Il nuovo governo ha avvicinato il PD e il M5S. Ma come la pensano i leader delle due fazioni politiche? A spiegarlo sono proprio i diretti interessati, Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti, intervistati da Giovanni Floris.
Se fosse un film, sarebbe “Una poltrona per due”. E no, non stiamo parlando dello scranno del potere, ma della seduta, decisamente più comoda, che Giovanni Floris, conduttore della trasmissione diMartedì, in onda su La7, ha offerto a due protagonisti della scena politica attuale, il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, prima, e il segretario del Partito Democratico, Nicola Zingaretti, poi.
Il leader pentastellato, che aveva accettato l’alleanza con i democratici ad alcune condizioni, è apparso ottimista: “Il governo deve raggiungere obiettivi importanti. Abbiamo ottenuto la fiducia del Parlamento adesso con i fatti dobbiamo ottenere la fiducia degli italiani che è quella più importante“. Cosa dovrà fare il nuovo esecutivo? “Nel programma ci sono i punti del Movimento 5 stelle, il salario minimo, la revoca della concessioni autostradali, l’abbassamento del cuneo fiscale“. A vigilare sull’operato ci sarà il premier, Giuseppe Conte: “Il garante di questi temi che credo si possano realizzare, è il presidente Conte indicato da noi“.
Di Maio ha rilanciato temi a lui estremamente cari, come l’ambiente e la sostenibilità: “Vedo una grande opportunità di fare una rivoluzione verde ecologica per l’Italia. Già nella legge di bilancio possiamo cominciare a cambiare lo stile e migliorare la qualità della vita degli italiani. L’Italia nel 2025 deve spegnere le centrali a carbone, dobbiamo bloccare le trivellazioni nel mare, e dire basta con gli inceneritori“.
Legittimo chiedersi come sia cambiato il rapporto con i democratici, da nemici ad alleati: “Ero uno dei più scettici sull’alleanza con il Pd, volevo andare al voto. Poi mi sono consultato con il Movimento, anche con Beppe Grillo, e quando mi sono seduto al tavolo mi hanno stupito positivamente. Ora senza essere di destra o di sinistra può iniziare un nuovo percorso in questi tre anni per gli italiani“.
Questo benedetto taglio dei parlamentari si farà? “Per me a ottobre si devono tagliare definitivamente 345 parlamentari, mancano due ore di lavoro alla Camera ed è fatta. Dobbiamo avviare la riforma della giustizia“. Tra le righe si legge un certo riferimento a Matteo Salvini: “Sono contento che questo nuovo ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, sia una persona che oltre ad avere una grande competenza non ha i social“.
E poi la spinosa questione Autostrade: “Nel programma di governo abbiamo scritto che si farà una revisione dei contratti di concessione per le autostrade. In Italia non ci sono solo i Benetton ma anche altre compagnie. Vogliamo avviare una revisione generale, però chi non ha mantenuto il ponte Morandi e causato oltre 40 vittime non può più gestire le nostre strade“.
Si potrebbe pensare ad un ritorno con la Lega? “Tornare con la Lega? Mai dire mai nella vita ma ci ho pensato bene, ho rifiutato la carica di premier di questo Paese, non ho bisogno di pensarci ancora“.
Su quella stessa poltrona si è poi accomodato il segretario democratico, pronto a rispondere sugli stessi temi, esordendo con un commento sulla nuova alleanza: “Penso che Di Maio mi consideri un alleato. Io ho una squadra valida di ministri del Pd, ma considero nella mia squadra anche i ministri del Movimento 5 stelle. Bisogna finirla con i litigi“.
L’importante era tenere fuori la Lega: “Non bisogna aver paura di confrontarsi. Basta con la stagione dell’odio e del preconcetto. Riaprire un confronto, rispettarsi a vicenda, è importante. Guai pensare che possa esistere un governo fatto da nemici, bisogna provare a riconoscere le identità degli altri per il bene del Paese. Il Pd farà di tutto per voltare pagina“.
Il leader del Pd è pronto a rassicurare chi teme l’aumento delle tasse: “Non metteremo la patrimoniale, togliamo la follia della flat tax e ridiamo una scossa all’economia abbassando le tasse sui salari medio bassi“. Domanda sulla vicenda Autostrade anche per lui, ma Zingaretti preferisce non esporsi: “C’è una procedura di revoca al termine della quale vedremo” il da farsi “senza battaglie ideologiche“.
Un accenno anche a Giuseppe Conte, chiamato per la seconda volta consecutiva a guidare l’esecutivo: “Ne avrei scelto un altro, ma abbiamo preso atto che il partito di maggioranza relativa aveva diritto a indicare il premier e Conte ha fatto di tutto per ascoltare le posizioni di tutti. Sono convinto che continuerà in questo modo. Tutti devono remare nella stessa direzione“. Infine, un commento sulla nave Ocean Viking: “Per me deve entrare senza se e senza ma“.
Alessandra Curcio
Fonte: diMartedì-La7
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