Le indagini avviate nel 2017 e concluse il 18 luglio scorso hanno portato sotto i riflettori un altro gruppo nigeriano i MAPHITE. Grazie anche alle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia è statp possibile ricostruire ruoli, gradi, gerarchie e regole di funzionamento all’interno dell’organizzazione criminale.
Il 18 luglio di quest’anno sono state effettuate due vaste operazioni della Polizia di Stato di Bologna e di Torino, con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo, contro un’associazione criminale di tipo mafioso nigeriana, da anni insediata in Emilia Romagna e Piemonte. I provvedimenti restrittivi, emessi dalle Procure di Bologna e Torino vanno a colpire un cospicuo numero di appartenenti al cult MAPHITE sinora rimasto in una posizione piu’ silente rispetto agli altri già emersi alle cronache ma non per questo meno pericoloso, diffuso e potente. L’indagine, così come viene riportato dal Fatto Quotidiano ha consentito di ricostruire ruoli, gradi, gerarchie e regole di funzionamento all’interno dell’organizzazione criminale, nonché i diversi reati che hanno permesso all’organizzazione stessa la propria sopravvivenza ed il dominio in alcuni ambiti criminali: spaccio di sostanze stupefacenti, uso indebito di strumenti di pagamento elettronico, oltre a frequentissimi e violenti scontri con organizzazioni criminali nigeriane contrapposte.
Nascita, simboli e affiliazione
La confraternita dei Maphite fu fondata nel 1978 nelle Università nigeriane, e Maphite è l’acronimo di Maximo Academyc Performance Highly Intelectual Trade Empire, sottoposto al governo del Suprime Maphite Council, con sede in Nigeria. Al Consiglio Supremo spetta la gestione dei cult dislocati nei vari Paesi.
Il loro simbolo esoterico è composto da due mani giunte ed una fiamma accesa, evocativa del rito d’iniziazione della mafia siciliana che vede un santino bruciare tra le mani. La confraternita si caratterizza per l’uso di un linguaggio con terminologia estranea al contesto tipicamente criminale in cui si muovono. Questa peculiarità è sia una cautela per complicare ulteriormente la comprensione delle intercettazioni telefoniche, sia una componente derivata dalla nascita in ambito universitario.
Gli affiliati sono solo uomini, indifferente l’orientamento religioso. La cultura dei MAPHITE è talmente radicata che l’11 maggio è per loro un giorno festivo in cui ricordare i caduti “in azione”. Così come in Chiesa un tempo ci si vestiva eleganti, nell’ occasione, questo cult vede i componenti indossare un cappello di verde. Il simbolo esoterico dei MAPHITE con le mani giunte ed una fiamma accesa evoca il rito d’iniziazione della mafia siciliana del santino bruciato tra le mani. Insomma, nulla sembra frutto di casualità, e pertanto come tale non vanno interpretati anche i singoli episodi criminali. Dalle indagini è emerso che la diffusione dei MAPHITE presenta elevata concentrazione in Piemonte ed Emilia Romagna. L’organizzazione si palesa nel nostro Stato, come illustrato da Libera informazione, in un periodo in cui le indagini erano prevalentemente incentrate su Black Axe e Eiye. La struttura criminale transnazionale dei MAPHITE è stata immediatamente associata alla mafia nigeriana, vista la fortissima omertà interna, le intimidazioni e minacce a chi ha anche solo pensato di potervisi dissociare.
Inoltre, altra consuetudine delle mafie nigeriane è il pagamento di una tassa d’ingresso nell’ organizzazione, accompagnata dal rito tribale di affiliazione che sancisce una sorta di battesimo e rinascita nel cult.
La DIA poi, dettaglia questa sorta di rinascita che non sempre avviene per libera scelta: “anche per i Maphite, a volte l’affiliazione è imposta e non costituisce una scelta libera, passa per la selezione di persone che servono all’organizzazione, come i giovani nigeriani appena sbarcati che vengono destinati allo spaccio. Si può entrare nel cult sia in Nigeria che nei vari Stati in cui si risiede e in cui è presente l’organizzazione, ma occorre essere “presentati” da qualcuno che già ne faccia parte e che ne ricopra un ruolo di vertice. L’affiliazione avvenuta in Nigeria conferisce, invece, una maggiore importanza al nuovo membro, il quale, in caso di espatrio, sarà indirizzato agli appartenenti al cult del Paese di arrivo. Una volta entrati a far parte si acquisiscono benefici e privilegi. Si possono commettere reati anche individualmente, ma gli altri appartenenti al cult devono averne comunicazione”.
Fonti: Il fatto Quotidiano – DIA – Libera informazione.