Nel testo sul commercio regionale che sta per essere attivato nel Lazio è previsto il fatto che bar e ristoranti che vogliano imporre la “tassa sulla pipì” alle persone non clienti appongano un cartello.
All’interno del nuovo testo unico sul commercio regionale del Lazio, alla cui amministrazione si trova l’attuale segretario PD Nicola Zingaretti in questi giorni impegnato con il nuovo governo e con l’inedito rapporto politico con Luigi Di Maio, e che sta per essere approvato dal Consiglio, è contenuto un comma all’articolo 75 sulla trasparenza dei prezzi che non lascia spazio a dubbi: “Qualora il servizio igienico, per i soggetti diversi dalla clientela, sia messo a pagamento – si legge – il prezzo dello stesso deve essere reso ben noto attraverso l’apposizione di idoneo cartello”.
Insomma, quella che è ormai pubblicamente nota come “tassa sulla pipì” altro non sarebbe che l’utilizzo del bagno ad opera di persone che si trovano in locali pubblici, quali bar, ristoranti o pizzerie senza consumare, fatto pagare (nel caso l’esercente non voglia mantenerlo gratuito anche ai non clienti), purché il titolare avvisi in maniera chiara nelle suddette modalità.
Oltre a questo però, come riportato da Il Tempo, la norma in questione nulla riferisce su prezzi, garanzie per coloro che usufruiscono del bagno in merito a pulizia e neppure su come il titolare debba verificare che chi si accinge a sfruttare la toilette senza tirare fuori il portafoglio abbia effettivamente prima consumato qualcosa nel locale.
Sono invece soddisfatte alcune associazioni di categoria per via di zone in cui molto spesso i loro bagni sono sfruttati da molti turisti che fanno così aumentare notevolmente i consumi di acqua e luce.
Infine vi è però un punto che ha fatto discutere nella norma, considerata folle dal Codacons, come riferito da AgenPress, vale a dire il fatto che questa potrebbe contraddire il nuovo regolamento di polizia urbana del Comune di Roma, promulgato meno di un mese fa, che sul punto parla chiaro: “È fatto obbligo agli esercenti degli esercizi pubblici di consentire l’utilizzo dei servizi igienici a chiunque ne faccia richiesta”.
Fonte: Il Tempo, AgenPress