Matteo Orfini ha commentato la scissione di Matteo Renzi, ammettendo che questo rappresenta il momento più drammatico per la Sinistra italiana.
Per Matteo Orfini l’abbandono di Matteo Renzi, con la nascita di un nuovo partito, rappresenta uno dei momenti più drammatici per la Sinistra italiana. Intervistato da Huffingtonpost, il politico ci ha tenuto a sottolineare come questa situazione sia delicata e come il gruppo dirigente del PD continui a sbagliare sottovalutando l’intera faccenda. La scelta di Renzi, per Orfini, potrebbe avere conseguenze decisamente spiacevoli non solo per la Sinistra, ma per l’intero governo che è riuscito con non poche difficoltà a “liberarsi” di Matteo Salvini. Una posizione non dissimile da quella del senatore dem Luigi Zanda che, ai microfoni del Fatto Quotidiano ha rimarcato laconicamente la maggiore fragilità dell’Esecutivo dopo l’addio di Renzi. Orfini non è soltanto preoccupato per le conseguenze che la scelta dell’ex Segretario potrebbe comportare, ma non è assolutamente d’accordo con le motivazioni che avrebbero spinto Renzi ad andare via. “Trovo davvero incomprensibile, da un punto di vista politico, il modo in cui ha giustificato la sua scelta” spiega Matteo Orfini. “Quando un leader politico dice di voler andare via soltanto perché non lo sopportano significa che non ha argomenti con cui giustificarsi. La sfera ‘sentimentale’ non è di certo una prerogativa della politica”. Orfini espresse il proprio dissenso dalla scissione non appena divenne realtà, con un cinguettio su Twitter tra l’austero e l’ironico
Extra ecclesiam nulla salus
— Orfini (@orfini) September 16, 2019
Oggi rincara la dose e sembra avere le idee chiare, dimostrandosi assolutamente contrario anche ad eventuali alleanze con i 5 Stelle. Non ha senso, dice, unire al momento due fazioni deboli, come lo è attualmente il PD e il movimento ideato da Beppe Grillo: serve soltanto a sommare la “debolezza” in politica. Salvini, come sottolinea Matteo Orfini, al momento gode del favore della società italiana e tutti loro dovrebbero imparare dagli errori, non ripeterne seguendo uno schema circolare. Già qualche mese fa, intervistato da Fanpage, Matteo Orfini non mancò di sottolineare come il modello adottato dal Partito Democratico fosse in assoluto obsoleto. Se ha funzionato una volta, dice, nel lontano 2008, non vuol dire che sia in grado di funzionare anche oggi, visto che di tempo n’è passato e il Paese non è lo stesso di undici anni fa. Orfini non è l’unico a pensarla in questo modo. Già il Premier Conte si è detto preoccupato la scissione. Renzi sembra al momento essere motivo di pensiero nel mondo politico e sui media che presso l’opinione pubblica: secondo i sondaggi difficilmente la sua nuova creatura potrebbe superare il 5%. Decisamente un cattivo segnale per il senatore di Rignano.
Fonte: Huffingpost, Fanpage, Matteo Orfini Twitter, Fatto Quotidiano