente. L’uomo è stato ritrovato nel bagno della caserma di cui era ospite. Ha deciso di uccidersi utilizzando una pistola, poggiandola sulla mandibola sinistra. Il suo obiettivo era quello di mirare dritto al cuore. Un solo colpo, quello giusto, che andasse fino in fondo in modo da non permettergli nessuna via di ritorno. L’uomo non conduceva un tipo di vita solitaria, era sposato, aveva tre figli, figli che non vedranno più il ritorno del padre a casa. Il caso, come anticipato, non è un episodio isolato, altrimenti non sarebbe possibile parlare di allarme suicidi. Le ricerche effettuate, come riportano i dati raccolti dall’Osservatorio Cerchio Blu, mostrano un fenomeno in maggiore via di espansione tra le Forze dell’Ordine. Il periodo esaminato va dal 2010 al 2018 e registra ben 252 suicidi tra gli operatori. Una cifra sconcertante, davvero alta, soprattutto se si mette a paragone con i dati raccolti sui suicidi all’interno del Paese. La maggior parte delle persone che scelgono di compiere questo terribile atto sono personale in divisa. Secondo la criminologa Antonella Cortese, le cause di tale gesto sono racchiuse in un profondo disagio personale. Bisogna ricordare, infatti, che gli operatori delle Forze dell’Ordine sono spesso persone costrette a stare lontano dai propri affetti e dai loro cari. Senza dimenticare che spesso devono far fronte a problemi economici, accompagnati da turni di lavoro pesanti. Per porre fine al problema bisognerebbe introdurre, fattore che al momento manca, un supporto di tipo psicologico che accompagni la loro vita. Soltanto così è possibile mettere fine all’allarme suicidi. Filippo Bertolami, dirigente del sindacato PNFD sempre per TPI, propone l’apertura di istituzioni in grado di garantire centri d’ascolto.
Fonte: Panorama, TPI, Il Giornale di Cremona.
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